Come si determina oggi il rapporto tra pediatra, genitori e bambino? In che modo la ricostruzione dei sintomi da parte dei genitori influisce sulle scelte del medico? Quanto importante, ai fini della riuscita della cura, la capacit del pediatra di sviluppare solidariet ed empatia nei confronti del piccolo paziente e dei suoi genitori? E qual la giusta distanza su cui improntare la relazione? Aiutami a capirlo. L'incontro tra il medico, il genitore e il bambino intende rispondere a queste e altre domande muovendo dal presupposto che nessuno pu dare per scontata la comprensione delle parole del dottore. In queste pagine, quindi, si sviluppa un'interessante riflessione su quegli aspetti comunicativo-relazionali del trattamento terapeutico che ne condizionano inevitabilmente l'esito. A partire dalle proprie esperienze di vita e professionali, gli autori forniscono alcuni suggerimenti concreti affinch si instauri un rapporto di fiducia tra tutti i componenti della relazione e il bambino diventi il vero protagonista della stessa. "Il senso d'impotenza di un genitore di fronte alla malattia del suo bambino una delle sensazioni pi dolorose che si possano sopportare. La prima domanda che padre e madre rivolgono a s stessi piena di quell'angoscia provocata dalla consapevolezza di non poter risolvere in autonomia lo stato di salute del figlio. Perch proprio io - padre o madre - devo vivere la malattia di mio figlio senza poterla fronteggiare ed eliminare, senza riuscire ad alleviare il dolore del piccolo, e mi trovo costretto ad affidarmi ad altri?". (Stefano Zecchi). "Nessuna famiglia deve venir fuori da una consultazione medica senza avere un'idea di massima del problema che c', di che cosa abbiamo fatto o faremo per assicurarcene e di come lo risolveremo o proveremo ad affrontarlo. Saremo dei buoni comunicatori se il nostro interlocutore avr la percezione che ce la stiamo mettendo tutta e che se non ne saremo capaci avremo l'umilt di suggerire qualcuno pi bravo che possa gestire la condizione". (Paolo Nucci) |