stato senza ombra di dubbio uno dei pi grandi autori del Novecento italiano, Cesare Pavese, animatore della vita culturale del Paese non solo come narratore e poeta ma anche come traduttore e redattore della casa editrice Einaudi, capace di raccontare i tormenti e le contraddizioni tra antico e moderno del secondo dopoguerra, lo spaesamento di una generazione che aveva attraversato il fascismo, la Resistenza e la Liberazione senza venire a capo dei propri drammi intimi e sociali. Vale oggi decisamente la pena ripercorrere le tappe di uno scrittore che fu protagonista del suo tempo pur essendo naturalmente schivo e riservato, attraverso i suoi capolavori: a partire dai romanzi La spiaggia (1942), Il compagno (1947) e La casa in collina (1948) e dal trittico con il quale vinse lo Strega, La bella estate , Il diavolo sulle colline e Tra donne sole ; fino a quello che forse il suo pi amato, La luna e i fal (1949), e in cui condensato il tema dell'impossibilit del ritorno alle radici; senza tralasciare la ripresa e rielaborazione del mito nei Dialoghi con Leuc (1947) e le due raccolte poetiche maggiori, Lavorare stanca (1936) e Verr la morte e avr i tuoi occhi (uscita postuma nel 1951), in cui rifiutato il ricorso al metro tradizionale in favore di una confidenziale e originale commistione con il ritmo e le cadenze della prosa. Prefazione di Paolo Di Paolo. |