Diario dei miei primi 50 giorni col cancro Cosa si prova quando un ospite inatteso e indesiderato si presenta alla tua porta? Un ospite di cui persino il nome tab e sconvolge la misura del tempo? Come affrontarlo se quest'ospite inafferrabile e crudele invade il tuo territorio? Prova a raccontarcelo Giulia Basile in questo "Diario dei suoi primi 50 giorni col cancro", il cancro a cui assegna l'iniziale H, della parola Humanitas e di Hostis, nemico, ed insieme di Hospital, simbolo del luogo destinato alla malattia e alla sofferenza. Siamo ancora lontani dallo sconfiggere il cancro, anche se oggi curabile e guaribile in molte sue forme, ma anche vero che la sua diffusione aumenta. Giulia Basile lo sa e lo affronta a viso aperto con serena razionalit, senza nascondere il fatto che il cancro fa del tempo un valore assoluto e ci pone una reale spada di Damocle sulla testa. Ci toglie la certezza del presente e del futuro e ci costringe a rifugiarci nostalgicamente nel passato, bello o brutto che sia, felice o infelice, ma certo, e perci rassicurante. Inoltre, due necessit ancora carenti in Sanit emergono da queste pagine: la comunicazione e la centralit del malato. Lo sottolinea bene l'autrice osservando l'universo femminile nello "spazio-ospedale" dove si estranea dalla condizione di paziente oncologico per avere la forza di dare affetto, solidariet e fede, a tutte le donne colpite da questo nemico complesso e subdolo, incoraggiandole cos: "NOI CE LA FAREMO". |