Vissuto a cavallo del primo e del secondo secolo d.C., contemporaneo di Marziale, Giovenale considerato da Concetto Marchesi "l'unico vero poeta sociale dell'antichit romana", perch "nella sua poesia si sentono gi voci roventi di protesta contro le iniquit delle umane fortune", e non si peritava di paragonarlo ai "mistici della disciplina morale", che non molto pi tardi si armarono degli stessi suoi argomenti nella polemica antipagana dell'apologismo cristiano. Certo, l'affresco che il poeta, con la sua scrittura affannosa, rotta, tutta squarciata di violenti chiaroscuri, allusiva e nondimeno cos precisa, ci propone del suo tempo, fortemente viziato da un'irritata, abnorme deformazione della realt. |