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Riflessi di rugiada. Cose sparse di me (Nuove voci)


Maria Allo Libri


"Bellezza, conoscenza, speranza e terapia, così Silvano Arieti definiva il messaggio che la poesia ci dà, un messaggio che arriva dai luoghi infiniti delle fonti primarie dell'anima. Noi ci troviamo di fronte ad una "professionista" della parola che dà "voce" agli stati d'animo, alle immagini che la natura offre mediante il passaggio dall'esteriore e quello interiore che corrisponde all'idea del cosmo dove il divino e l'umano non hanno divisione. Il termine "voce" non va inteso come vagante e causale che il termine "voce" porta con sé. Le liriche dei poeti e, nel caso specifico di Maria, sono scritte con parole cercate sempre oltre il confine, nell'invisibile, ma presenti nell'immediato." (dalla prefazione di Gabriele La Porta)
 
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Flussi di coscienza
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Questa raccolta di poesie sottotitolata Cose sparse di me, che poi il titolo della prima lirica del volume (Nubi imponenti / scavalcano rauche / le cime ondulate / e lontane. /. / Gli errori denudano / e violentano lanima / cose sparse di me). Ecco, in questi versi in cui la natura descritta cos vivamente si rispecchia lanima della poetessa, un travaglio continuo che non urlo di dolore, bens amara e sofferta constatazione.
La poesia di Maria Allo, a verso libero, in effetti un tramite, uno sfogo in cui rivedersi dentro per superare quella dolenza latente che non viene mai meno (da A ridosso dellEtna Lasciatemi cos / chio mi disperda tra gli angeli e le cose/). Faccio presente che il ricorso a quei tre puntini, riscontrabile anche nella prima lirica, quasi una forma di autodifesa. Sembra che lautrice non voglia tanto lasciare spazio al lettore per leventuale completamento del verso, bens intenda mettere un freno inibitore per non andar oltre e quasi per dirci io sono fatta cos.
Che la poesia in genere sia limmagine speculare dellanima penso sia ormai assodato, ma allora perch specchiarsi e mostrare agli altri questimmagine, sovente indistinta? Perch la poesia confessione, liberazione, ricerca di un ignoto contatto che non pone problemi di contrasti dialettici, ma anche un flusso di coscienza che emerge dagli anfratti pi nascosti del nostro io, uno sfogo portato ad altri, senza che sia necessario che subentri una dialettica, insomma unespressione lanciata al vento affinch possa attecchire l dove si trovano anime feconde con cui entrare metafisicamente in contatto.
Maria Allo naturalmente riservata e ha il timore di rivelare la sua intimit, ma ci nonostante lesigenza di aprirsi poeticamente la induce a esporsi, pur con il freno di non superare quel limite che il suo inconscio sentire le pone. E dato che la poesia ricerca, si avverte, lirica dopo lirica, come quel confine astratto e inconsapevole tenda ad allargarsi, proprio perch ogni volta una nuova scoperta di se stessa in un approfondimento che comune a tutti gli autori e che s questo non ha praticamente limiti ( da Postilla ai margini la vita Quante radici appese / allalbero della vita / ciuffi derba strappati / agli argini del fiume / fiori dalbe e tronchi / coni dombra attimi di sosta / effimeri sollievi echi e folate / negli improvvisi abissi /).
Ecco dalla genericit metaforica di questi versi, simbolo di pudore, si passa poi a quelli in cui pi evidente la diretta partecipazione emotiva di Il cielo non basta ( / Sono ubriaca di luce / di tanto in tanto / lungo una strada / dincenso che nutre lagnello / temo il ritorno e le spire / dun mostruoso serpente /).
Bench il senso poetico di un autore sia sempre lo stesso, pur variando le tematiche, Maria Allo ha inteso suddividere la raccolta in quattro sezioni (ognuna preceduta da una succinta ma completa introduzione di Maria Fortunato, e da un riuscito disegno di Deborah Allo).
Troviamo cos la Sezione Intimistica, in cui pi direttamente la poetessa racconta di s (Canto me un po zingara / un po recluta / planata distante / quasi a met su questa terra /), poi quella naturalistica, in cui il paesaggio e lambiente sono predominanti, ma spesso metafore esistenziali ( Che lEstate sia qui / lo sa il mare / il suono delle onde appassionate / sinerpica negli anfratti / tra gli scogli ascolta il passo / di fermenti inermi /), la sezione mitologica, che risente degli influssi del passato della sua terra, miscellanea di popolazioni, espansione degli antichi greci (da Come Vestale Solitaria mi trovo sotto il cielo / aspro di sassi e di silenzio / rugiade antiche rivoltano ferite /) e per ultima una che per certi aspetti affine allintimistica, ma volge di pi al metafisico, cio la sezione anima (Io vivo nel silenzio il mare / nei respiri / sento il suo profumo / ma nellazzurro / la tragedia / della luce / e del mistero).
E indubbio che questopera, per certi aspetti, rappresenti la summa della produzione dellartista, versi nati in epoche diverse e in cui si avverte il flusso del tempo, un lento divenire che tangibilmente accompagna, in un unico filo portante, la poetica di Maria Allo, con liriche che si assestano su un livello di eccellenza, pervenendo addirittura con alcune poesie a vette ai pi inaccessibili.
Mi piaciuta, lho assaporata come chicchi duva rigogliosa colti dal grappolo, un nettare di poesia di cui ancor oggi avverto linconfondibile ed intenso sapore.
La lettura, quindi, senza ombra di dubbio del tutto consigliata.



Renzo.Montagnoli

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