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Il padre guardiano dei Certosini: Romanzo libertino del '700 francese


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A rigore "Le portier des Chartreux", qui tradotto con il titolo "Il padre guardiano dei Certosini", non pu essere definito un romanzo pornografico, perch quando venne pubblicato, nel 1741, non esisteva ancora il termine corrispondente inventato solo qualche decennio dopo, nel 1764, da Restif de La Bretonne per il suo romanzo omonimo "Le pornographe". Fino ad allora tale produzione si sarebbe definita boccaccesca, oscena, libertina, ?letteratura del basso ventre?, ed era racchiusa in libri che si leggevano ?con una mano sola? come si usava dire in Francia. O semplicemente si sarebbe detta ?letteratura clandestina?, come per molto tempo e tuttora viene denominata, visto che non era venduta dai librai-editori dell?epoca nelle botteghe alla luce del sole, ma dai colporteurs (ambulanti) e soprattutto ?sotto mantello?. A rigore anche il termine di ?libertino? verrebbe respinto, visto che secondo Jean-Marie Goulemot il romanzo erotico ignora la nozione di ostacolo, essenziale al romanzo libertino. Qui, nel romanzo erotico, secondo lo studioso citato, non ci sarebbero n seduttore n seduzione, ma dei corpi che si chiamano e si offrono, e in cui l?eventuale cautela si trova ben presto sopraffatta dall?appello del piacere. Ma anche questa definizione non tornerebbe utile al caso nostro, visto che qui si svolge, in vorticose e incessanti suites di scene incandescenti, il gioco della seduzione in tutte le sue forme. Ma se badiamo alla sostanza, secondo uno dei massimi studiosi della letteratura erotica e clandestina, Saran Alexandrian, la pornografia sarebbe la descrizione pura e semplice dei piaceri carnali, mentre l?erotismo questa stessa descrizione valorizzata in funzione di una idea dell?amore o della vita sociale. Ci posta questa definizione con sfumature sanzionatrici, sembrerebbe che l?erotismo possa avere un versante pornografico, ma se cos sar allora difficile negare che anche un romanzo pornografico possa essere altamente erotico, tanto pi che in quest?opera che offriamo in lettura avanzata una precisa idea dell?amore, seppur contrapposta alla vita sociale non solo perch connotata da una forte ?ideologia erotica? ma perch si svolge in massima parte fuori dal consorzio sociale, rinserrata tra le mura chiuse, in quell?hortus conclusus che il convento religioso, che qui assurge a ?luogo separato? ove l?eros sembra essersi rifugiato e dove esso venerato e ?santuarizzato?. Ma certamente il romanzo che qui viene offerto in una nuova traduzione italiana pornografico secondo il comune significato adottato oggi; gli organi sessuali vi sono chiamati con il loro nome e tutto offerto in forma esplicita come non si vedr per alcuni secoli, se si esclude una sola opera che gli pu stare a fianco, ossia "Thrse philosophe", romanzo in cui, non a caso, una delle protagoniste, proprio il "Portier" tiene tra le mani e legge avidamente. Le scene di sesso vi sono insistite, ripetute, infuocate e totalmente libere in tutte le sue combinazioni possibili: tra soggetti dello stesso sesso, tra giovani e vecchi, tra nobili e plebei, tra belli e brutti, tra religiosi e laici ? tra sessi semplicemente. I nostri Saturnin, Suzon, Toinette, Polycarpe non sono semplici "machines foutre?, ma hanno la consapevolezza intima e perfetta dell?estasi in terra che pu procurare quella che Baudelaire chiamer la "noble machine", il corpo. Sono corpi in movimento e in incessante azione: sono pervasi da furore erotico, e non hanno coscienza alcuna della ?tristezza della carne?. Ma se di corpi si tratta vi di scena la valentia delle singole macchine corporee e la forza genitale che esse possono esprimere, che fatalmente pi intensa e pi redditizia in alcuni e pi flebile in altri. Il testo e il sottotesto dell?opera rimandano continuamente a questo furore erotico, espansivo, infinito, totalitario: io ero nel fottere ci che Alessandro era nell?ambizione: desideravo fottere tutta la terra, e dopo essa un nuovo mondo.
 
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