Pubblicato postumo nel 1970 il "Diario intimo" forse l'opera che meglio riassume il carattere "irregolare" della riflessione filosofica di Miguel de Unamuno che "reca con s, da sempre, l'accusa di non essere un pensiero sistematico e di sfumare troppo spesso in poesia", come sottolinea Stefano Santasilia nell'Introduzione. Convinto che la filosofia debba avere per soggetto non il concetto di uomo ma l'uomo nella sua concretezza e partendo dalla convinzione che "il singolare non particolare, ma universale", il pensatore basco affida a queste pagine la testimonianza di un inquieto itinerario umano e intellettuale. Cos il diario personale di chi, vivendo nello smarrimento spirituale, cerca un supplemento di verit capace di superare tradizionali dicotomie (vita/pensiero, cuore/ragione, fede/scienza e cos via), diventa di fatto un diario collettivo che tocca temi e sentimenti universali. Scritto in un linguaggio per larghi tratti familiare e quotidiano, ma intessuto di citazioni e richiami colti e di riferimenti biblici, il Diario intimo non solo un viaggio interiore alla ricerca di s stesso. Unamuno accompagna infatti il lettore alla scoperta di una spiritualit perduta con pagine dove domina il senso tragico della finitezza umana, al fondo rischiarato dalla convinzione che la vita sia la pi straordinaria avventura concessa all'uomo. |