Irène Némirovsky, questa volta, sonda l'animo umano per comprendere cosa  siano l'amore e la passione e cosa  rimanga di tutto ciò  nel rapporto coniugale.  

Siamo negli  anni 20 la guerra ha distrutto  un'intera generazione di giovani   e chi è  sopravvissuto desidera solo godersi i piaceri  della vita.

Protagonista assoluto del libro  è l’agiata e dissoluta   borghesia dell’epoca di cui   la Nemirovsky disegna con grandi e precise pennellate  un mirabile affresco. Quest’ultima, pur  definendosi   anticonformista e originale, uscita indenne e ancora ricca dalla guerra pur concedendosi  a frivolezze e a passioni extra coniugali  che si riveleranno vane, passeggere e soprattutto irte di trabocchetti, non potrà  che scegliere il matrimonio come unica forma di  rapporto sentimentale stabile e duraturo, dove le passioni ormai smorzate si trasformano in una solida amicizia.   

La Nemirovsky sceglie di seguire la storia di due  famiglie, dei loro figli e dell'evolversi delle reciproche storie amorose ed in particolare quelle di  Marianne e Antoine. Questi,  prima amanti, carichi  dell'ebbrezza della passione ma anche della paura di perdersi, di non ritrovarsi più,  dopo varie esperienze avute da entrambi e proprio nel momento in cui la passione sembra essersi definitivamente spenta, decidono di sposarsi  La Nemirovsky  sostiene che  il matrimonio cambia le persone ed il loro modo di rapportarsi di fronte alla vita. La donna, completamente sottomessa all'uomo, destinata totalmente alla vulnerabilità, seppur maturata nell'anima,   sa di essere  esposta ormai a tutti i possibili tormenti. L'uomo, invece, sentendosi  improvvisamente invecchiato, come se ad un tratto potesse morire senza aver vissuto, cerca altrove quella passione e quell'amore che sa di non trovare  più nel coniuge. “Marito e moglie non vedono i lineamenti l'uno dell'altro, non compiono quel lavoro mentale che consiste nel paragonare di continuo l'immagine rimasta nella memoria e quella che hanno davanti in quel preciso momento. Guardano il sorriso e non il disegno della bocca, l'espressione e non la forma degli occhi”  finchè dopo molti anni forse riescono a fare quell'impercettibile sforzo che li porterà a riconoscere il volto di chi condivide con  loro la vita.

Antoine ha una doppia vita: da una parte la famiglia dall'altra l'amante. Questa  occupa il posto che la notte  i sogni occupano nell'esistenza di un malato, ed in cui le allucinazioni sono così intense da soppiantare la vita reale, ma senza perdere quella nota di mistero e di straordinarietà che è la loro caratteristica propria. Ma lui  per l'amante non prova pietà o dolcezza sentimenti che  invece  prodiga solo alla moglie. La desidera è vero, vuole possederla, ma riconosce che il legame con la moglie è un'altra cosa. I due amanti quando sono insieme non provano pudori né hanno il minimo rimorso. Ritrovano il fervore dell'adolescenza “Che è veramente se stessa solo  nei sentimenti più sfrenati, quando il desiderio fisico è così impetuoso, così possente da soffocare la debole protesta dell'anima”.

Marianne invece   è presa dal rapporto con i figli e sembra non accorgersi di nulla o forse non vuol vedere. Nonostante tutto,  il rapporto coniugale prende forma, diventa qualcosa di diverso dall'amore e dalla passione ma di altrettanto se non più profondo. Marito e moglie  si coricano la sera “l'uno accanto all'altro, separati dalle loro speranze, dai loro rimpianti, dai loro sogni, ma uniti dal calore dei corpi, dal dolce torpore del sonno, due in ispirito, ma, già, una sola carne”.

Accade un evento imprevisto. I due amanti hanno la possibilità di  fare un viaggio assieme e di provare  la felicità di stare assieme ventiquattro ore al giorno. La cosa sconvolge la donna. Provare  troppa felicità le fa capire  che quest'uomo, di cui lei è schiava,  che,  pur desiderandola e volendola tutta per sè le impedisce di farsi una propria vita., non lascerà mai la moglie. Così, presa dalla disperazione,  tornata alla vita normale, decide  di uccidersi.

Antoine ne esce distrutto e a quel punto la moglie comprende tutto. Ma il legame coniugale è tanto più forte quanto più si basa sull'ipocrisia, sulla menzogna, sul silenzio, sulla comprensione. ll matrimonio ha bisogno della "maschera”. E così Marianne decide di tacere e di aspettare che le ombre del passato svaniscano da sole. La teoria sostenuta dall'autrice è chiara: le coppie col passare del tempo, pur  non  amandosi  più, pur non dandosi felicità reciproca, pur non essendosi fedeli  non possono  sopportare l'idea di rinunciare l'uno all'altro. “Com'è debole la fonte da cui prende origine il flusso discontinuo, lento e possente dell'amore coniugale”....  “e allo stesso modo, acque miste a fango a terre scure, a radici strappate lungo il corso, formano un fiume   possente, fecondo."

Con quella scrittura perfetta, equilibrata, priva di sbavature, moderna e ricca di  meravigliose descrizioni di quella Parigi che lei tanto ama,  Iréne Némirovsky tratteggia la storia di un amore che con il matrimonio diventa amicizia, sostegno, complicità. Non il fuoco dei primi tempi - che non può persistere - ma la solidità delle certezze, dell'affetto consolidato dalla sempre maggiore conoscenza reciproca.

Un dettaglio del libro. Una delle famiglie protagoniste i Segrè è di chiara origine ebraica. Il libro sarò pubblicato nel 1939 dalle Éditions Albin Michel di Parigi. In quello stesso anno   Irène si converte inutilmente  al cattolicesimo nell'illusione di sfuggire a quello che sarà il suo inesorabile destino.