Il ritratto di un mondo al tracollo e dell'intimo fallimento di un'intera generazione. Il mondo descritto ne "La preda" č la Francia degli anni '30, stretta nella morsa della Grande Depressione, e il compito di rappresentare una generazione di giovani spogliati di ogni ideale, di ogni sogno, di ogni aspirazione č affidato a Jean-Luc Daguerne che decide di sfuggire alla minaccia di un destino segnato. La sua famiglia č in rovina, la disoccupazione č alle stelle, la societŕ scricchiola e fosche nubi si addensano all'orizzonte storico. L'unica salvezza č il potere, che resiste a ogni crisi. E Jean-Luc farŕ di tutto pur di ottener-lo. Sacrificherŕ gli affetti, soffocherŕ gli scrupoli, accetterŕ compromessi e tradimenti, manovrerŕ la vita propria e altrui come uno stratega seduto dietro una scacchiera. E perderŕ tutto nel breve spazio di un incontro. Tra le braccia di Marie le sue ombre si dissipano, rischiarate da una luce ardente, sconosciuta sino ad allora: la sorda ambizione cede il passo a un profondo senso di abbandono e sotto la scorza del cinismo riemergono passione e tenerezza. E a questo punto che, con un rovescio di prospettiva, vincitori e vinti, vittime e carnefici, prede e predatori invertono i loro ruoli, il male cambia volto e gli opposti destini si predispongono a un medesimo epilogo. Il talento lucido, affilato, vigoroso di Irene Némirovsky sa restituire le dolenti contraddizioni che abitano l'animo umano. |