L'undicesimo romanzo di Jonathan Coe una storia dei nostri tempi: dal suicidio di David Kelly, lo scienziato britannico che aveva rivelato le bugie sulla guerra in Iraq, agli anni austeri della Gran Bretagna che conosciamo oggi. un romanzo su quell'infinit di piccole connessioni tra la sfera pubblica e quella privata, e su come queste connessioni finiscano per toccarci, tutti. un romanzo sui lasciti della guerra e sulla fine dell'innocenza. un romanzo su come spettacolo e politica si disputino la nostra attenzione, e su come alla fine probabilmente lo spettacolo ad avere la meglio. un romanzo su come 140 caratteri possono fare di tutti noi degli zimbelli. un romanzo su cosa significhi vivere in una citt dove i banchieri hanno bisogno di cinema nelle loro cantine e altri di banche del cibo all'angolo della strada. un romanzo in cui Coe sfodera tutta la sua ingegnosit, il suo acuto senso della satira e la sua capacit di osservazione per mostrarci, come in uno specchio, il nuovo, assurdo e inquietante mondo in cui viviamo. |