La sintetica storia della narrativa di spionaggio che viene qui presentata prende le mosse dall?americano Fenimore Cooper, scomparso nel 1851, e giunge sino ai nostri giorni: a Grard de Villiers, a Jean Bruce, a John Le Carr, a Len Deighton, a Ken Follet e tanti altri. Il libro si propone anzi tutto d?informare ( infatti corredato di una pur sommaria appendice bibliografica), ma ancor pi si preoccupa di smentire i tanti luoghi comuni che vorrebbero inficiare certi generi narrativi, specialmente il giallo e lo spionaggio. La distinzione tra generi, specie quando si utilizzi il criterio dell?argomento trattato per ricondurre un romanzo ad un genere piuttosto che a un altro, induce spesso a conclusioni fallaci: possono toccarsi temi elevati e suggerire banalit, mentre persino James Bond pu indurre a volare alto. C? poi un problema italiano. Infatti la letteratura d?intelligence appartiene quasi tutta al mondo anglosassone, mentre da noi il pianeta dei servizi segreti lasciato ai giornali (talvolta alle aule giudiziarie), e i coraggiosi scrittori che si avventurano su questo terreno sono guardati con cipiglio. |