Ci sono sue pagine cos magnetiche e luminose che chiamano l?applauso. Di pi, la sua letteratura una salvaguardia del nostro vocabolario, abile com?era nell?utilizzarlo tutto, come un pittore che non dimentica nessuna tonalit, nemmeno quelle ai margini pi distanti della tavolozza. Alberto Schiavone Un racconto lungo che ha tutta l?aria di essere un capolavoro del suo genere. Eugenio Montale In questo romanzo, che Montale salut come 'un capolavoro del suo genere', Giovanni Arpino racconta una storia enigmatica e trascinante, in una prosa veloce, ritmata e fluida, di presa immediata sul lettore. Sullo sfondo della Torino del 1950, tutta insegne FIAT e squilli di tromba nei cortili delle caserme, con il Po che scorre gonfio colore della terra, Antonio Mathis, impiegato quarantenne, uomo rispettabile ma senza qualit, privo di coraggio e di desideri, vive chiuso in una quotidianit insensata, tra una fidanzata del tutto priva di passione e futili, volgari colleghi d?ufficio. Ma da qualche mese cova un segreto indicibile dentro di s. Sulla piattaforma del tram 21, ha incontrato lo sguardo di una suora giovane, piccola, bianca e rosa, di vent?anni, con cui instaura man mano un rapporto ambiguo, fatto di paure, attese, inseguimenti, esitazioni, presagi d?amore, in un crescendo perfettamente ossessivo. Arpino fa parlare Antonio Mathis in prima persona. Ma si scopre che lei, Serena, questo il nome della novizia, a tirare le fila della storia, con una incrollabile certezza di innocenza, con una astuzia infantile e contadina che ribalta il suo silenzio di mesi nella tintinnante loquacit di una notte. La suora giovane immette nel realismo una vena di grazia e di mistero che va oltre il tempo, e che anche il lettore di oggi sapr sicuramente amare. Giuseppe Conte |