Chi è Bortolo? Chi è siora Nina? A chi appartengono le voci senza volto, candide e petulanti, dei tanti Barba Toni e Barba Checo che di continuo si intromettono come fantasmi? Se vi fa piacere pensate pure ai fantasmi, ma se preferite uno scenario più vivo e più reale, immaginate allora dei vecchi marittimi in pensione che trascorrono le loro giornate sedendo al sole e filando ricordi come fanno tutti i vecchi. E più i vecchi son vecchi, si sa, più i loro ricordi diventano preziosi, remoti, fiabeschi. Così le storie di Bortolo fanno emergere dalle nebbie della Storia tutti gli uomini del re, gli appartenenti a quella Duplice Monarchia che si chiamò Impero austro-ungarico; soprattutto richiamano in vita quei ?piccoli? uomini della Marina Austriaca (che allora parlava tutta l?italiano), incrociandone le vicende con quelle dei ?grandi? della famiglia imperiale, e ci lasciano intendere ? ammiccando ? che, nel raffronto, quei ?piccoli? non erano poi così ?piccoli? e i ?grandi? non così ?grandi?. Sono ancora storie di armatori astuti e taccagni, di comandanti e capomacchinisti che coltivano strane manie, di cambusieri e marinai per lo più rissosi e burloni, talvolta ingenui, sempre bizzarri, che muovono dalle Vecchie Province e, varcati i sette mari, approdano a città lontane dai nomi fascinosi per vivere avventure o disavventure; senza dimenticare le vicende che si svolgono nel piccolo universo che va dalle Bocche di Càttaro al Golfo del Quarnero, a Trieste, sull?altra costa dell?Adriatico dove ci sono ?otocentosetanta tra isole e isole minori senza contare i scòi?. |