Grigna e Monte Bianco, Grand Capucin e Lavaredo, e poi K2, Dru, Cerro Torre, G4, Grandes Jorasses, Cervino: bastano po- chi nomi per capire che il protagonista di queste pagine e? Walter Bonatti, il grande alpinista che qui racconta le proprie im- prese piu? entusiasmanti ma anche quelle piu? tragiche, come l?odissea tra le nevi del Pilone Centrale, o amare, come quella le- gata alla spedizione del 1954. Scalate ed emozioni estreme, dunque, e non solo: a questa appassionante antologia Bonat- ti volle aggiungere, oltre al racconto dei suoi ultimi viaggi in Patagonia, le sue ri- flessioni sulla montagna come fonte di in- canto e di saggezza, di etica e di bellezza, sul potere della solitudine, sull?alpinismo come strumento di ricerca interiore. E sulla necessita? di inseguire, consapevol- mente e per tutta la vita, i propri sogni. Adesso io conosco meglio me stesso e cio? che ho fatto. So quello che voglio da me e dagli altri. Ho piu? chiaro in cuor mio che delle mete regalate non hanno valore, poiche? vanno prima sognate e poi guada- gnate. Questa e? la mia conclusione, al di la? delle vette raggiunte, dei luoghi esplo- rati, dei successi ottenuti. |