La terza parte del "Giornale" ci consegna un artista che, bench ormai consacrato a livello internazionale, non interrompe la sua ricerca della bellezza e delle potenzialit del corpo, proprio e dei suoi performer, con accenti di volta in volta poetici, erotici, innovativi, ossessivi. Jan Fabre alterna, senza giri di parole n peli sulla lingua, riflessioni e descrizioni intime della sua vita diurna e notturna a considerazioni sulle sue molteplici attivit artistiche in giro per il mondo e su importanti personaggi dell'ambiente artistico e teatrale. Sono anni cruciali, in cui Fabre intensifica le ricerche sulle trasfigurazioni e reazioni del corpo umano alla disciplina in rapporto con la libert di movimento e con il caos. Da un punto di vista teatrale prenderanno forma opere come "Silent Screams", "Difficult Dreams", "Una donna normale da morire" e "L'imperatore della perdita"; in campo artistico in questo periodo sar concepito tra l'altro, dopo un incontro con la regina Paola, "Heaven of Delight", progetto che porter alla famosa opera realizzata nel Palazzo Reale di Bruxelles nel 2002. Queste pagine evidenziano con quanta consapevolezza Fabre rielabori da par suo innumerevoli fonti: I miei testi teatrali sono pezzi, frammenti e schegge rubati da filosofie artistiche, dalla bellezza, dalle religioni e dalle parodie scientifiche [...] Il genio si appropria del diritto di rubare tutto quello che vuole per creare un'opera d'arte geniale. |