? Chiara Evangelista si insinua tra le cose di mezzo dell?esistenza e sceglie la poesia come codice comunicativo per raccontare il suo tempo di fare, disfare e pensare, per colmare tutti quei vuoti immanenti con cui ogni giorno abbiamo a che fare.? (Nicola Vacca sul suo blog Zona di Disagio) ?Di solito non facile parlare di un libro d?esordio di un autore giovanissimo, ma nel caso di Chiara Evangelista (giovane poetessa leccese che studia a Milano), il compito mi stato facilitato dalla felicit sorgiva dei suoi versi, dal contesto di barcollamento e rinascita esistenziale stemperato in uno stile giocoso e ritmico, anzi a tratti musicale dei versi. Infatti leggendo questi versi, si viene risucchiati in un piccolo vortice di emozioni e di danza delle parole che oscillano tra il nulla, la consapevolezze del dire, del fare e del voler essere e un inventario quotidiano di pronomi, ballate, novalgine, evidenziatori gialli e ?desiderata?, e vista la giovane et della poetessa, garanzia di contestualizzazione del quotidiano ma con uno sguardo visionario e ludico al futuro.? (Donato Di Poce su L?Ottavo.it) |