Il turismo è l?industria più importante di questo nuovo secolo, perché muove persone e capitali, impone infrastrutture, sconvolge e ridisegna l?architettura e la topografia delle città. Con la lucidità del suo sguardo sociologico, d?Eramo tratteggia i lineamenti di un?epoca in cui la distinzione tra viaggiatori e turisti non ha più senso e recupera le origini di questo fenomeno globale, osservandone l?evoluzione fino ai giorni nostri. La nascita dell?epoca del turismo rivive attraverso le voci dei primi grandi globetrotter, a partire da Francis Bacon, passando per Samuel Johnson, fino a Gobineau e Mark Twain, che restituiscono una concezione del viaggio ancora elitaria e che, tuttavia, porta con sé quella ricerca del diverso, del selvaggio e dell?autentico tipica di ogni esperienza turistica. E proprio a questo spasmodico bisogno di autenticità si è adeguato il panorama urbano in cui viviamo oggi. Con una fondamentale precisazione: l?autenticità che appartiene alla logica del turismo è un?autenticità fasulla, che soddisfa le aspettative del turista piuttosto che offrire un?istantanea reale ? e dunque non sempre piacevole o di facile interpretazione ? di un certo luogo. Al punto da generare intere città turistiche, come Las Vegas o l?analogo esempio cinese di Lijiang, dove la Torre Eiffel può essere esportata e riprodotta di fianco al Canal Grande. Se il turismo è un?industria, i turisti sono il suo mercato e le varie città turistiche entrano in competizione per conquistarsene una fetta. Attraverso un percorso urbano che si sviluppa su tutto il mappamondo, d?Eramo smaschera la dialettica del fenomeno turistico e la affronta senza pregiudizi snobistici, collocandola nello spirito del suo tempo. |