Alcuni anni fa, nei suoi percorsi e studi da storico, Barbero ha incontrato una storia che non poteva essere racchiusa in un saggio. Ed quella di Alabama, che pur non essendo nato come reazione alla storia recente ne anticipa i motivi profondi, scandagliandone l?oscurit delle viscere. la vicenda di un eccidio di neri, di negri, durante la Guerra di Secessione, la prima grande lacerazione nazionale che divide il paese tra chi vuole bandire la schiavit e chi non ne ha nessuna intenzione. Ed la storia di bianchi pulciosi e affamati che vanno in guerra per pochi spiccioli e che sentono il diritto naturale di fare dei negri quello che vogliono. Tutto questo diventa il racconto fluviale, trascinante, inarrestabile, dell?unico testimone sopravvissuto, Dick Stanton, soldato dell?esercito del Sud, stanato e pungolato in fin di vita da una giovane studentessa che vuole ricostruire la verit. Verit storica e romanzesca, perch Barbero inventa una voce indimenticabile, comica e inaffidabile, logorroica e irritante, dolente e angosciosa, che trascina il lettore in quegli abissi che ancora una volta si sono riaperti. Il nuovo romanzo di Barbero va davvero a toccare i tratti del carattere americano che sono deflagrati negli eventi dell?ultimo anno e degli ultimi mesi: la questione del suprematismo bianco, il razzismo profondo che innerva persino le istituzioni, la mentalit paranoica, l?orgoglio e la presunzione di farsi giustizia da s, la violenza che scaturisce dalla povert, dalla rabbia, da ci che si vive come ingiusto sulla propria pelle e che si rovescia su chi ancora pi debole. |