Abbondano in circolazione i "profeti di sventura" che raccontano come ineluttabile e irreversibile il declino dell'umanit, angosciata e paralizzata dalle paure, dal senso di distruzione che investe tutto il pianeta, cos fragile e vulnerabile, dalla disperazione che prende milioni di donne e uomini di fronte ai pericoli invincibili della povert, della fame, dell'ignoranza, delle guerre, delle malattie endemiche. Anche nell'Occidente opulento e civilizzato incombe la paura e l'incertezza, generati da un senso di sconfitta. come se il destino sia sfuggito di mano e non ci sia pi il luogo per acciuffarlo. Cos si radicata un'inerzia che impedisce di pensare il cambio di rotta, di immaginare inediti modelli e stili di vita che rendano giusti i rapporti tra le persone e sostenibile la relazione con Madre Terra e con tutte le creature. Si preferisce, perdendo ogni fede e, quindi, ogni fiducia ritrarsi in una solitudine cosmica, unica compagna della quotidianit. Eppure, se siamo stati creati a "immagine di Dio" non pensabile che Egli ci voglia lasciare infelici, smarriti e senza pi mete. Se Egli ha scelto, nel suo unico Figlio, di condividere la nostra umanit perch la ritiene intrisa di bellezza, di splendore: ci ha proposto di essere costruttori di un "regno altro", rispetto alla mondanit di ogni altro potere civile o religioso. Queste pagine rilanciano il diritto a sperare, come una concreta scelta di impegno per dare una forma diversa al nostro futuro possibile. |