"La pubblicazione delle Leggi Razziali, la loro applicazione, l'inasprimento del trattamento degli ebrei durante i mesi della guerra e poi della Rsi, fino alla sottomissione irresponsabile alla diabolica macchina di sterminio nazista con le deportazioni, non possono che dimostrare, al di l degli iniziali accomodamenti e strategie di nascondimento, una precisa volont antisemita del regime fascista. Che oggi assolutamente impossibile giustificare o tentare di nascondere. Pi in generale l'applicazione delle Leggi razziali fu permessa da un generale ottundimento degli italiani che in buona parte, per quieto vivere, non si esposero troppo a favore degli ebrei, salvo figure e istituzioni di grande valore morale e spirituale. In seguito, il fallimento parziale della campagna razzista che, pur mietendo migliaia di vittime, non raggiunse mai la follia di quella nazista permise addirittura a quella parte di cittadinanza ignava, la cosiddetta zona grigia, di costituirsi "un comodo alibi - come scrive Renzo De Felice nella sua "Breve storia del fascismo" - dietro cui nascondere il proprio opportunismo e tacitare eventuali rimorsi di coscienza". E questo se vogliamo la cosa pi grave: primo, la dimenticanza dei fatti, secondo, la rimozione della colpa. Al contrario, la mostra "Leggi razziali. Una tragedia italiana" tanto intensa soprattutto nella sua volont didattica un piccolo ulteriore tassello per la ricostituzione di una memoria collettiva dopo decenni in cui non stato possibile, per motivi ideologici, arrivare alla definitiva comprensione dei processi che hanno condotto a questa aberrazione. Solo sulla reale metabolizzazione della propria storia e dei propri errori, si pu per fondare una nazione veramente democratica, aperta, in cui i valori fondanti siano condivisi da tutti, in cui i diritti fondamentali siano garantiti per tutti". (SANDRO BONDI, Ministro per i Beni e le Attivit Culturali). Il catalogo a cura di Bruno Vespa e Marcello Pezzetti, con il coordinamento di Alessandro Nicosia. |