Antonio Albanese nasce il 10 Ottobre 1964 a Lecco, Italia.
'Io dico innanzitutto che la mia 'musicalità' è jazz, perché è libertà pura'. Proprio un grande del jazz, Erroll Garner, accompagnò gli esordi artistici di Antonio Albanese in Misty, spettacolo di Danilo Manfredini, nonché celebre brano del compositore americano. Da allora, ha usato il suo corpo (tic, andature, mimiche facciali) per arricchire gli spartiti della sua recitazione tanto da essere considerato lui stesso uno strumento. Nato a Olginate(Lecco) il 10 ottobre 1964 da una famiglia di origine siciliana, nel 1991 si diploma alla Civica Scuola d'Arte Drammatica di Milano. Dopo aver debuttato come attore di cabaret allo Zelig di Milano, nel 1992 ottiene un grande successo con Uomo, realizzato in collaborazione con Fabio Modesti e Fabio Amato, spettacolo che resta in cartellone fino al 1996. Nel frattempo ha conquistato una grande popolarità televisiva comparendo nei varietà satirici Su la testa...! (1992/1993), con Paolo Rossi e, soprattutto, Mai dire gol (1993/1994), dove presenta personaggi comici come il timido Epifanio, il contestatore-macho Alex Drastico o il giardiniere Pierpiero, i cui monologhi finiscono presto dentro un libro (Patapim e Patapam, Baldini & Castoldi, 1994). Nel 1996 debutta sul grande schermo con un ruolo 'serio', (Vesna va veloce, Carlo Mazzacurati), ma già l'anno dopo, quando passa dietro la macchina da presa, torna a far ridere anche se dentro una storia dai contorni malinconici. In Uomo d'acqua dolce (Antonio Albanese,1996), scritto insieme a Vincenzo Cerami, interpreta un signore che dopo un colpo in testa perde la memoria ed è costretto a vagabondare cinque anni lontano dalla sua famiglia. E quando torna a casa non viene accolto a braccia aperte, a differenza di un altro celebre 'smemorato', l'Harrison Ford di A proposito di Henry (Mike Nichols, 1991). Negli anni successivi alterna la sua attività tra cinema e teatro, spostandosi in lunghe trasferte attraverso l'Italia per poi tornare a Bologna, la città dove vive con la moglie e la figlia. Insieme a Michele Serra ed Enzo Santin scrive Giù al Nord (regia di Giampiero Solari, 1997) e anche da questo spettacolo trae un libro (Giù al Nord, Einaudi, 1998). Al cinema è scelto da Paolo e Vittorio Taviani per il ruolo di Felice, un ex baritono costretto a fare il contabile e destinato ad un tragico destino nonostante sia allietato da esilaranti sogni notturni (Tu ridi, 1998). L'anno dopo dirige il suo secondo film, La fame e la sete (1999), scritto ancora insieme a Vincenzo Cerami, dove carica i suoi personaggi di un po' di cinismo e cattiveria. In seguito s'ispira, a suo modo, ancora alla musica per rappresentare a teatro un testo di Stefano Benni Concerto apocalittico per Grilli, Margherite, Blatta e Orchestra (1999), sulle note di Ennio Morricone e Luca Francesconi. Accanto a Fabrizio Bentivoglio si spinge a compiere una folle impresa, quella di rubare La lingua del santo (Carlo Mazzacurati, 2000), presentato in concorso al 57° Festival di Venezia.