Biografia Antonio Ranieri |
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Antonio Ranieri (1836-1888), storico e deputato amico di Leopardi, nel 1836 viene condannato a 45 giorni di detenzione, colpito dalla censura borbonica per aver pubblicato un libro ritenuto eversivo: Ginevra. Già l’anno prima la pubblicazione della sua Storia del regno di Napoli era stata sospesa. La stampa della seconda parte di Ginevra viene bloccata dalle autorità. Nel 1839 Ranieri riesce finalmente a far stampare il romanzo completo in Svizzera, presso la Tipografia Elvetica di Capolago. Il ministro di polizia Del Carretto, a Napoli, ordina l’arresto di Ranieri. Il ministro dell’interno, Nicola Santangelo, propone a Ferdinando II di far rinchiudere Ranieri in ospedale e il Re gli risponde con ironica arguzia: “Si, perch’ei faccia un romanzo anche su quello spedale e sul denaro che vi si ruba”. È un aneddoto, ma rende bene il clima dell’epoca.
La trama è semplice: un’orfana della Nunziata, il brefotrofio di Napoli dell’epoca, subisce sfruttamenti e angherie di ogni genere, perfino lo stupro da parte del cappellano. Scrive la sua storia per il confessore prima della morte. E Ranieri finge di averne trovato il manoscritto. Con questo lavoro Ranieri anticipa Luigi Mastriani de I misteri di Napoli e Eugene Sue de I misteri di Parigi, e inaugura il “romanzo sociale” in Europa. Ginevra, redatto in una lingua ormai datata e con eccessi retorici, è riproposto oggi, a cura di Vincenzo Guarracino. Leggerlo può far capire cosa fosse il degrado della vita degli “strati inferiori”, come li chiama Ranieri, in quell’ ”Italia dismembrata” (prima dell’unità).
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