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Biografia Edward Albee
Edward Albee
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Edward F. Albee, grande drammaturgo americano vivente oltre che produttore di testi altrui dei quali ha curato superbi adattamenti, nacque a Washington il 12 Marzo del 1928 e fu adottato a poche settimane di vita da genitori miliardari coinvolti in imprese teatrali; essi avrebbero voluto farne un magnate influente e rispettabile mentre egli, creativo e anticonformista, si sentiva attirato dagli artisti e dagli intellettuali. Dopo studi irregolari (fu espulso da diverse scuole), nel 1950 andò ad abitare al Greenwich Village di New York ove svolse diversi umili lavori, dedicandosi infine alla scrittura teatrale. Dal 1989 al 2003 è stato docente (“distinguished Professor”) presso la “School of Theatre” della Huston University, promuovendo il teatro americano universitario con “lectures” in giro per l’America, in mezzo all’entusiasmo degli studenti e degli organizzatori (Albee è un affascinante oratore pieno di humour).
I suoi primi testi, ricchi di polemica sociale, di arguti dialoghi e di buona caratterizzazione psicologica, includono i piacevoli atti unici “Lo zoo (Zoo Story)” (1958), “La sabbiera (The Sandbox)” (1960), “Il sogno americano (The American Dream)” (1960) e “La morte di Bessie Smith (The Death of Bessie Smith)” (1960). Essi risentivano l’influenza dei temi e delle tecniche rappresentative di Tennessee Williams: come lui, Albee tentava di squarciare il velo dell’incomunicabilità per mezzo di un linguaggio sferzante e vigoroso. Fu salutato come una luminosa promessa del teatro, come colui che aveva dato inizio in America al Teatro dell’Assurdo, ispirandosi agli europei Jean Genet, Eugène Ionesco, Samuel Beckett e Harold Pinter. Nel 1960 ricevette l’Obie Award.
I drammi “Chi ha paura di Virginia Woolf? (Who’s Afraid of Virginia Woolf?” (1961-2) - vincitore del Tony Award (1963) e del Grammy Award (1964), rappresentato anche in Italia, dal quale fu tratto nel 1966 il bel film di Micke Nichols, premiato con 5 Oscar, con Elizabeth Taylor e Richard Burton - e “Un equilibrio delicato (A Delicate Balance)” (1966), vincitore del premio Pulitzer (1967), lo imposero all’attenzione sia nazionale sia internazionale come un autore moderno - tra i maggiori della drammaturgia americana - in grado di mettere in scena con aspro umorismo e in modo crudo ma metaforico tutte le innumerevoli nevrosi dell’America contemporanea e il vacuo panorama degli anni Sessanta, ove tabù e falsi valori avevano spinto alla deriva l’umanità, stravolgendone il mondo reale. Seppe dare, soprattutto, un ritratto sconvolgente e doloroso degli aspetti psicopatologici della relazione matrimoniale, per lui una logora convenzione ormai superata.
Il successo di pubblico si è alquanto appannato con i lavori seguenti: “Tiny Alice (Piccola Alice)” (1964), “La scatola (Box)” (1969), “Tutto finito (All Over)” (1971), “Marina (Seascape)” (1974) - anch’esso vincitore del Pulitzer - , “La signora di Dubuque (The Lady from Dubuque)” (1977-8) e “L’uomo a tre braccia (The Man Who Had Three Arms)” (1981). Con “Tre donne alte (Three Tall Women)” (1991) ha invece recuperato il suo pubblico e la notorietà, guadagnandosi il terzo Pulitzer e il Best Play Award del New York Drama Critics e dell’Outer Critics Circle; con “La capra, o Chi è Silvia? (The Goat, o Who is Sylvia?)” (2000) ha bissato il successo, vincendo un Tony Award. Entrambi questi drammi affrontavano in modo più aperto i tabù del sesso e l’autobiografico tema dell’omosessualità. Nel 2005, ha pubblicato “Sforzando il mio pensiero: Saggi 1960-2005 (Stretching My Mind: Essays 1960-2005)”, una raccolta di scritti sul teatro, sulle arti visive, e sulla letteratura e il suo peso nella cultura e nella politica, che includeva anche un’attenta discussione sull’importante problema della repressiva censura governativa.
Albee è stato insignito di numerosi altri premi, come la Medaglia d’Oro per il Dramma dell’American Academy and Institute of Arts and Letters (1980), la Medaglia Nazionale delle Arti (1996), il The Kennedy Center Honors (1996), e il Tony Award alla carriera (2005). E’ presidente della “Edward F. Albee Foundation”, che sponsorizza il “William Flanagan Creative Person Center” (una colonia culturale in Montauk, NY, destinata a fornire possibilità e spazi ai giovani scrittori e agli artisti di talento). Edward Albee nel 2005 ha perduto l’amato compagno di una vita, lo scultore Jonathan Thomas, deceduto per cancro.   

Di Silvia Iannello

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