Biografia Eugenio Corti |
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Eugenio Corti nasce a Besana in Brianza il 21 gennaio 1921, primo di dieci figli. Il padre Mario è un industriale del tessile che si è comprato la fabbrica da operaio. Frequenta il collegio San Carlo di Milano (ginnasio e liceo classico): nonostante i genitori avessero stabilito per lui studi di ragioneria (per lavorare nella ditta familiare). La guerra interrompe anche per lui la scuola. Agli inizi di febbraio 1941, Corti si presenta alla caserma del 21° Reggimento Artiglieria Divisionale a Piacenza per un primo addestramento di sei mesi. Seguiranno altri sei mesi alla Scuola allievi ufficiali di Moncalieri, dove diventa sottotenente. Nel frattempo inoltra la richiesta di essere destinato al fronte russo, così motivata: "Avevo chiesto di essere destinato a quel fronte per farmi un'idea di prima mano dei risultati del gigantesco tentativo di costruire un mondo nuovo, completamente svincolato da Dio, anzi, contro Dio, operato dai comunisti.". Corti arriva in Russia con l’Armir in tempo per essere protagonista della disfatta del dicembre ’42. Questi 28 giorni sono i più drammatici della vita di Corti, narrati ne “I più non ritornano”: solo la sera del 16 gennaio riesce ad uscire dall'accerchiamento russo con pochi altri superstiti. Viene ricoverato prima a Leopoli, base italiana di transito, poi a Merano. L’armistizio lo coglie nel Lazio da dove riesce ad aggregarsi dopo una lunga marcia ai reparti del nuovo esercito “Gli ultimi soldati del Re”. Nel dopoguerra si laurea in legge e pubblica il primo libro sulla Russia. L’impegno del lavoro in azienda non gli impedisce di scrivere e da alla luce “Processo e morte di Stalin, scritto tra il 1960 e il 1961, sulla tragedia russa. I tempi non sono propizi per attacchi riservati solo alle caste di partito e Corti viene emarginato dal mondo della cultura. Agli inizi degli anni '70, Corti matura la decisione di dedicarsi completamente alla scrittura: la mastodontica opera cui sta per mettere mano, Il cavallo rosso, non consente nessun'altra occupazione. Gli undici anni di studio ed elaborazione dell'opera, infatti, assorbono completamente l'artista: leggendo il libro risulta evidente l'enorme sforzo storico e documentario compiuto dall'autore per offrire un romanzo che presenti una assoluta fedeltà agli avvenimenti. Nel 1983 il testo de Il Cavallo Rosso raggiunge la forma definitiva. Sorgono tuttavia problemi di pubblicazione, di natura politica ed economica (il manoscritto supera le 1500 pagine). Corti pertanto si rivolge a Cesare Cavalleri, direttore delle Ed. Ares. Il romanzo riscuote un grande successo in Italia (finora sono state già pubblicate 19 edizioni) e all'estero, con traduzioni in spagnolo, francese, inglese, lituano, rumeno e russo
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