Biografia Jack Williamson |
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Jack - John Stewart - Williamson (usò talora anche lo pseudonimo di Will
Stewart) è stato il maestro della fantascienza americana e l’iniziatore della
“Science-Fiction”. Nacque a Brisbee (Arizona) il 29 Aprile 1908 e nel 1915,
insieme alla famiglia, si trasferì a Portales nel New Mexico su un carro da
pioniere. Da sempre interessato alla letteratura, la locale biblioteca contribuì
a migliorare la sua educazione. Di carattere nevrotico e ricoverato presso una
clinica psichiatrica nel 1933, si sottopose a un lungo trattamento
psicoanalitico. Si laureò in Inglese presso la Eastern New Mexico University di
Portales, e si perfezionò poi in Letteratura Inglese presso la Colorado
University di Boulder con una tesi su Herbert George Wells (1866-1946), lo
scrittore inglese che insieme al francese Jules Verne (1828-1905) è
considerato il padre della fantascienza. A Wells, più tardi, Williamson dedicò
il saggio “H.G. Wells: Critica del progresso (H.G. Wells: Critic of Progress)”
che nel 1972 vinse il Pilgrim Award. Appassionato da sempre di fantascienza,
fu un autore molto prolifico che scrisse e pubblicò ininterrottamente per circa
70 anni, vincendo premi prestigiosi ancora in tarda età. Egli diede nobiltà
letteraria a un genere dai molti estimatori ma considerato di serie B. Esordì
alla fine degli anni venti su “Weird Tales” con diversi racconti di avventura
fantascientifica, quali “L’uomo di metallo (The Metal Man)” (1928),
“L’intelligenza aliena (The Alien Intelligence)” (1929), “La ragazza verde (The
Green Girl)” (1930), “Il popolo d’oro (Golden Blood)” (1933) - storia di una
spedizione in un deserto arabico alla ricerca di un tesoro misterioso - e
“Xandulu” (1934). Virò in seguito verso una fantascienza dello Spazio più nuova
e tecnologica, pubblicando sulle più prestigiose riviste sull’argomento
(“Amazing Stories”, “Wonder Stories” e “Astounding Science-Fiction”) un
ciclo di storie spaziali dedicate alla forza militare e di polizia del Sistema
Solare, i cui protagonisti erano in qualche modo ispirati ai tre moschettieri di
Alexandre Dumas e al John Falstaff di Shakespeare. Questo ciclo (pubblicato in
seguito in forma di romanzi) è costituito da “La legione dello Spazio (The
Legion of Space)” (1934), i cui i protagonisti hanno ispirato negli anni ‘50 la
moderna fantascienza del grande Isaac Asimov; “Quelli della cometa (The
Cometeers)” (1936) con gli stessi protagonisti; e “L’enigma del basilisco (One
Against the Legion)” (1939). Questi testi furono poi ripubblicati in
versioni rivedute e corrette, come “L’incognita di spazio-no (Nowhere
Near)” (1967) e “La regina della Legione (The Queen of the Legion)” (1983).
In “La legione del Tempo (The Legion of Time)” (1938), Williamson immaginò
una legione di viaggiatori nel Tempo con importanti conseguenze nello
svolgimento degli eventi presenti e futuri; l’idea fu poi ripresa ampiamente e
con fortuna nella successiva letteratura di fantascienza e nel cinema. Con il
“Millennio dell’antimateria (Seetee Ship - Seetee Shock)” (1942, 1950) rimase
nel filone della narrativa di fantascienza mentre con “L’impero dell’oscuro
(Realm of Wizardry)” (1940) s’ispirò a un puro tema di fantasia: il mito di
Teseo. Col passare del tempo, iniziò ad applicare rigorosi metodi
scientifici e acuti intenti tecnologici ai suoi racconti fantastici;
appartengono a questo periodo “Il figlio della notte (Darker Than You Think)”
(1948), in cui mescolava horror e fantascienza, e il ciclo degli “Umanoidi (The
Humanoids)”, costituito da diversi racconti e da un romanzo pubblicati tra il
1947 e il 1980, nei quali ante-litteram parlò di robot e intelligenze
artificiali, attribuendo ai suoi protagonisti una misteriosa sensibilità
psichica. Insieme a James E. Gunn, un brillante autore di fantascienza,
pubblicò “Un ponte tra le stelle (Star Bridge)” (1955), considerato tra i
capolavori del filone letterario di fantascienza, che si svolge in un Impero
stellare che si mantiene forte con grandiosi «filamenti dorati» che uniscono
tutti i mondi tramite un’immensa ragnatela. In collaborazione, invece, con
Frederick Pohl (altro maestro della fantascienza) pubblicò tra il 1954 e il 1958
la trilogia de “La città degli Abissi”, e tra il 1964 e il 1969 quella di
“Scogliere dello spazio (The Reefs of Space)”. Nel 1972 comparve il romanzo “I
figli della luna (The Moon Children)”, ispirato dagli sbarchi sulla luna e
improntato a una fantascienza più umanistica e timorosa dei possibili errori
futuri del genere umano. Nel 1976 gli fu conferito il “Grand Master Award”
alla carriera. Nel 1982 pubblicò l’autobiografia “Figlio del miracolo: la
mia vita nella Science-fiction (Wonder’s Child: my Life in Science-Fiction)”,
tanto brillante da essere premiata con l’Hugo Award. Del 1992 è “Sabbie Rosse
(Beachhead)”, mentre nel 1997 pubblicò “Il sole nero (The Black Sun) ” dedicato
all’esplorazione umana in altri sistemi solari sconosciuti. Nel 2001 con
“Terraforming Earth”, romanzo nato dal racconto lungo “La terra definitiva (The
Ultimate Earth)”, Williamson vinse l’Hugo Award e il Nebula Award. Nel 2005
pubblicò infine l’ultimo suo romanzo: “La porta di Stonehenge (The Stonehenge
Gate)”. Il suo prestigio e la sua autorevolezza furono tali che fu invitato
come docente di Letteratura di Fantascienza - il primo nella storia della
cultura accademica - presso la Eastern New Mexico University di Portales, ove si
era laureato e ove rimase per tutta la vita; infatti, dopo il ritiro nel 1977,
fu nominato Professore Emerito e visse in stretto contatto culturale con
l’Istituzione che amava. Morì nella sua casa di Portales il 10 novembre del 2006
all’età di 98 anni.
Di Silvia Iannello
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