Biografia Lidia Storoni Mazzolani |
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Lidia Storoni Mazzolani (Roma, 1911 – Roma, 2006) era una specialista di storia antica. Come storica, si occupò in particolare dell'epoca imperiale, pubblicando diversi saggi importanti fra cui si devono ricordare L'impero senza fine (Rizzoli 1972), Vita di Galla Placidia (Rizzoli 1975) e Tiberio o la spirale del potere (Rizzoli 1978). Di notevole rilievo all'interno dell'opera della studiosa è soprattutto L'idea di città nel mondo romano. L'evoluzione del pensiero politico di Roma (Ricciardi 1967, ripubblicato nel 1994 dalla casa editrice fiorentina Le Lettere), con cui fra l'altro vinse il premio Viareggio.
Successivamente, gli interessi di Storoni Mazzolani si estesero anche alla patristica, concretandosi in lavori su Agostino di Ippona (Sant'Agostino e i pagani, Sellerio 1987) e su Ambrogio vescovo (Tea 1996). Gran parte della sua opera di saggista è stata tradotta nelle principali lingue straniere. Ancora come storica, Storoni Mazzolani contibuì alla diffusione dei testi classici tramite l'editoria tascabile firmando traduzioni di Sallustio, Tacito e Cicerone per la Bur, ma anche numerose introduzioni e prefazioni a edizioni divulgative. Nel 1973 pubblicò per Einaudi una fortunata raccolta di epigrafi romane, dal titolo Iscrizioni funerarie, sortilegi e pronostici di Roma antica, ripresa poi in parte in Iscrizioni funerarie romane (Bur 1991).
Ma il peso culturale di Lidia Storoni Mazzolani non si può misurare solo con il lavoro di studiosa del mondo antico: la sua attività ha infatti spaziato in molti altri campi, partendo sempre dalla formazione di classicista, ma utilizzandola per indagare anche aspetti della cultura moderna e contemporanea. In questo senso possiamo affermare che Storoni Mazzolani fu autentica anticipatrice nel porre l'accento sull'importanza dei rapporti tra antico e moderno, tema oggi divenuto una delle direttrici fondamentali e più produttive negli studi classici. Bisogna infatti dire che la notorietà della studiosa è forse più di tutto legata alla lunga consuetudine di scambio intellettuale e di amicizia con una grande scrittrice contemporanea come Marguerite Yourcenar. Fu Yourcenar stessa a chiedere che Lidia Storoni Mazzolani, che aveva da poco tradotto per Einaudi Mario l'epicureo di Walter Pater, volgesse in italiano le Memorie di Adriano e nel corso della traduzione fra la scrittrice belga e la studiosa italiana si instaurò un rapporto intellettuale e umano di grande intensità.
«Incominciò tra noi - avrebbe in seguito ricordato Storoni Mazzolani - uno scambio epistolare molto frequente, all'inizio concernente solo le vicende editoriali, qualche incertezza sul testo da parte mia, qualche cortese precisazione da parte sua, poi un interessamento reciproco sempre più vivo e amichevole: le lettere che mi scrisse sono così ricche d'intelligenza e di calore umano che quando in Francia fu pubblicato il suo epistolario mi fu chiesta fotocopia di quelle che possedevo e molte vi furono introdotte». Per questo, l'epistolario fra Yourcenar e Storoni Mazzolani è ancor oggi oggetto di studi specialistici, e parte di esso è confluito nella antologia di scritti epistolari yourcenariani Lettere ai contemporanei (Einaudi 1995), corredata da una introduzione della stessa Storoni Mazzolani, che firmò inoltre un saggio su Yourcenar posto in appendice all'edizione italiana delle Memorie di Adriano (Einaudi 1981).
La attività di traduttrice di testi moderni della studiosa è stata tuttavia assai più estesa e ha riguardato (oltre a Walter Pater) anche Thomas Babington Macaulay (La conquista dell'India, Mondadori 1958) e un classico come I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift (Einaudi 1963).
Infine, per dare la giusta definizione al multiforme profilo intellettuale di Lidia Storoni Mazzolani, dobbiamo ricordare anche i suoi interessi archeologici e per la fotografia, fino ad arrivare alla sua recente collaborazione con il cinema documentaristico, come autrice del soggetto e dei testi per il film De immortalitate (regia di Luigi Bazzani, 1990), dedicato al culto dei morti nell'antichità etrusca e romana e nel primo cristianesimo, terzo dei quindici film prodotti dalla Rai per la serie Roma imago urbis.
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