| Biografia Marzio Tremaglia |
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Marzio Tremaglia è nato a Bergamo l?8 maggio del 1958 da padre Mirko e madre Italia. Iscritto al liceo "Sant?Alessandro" , proprio in questi anni inizia il suo impegno politico. Conseguita la maturità con il massimo dei voti, si iscrive alla facoltà di giurisprudenza all?Università Cattolica del "Sacro Cuore" di Milano. Conclusi brillantemente gli studi universitari, risulterà primo agli esami per procuratore legale del distretto della Corte d?Appello di Brescia. Durante gli anni accademici, divenne membro della direzione e dell?esecutivo nazionale del Fronte della Gioventù e infine componente del Consiglio Nazionale. Nel 1983 riuscì nella difficile impresa di organizzare una lista studentesca di destra all?Università Cattolica di Milano. Nel 1979 fu uno dei più giovani eletti nel Comitato Centrale del Msi e nel 1987 entra nella Direzione Nazionale. Nel 1986 sposa la donna conosciuta al liceo, Loredana Piazzoli dalla quale ha due figli Andrea e Arrigo. Dalla svolta di Fiuggi (1993) è sempre stato membro della Direzione Nazionale di Alleanza Nazionale. Eletto Consigliere Comunale nella sua Bergamo per 15 anni ? dal 1980 fino al 1995 - quando risulterà eletto consigliere della Regione Lombardia e gli viene affidato l?Assessorato alla ?Trasparenza e alla Cultura?, dove si fa notare molto positivamente per capacità, volontà e intraprendenza. Fra le opere ricordiamo le grandi mostre dedicate ad Ezra Pound a Palazzo Bagatti Valsecchi; quella sul Futurismo alla Fondazione Mazzotta; il convegno sulle 'Insorgenze popolari nell'Italia napoleonica". E ancora, Kandinsky e Klimt a Milano, Lotto e Caravaggio a Bergamo, Raffaello a Mantova. Marzio certamente era la concreta rappresentazione dell?intellettuale come lo immaginava Drieu: ?L?intellettuale non è un cittadino come gli altri (?) la funzione degli intellettuali, o almeno di un certo tipo di intellettuali, è di andare al di là del contingente, di tentare cammini rischiosi, di percorrere tutte le strade possibili della storia?. Sono parole che risuonano quando si rileggono gli scritti di Marzio, raccolti nel volume ?Cultura contro Disinformazione? (Asefi, Milano). Nel lontano 1989 intuiva già l?importanza delle nuove sfide nelle quali politica, etica e rispetto della vita si intrecciavano: ?Proprio sul terreno della bioetica, dei limiti all?intervento dell?uomo, sarà possibile sperimentare la formazione di un nuovo ?jus comune europaem?, meglio sarebbe parlare di una sua parziale ricostruzione. (?) Il diritto, che per sua natura riesce a preservare al di sotto delle mutazioni socio ? politiche del momento alcuni nuclei di verità elementari, potrebbe essere un terreno di confronto molto più produttivo e soddisfacente della politica di negoziati commerciali e delle euroburocrazie?. O la sua critica al neoliberismo, delineata in una lettera a Gianfranco Fini: ?Chiunque contesti che il mondo deve essere ridotto semplicemente a mercato o comunque ad economia, non può che essere nostro amico. Si tratta ? scrive con profondità ? di un altro aspetto delle contraddizioni della sinistra mondiale, da Clinton a D?Alema: pretendere di essere contemporaneamente ecologista e liberalizzatrice, di difendere i diritti dei popoli e nello stesso tempo allargare i poteri delle multinazionali e dei mercati (?). Cé una crescente attenzione ai diritti ed alle tradizioni dei popoli e delle persone, contro la riduzione del mondo a scambio, ad economia?. Con Pinuccio Tatarella, condivise l?importanza strategica della cultura per creare una nuova classe dirigente, rafforzando in questo modo la proposta della destra di governo: entrambi guidarono con brillantezza gli assessorati alla Cultura della Regione Lombardia e del Comune di Bari, e per molti mesi sembrò che tra Milano e Bari ci fosse un filo rosso che legava la loro attività amministrativa. Marzio coltiva la sua visione nobile della poesia, della letteratura, dell'arte e della musica (memorabile il concerto di Natale di Carreras a Sant'Ambrogio) ma è capace di incursioni trasgressive seguendo il filo dell'immaginario della sua generazione: porta il fumetto nei musei ad esempio, riempiendo sale "importanti" dei vertiginosi disegni di Moebius e delle provocazioni di Bilal. Due anni dopo, nel settembre del 1998, la diagnosi di un male terribile: glioblastoma, una forma di tumore a cervello estremamente aggressiva. Marzio affrontò la situazione con una determinazione di ferro. Dopo ogni ricovero, era di nuovo nel suo ufficio, stupendo medici e collaboratori. Dopo le elezioni in cui aveva riconquistato il seggio con ben 6.144 preferenze che, secondo il Presidente Fini, "hanno scritto la pagina più bella della Destra della tradizione e del futuro", aveva commentato il successo del Polo con la voce stanca, ma con lucido entusiasmo. Roberto Formigoni ne aveva annunciato la riconferma all'assessorato. A pochi giorni dal suo 42° compleanno, Marzio morì lasciando la sua Patria, i suoi cari e la sua città di Bergamo che ha sempre amato e servito con intelligenza e passione. Pietrangelo Buttafuoco, paragonandolo per acume ad Adriano Romualdi scrisse: ?Era un ragazzo straordinario, uno studioso appassionato, un soldato come pochi ormai ce ne sono tra i pochissimi soldati che fanno la guerra allo spirito del tempo. E? morto giovane, sfasciato dall?orrore inatteso della malattia che l?ha portato all?Altissimo lasciando tutti quelli del suo mondo (che è anche il mondo di chi scrive) davanti alla solita conta dei superstiti?.
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