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Biografia Muzio Oddi
Muzio Oddi
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Muzio Oddi nasce ad Urbino il 14 ottobre del 1569. La sua formazione culturale avviene tutta nel contesto del ducato: ebbe come maestri Guidobaldo del Monte, lo zio Nicolò Genga, l’architetto Francesco Paciotti (1521-1591) e Bernardino Baldi (1553-1617). La sua vita è alquanto movimentata a causa del suo carattere esuberante ed impulsivo e segnata da un rapporto travagliato e difficile con i duchi di Urbino. Attorno all’anno 1597 è nominato ingegnere ducale ed è introdotto alla vita di corte; a questo periodo risalgono il progetto della cupola del duomo di Urbino e della cattedrale di Fabriano, i disegni per l’ampliamento della chiesa della Croce di Senigallia e buona parte dei lavori del suo Municipio. Ma già nel 1599 iniziano i guai: è condannato in contumacia per pesca abusiva nel fiume Metauro e per avere fatto il bagno nudo. Dopo pochi mesi è graziato con una lieve ammenda. Due anni dopo a seguito di una lite con percosse a Giuseppe Azzolino, depositario del duca, si dà alla fuga; nella sua stanza furono trovati alcuni oggetti appartenenti al guardaroba ducale ed è quindi accusato di furto. L’Oddi si rifugia nel territorio della Repubblica Veneta; dal maggio 1602 al giugno del 1605 lo troviamo come architetto presso la casa di Loreto. Il 16 maggio del 1605 nasce ad Urbino Federico Ubaldo, erede del duca Francesco Maria II che per l’occasione concede un’amnistia. Sembra che proprio a Loreto, dove il duca si era recato per ringraziare la Madonna per la nascita tanto sospirata del figlio, sia avvenuta la riconciliazione con l’Oddi. Ma la sua riabilitazione dura poco: dopo qualche mese l’Oddi è processato e rinchiuso nella Rocca di Pesaro perché accusato di essersi intromesso in un intrigo di corte. Durante la prigionia l’Oddi scrive due capitoli del suo trattatello Degli Horologi solari nelle superficie piane che sarà pubblicato successivamente a Milano nel 1614, ed i tre capitoli dell’opera Dello squadro pubblicata sempre a Milano nel 1625. Attorno alla metà del 1610, la prigionia gli fu commutata in esilio e da allora inizia un lungo periodo di peregrinazione, prima a Milano, dove resterà per quindici anni lavorando in particolare per la famiglia dei Visconti. Diventa lettore di “Matematiche” nelle scuole Palatine. La sua attività scientifica in questo periodo va alquanto a rilento in quanto, per necessità economiche, è costretto ad un’attività intensa ma dispersiva: il suo tempo è diviso fra l’attività di insegnamento - dà lezioni di arte militare e di gnomonica - i lavori architettonici per privati e gli impegni al servizio del governatore di Milano in qualità di ingegnere militare. Nel maggio 1625 lascia il suo servizio per il governatore ed accetta di diventare ingegnere della Repubblica di Lucca per dirigere i lavori di completamento delle difese della città, dove rimarrà per undici anni. La sua speranza era quella di trovare a Lucca maggiore tranquillità e tempo per dedicarsi ai suoi lavori scientifici, ma si accorge subito che non è così, soffre di un certo isolamento provinciale e soprattutto della sua lontananza da Urbino. Ciò nonostante riesce a mantenere i contatti, che risalivano al periodo milanese, con alcuni personaggi prestigiosi - Bonaventura Cavalieri ad esempio -; scrive a Galileo a Firenze. Nel 1627 pubblica a Milano il libretto Precetti di Architettura militare, del fratello Matteo e nel 1633 esce, sempre a Milano, la Fabrica et uso del Compasso Polimetro. Come architetto civile costruisce a Lucca la Cappella del Santuario della Cattedrale ed esegue, sempre nel Duomo, altri lavori di modifica. Finalmente, nel 1636, dopo ventisei anni di esilio l’Oddi riesce a coronare il suo sogno di ritornare in patria; il duca Francesco Maria II, che era stato irremovibile nel rancore nei suoi confronti, era morto nel 1631. Nel 1638 viene pubblicata a Venezia l’opera Degli Horologi Solari, opera veramente completa nel suo genere. Ad Urbino l’Oddi ricopre la carica di Gonfaloniere del Comune e diventa lettore di “Matematiche” presso il pubblico Studio fatto istituito su sua proposta. Muore il 15 dicembre del 1639.

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