Biografia Nicola Chiaromonte |
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Nicola Chiaromonte (1905-1972) è stato un grande critico, quando toccava un argomento - morale, religioso, politico, letterario - riusciva ad essere mirabile come un vero e antico umanista. I suoi saggi pubblicati su rivista sono raccolti in un volume (Il tarlo della coscienza), così come i suoi Scritti sul teatro ed i suoi splendidi Taccuini (Che cosa rimane, ed Mulino). Sulla sua idea seria di letteratura ho riletto un bellissimo saggio pubblicato nel 1968 (I confini dell?anima) in cui Chiaromonte illustra la vera natura del romanzo.
?Romanzo è narrazione, e narrare significa letteralmente ? far conoscere?. Se si pensa al romanzo qual è stato da Defoe a Proust e un pò più oltre, si può dire che il suo intento è di far conoscere un?esperienza umana in forma di ?storia?, cioè di successione di eventi immaginari nella forma ma ?veri? nella sostanza?, più in avanti precisa che se la fascinazione del romanzo è la sua favola raccontata, la vera persuasione sul lettore è un?altra ed è il rapporto di immediatezza col mondo reale, ?Il genio del romanziere consiste propriamente nel convincere il lettore che, se le cose accadessero in realtà come dovrebbero accadere, esse accadrebbero come nei suoi romanzi: i commercianti piccolo-borghesi inebriati dal miraggio del denaro andrebbero alla rovina come Cesar Birotteau e le ragazze si innamorerebbero come Natascia Rostov?. Che bella definizione !
Il romanzo quindi non distrae dalla realtà ma ?ci riporta? nella realtà . Nel far questo il romanziere non si affida alle idee ma all?esempio immaginario, le idee gli appaiono spesso come pregiudizi, risaputi luoghi comuni, ?ostacoli all?ideale di spontaneità che egli propone attraverso le vicende dei suoi personaggi. D?altra parte, è anche vero, anzi essenziale, che da Fielding a Stendhal, a Tolstoj, a Zola, e perfino a Joyce (nella misura in cui si può parlare di Joyce come di un romanziere), non c?è scrittore di romanzi che non proponga una sua morale; ma si tratta, appunto, di una morale ? di un modo d?essere ? non di un sistema di idee. La forza del romanziere consiste nell?appellarsi direttamente alla sensibilità del lettore, alla sua capacità di riconoscere immediatamente il ?vero?; e la virulenza dei suoi esempi deriva da questo. Sensibilità vuol dire ?natura?, dato spontaneo comune a tutti dal quale dovrebbe procedere naturalmente un modo d?essere libero e schietto: la rivelazione intera dell?anima individuale ?.
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