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Biografia Osanna Andreasi
Osanna Andreasi
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Beata Osanna Andreasi da Mantova Vergine domenicana 18 giugno Mantova, 17 gennaio 1449 - Mantova, 18 giugno 1505 Nacque a Mantova il 17 gennaio 1449 dai nobili Nicola Andreasi e Agnese Gonzaga. Desiderando fin dalla prima giovinezza di appartenere all'Ordine della Penitenza di s. Domenico, rifiutò le nozze e vestì a quindici anni l'abito di terziaria domenicana, serbandolo fino alla morte, avvenuta in Mantova il 18 giugno 1505. Fu chiamata spesso a compiti di suprema responsabilità, come la reggenza del ducato di Mantova, in assenza di Francesco II Gonzaga, della cui gratitudine seppe egregiamente servirsi per una continua opera di assistenza verso i poveri e i bisognosi della città o verso i familiari del medesimo Francesco, come Elisabetta, sposa del duca d'Urbino, che confortò nel durissimo esilio. Dalla storia della sua vita, tramandata dal domenicano Francesco Silvestri da Ferrara e dal benedettino Girolamo da Mantova, entrambi suoi contemporanei, appare come l'Andreasi componesse mirabilmente l'apparente dissidio fra vita contemplativa e vita attiva, travaglio di quelle grandi anime che l'interiore vocazione spingerebbe alla solitudine e la pietà per il dolore umano trattiene invece nel mondo. L'Andreasi assolse dunque i doveri che il suo rango non le risparmiava e il suo spirito si assumeva con fervore apostolico, confortata dai doni soprannaturali di cui Iddio si compiacque di ricolmarla: lo sposalizio mistico, l'incoronazione di spine, le stimmate, visibili, però, come semplice turgore e non accompagnate da lacerazione di tessuti, infine la trafittura del cuore che divenne il suo emblema iconografico. Il corpo della beata è custodito e venerato nel Duomo di Mantova; il culto ne fu permesso da Leone X e Innocenzo XII, nel 1694, e la festa collocata nel giorno anniversario della morte, il 18 giugno. Emblema: Cuore trafitto Martirologio Romano: A Mantova, beata Osanna Andreasi, vergine, che, vestito lÂ’abito delle Suore della Penitenza di San Domenico, unì con mirabile sapienza la contemplazione delle cose divine con le occupazioni terrene e la cura delle buone opere. La Beata Osanna Andreasi (1449-1505) nasce nel magnifico palazzo di una nobilissima famiglia italiana (la mamma è una Gonzaga). AllÂ’età di cinque anni, mentre cammina sulle rive del Po, sente distintamente una voce chiara e ferma che le dice: “La vita e la morte consistono nellÂ’amare Dio”. La bambina entra in estasi e si sente portare fino in Cielo da uno splendido angelo. Questi le mostra la gerarchia celeste e le dice: “Per entrare in Cielo è necessario amare molto Dio. Guarda come tutte le cose create cantano la Sua gloria e la proclamano agli uomini”. Da questa esperienza nasce un grande desiderio di studiare teologia. Il padre vi si oppone, come a cosa non adatta a una bambina. Ma Osanna prega. Come risposta alle sue preghiere Nostra Signora in persona comincia ad apparirle e a impartirle lezioni. Così Osanna impara il latino ed acquista una grande conoscenza della Sacra Scrittura. Cita a memoria anche i commenti dei Padri della Chiesa. Alla fine il padre si convince. Le permette di dedicare la vita alla teologia, di non sposarsi e di vestire a quindici anni lÂ’abito di terziaria domenicana. Ma Osanna esercita anche responsabilità politiche, fra cui la reggenza temporanea del Ducato di Mantova. Muore nel 1505 e il suo corpo, tuttora incorrotto, riposa nel Duomo di Mantova. Vorrei meditare sul fatto meraviglioso – riferito dal suo confessore e biografo – che le accade quando ha cinque anni. Sappiamo che lo studio della teologia – e della filosofia, che necessariamente lo accompagna – è cosa molto profonda e richiede una vigorosa applicazione della ragione. Sono studi normalmente adatti a persone mature: più la persona è matura, più è adatto questo tipo di studi. Questa è la regola: la vita della Beata Osanna è lÂ’eccezione. Vediamo una bambinetta di cinque anni che cammina sulla riva di un fiume particolarmente bello, il Po. Io stesso ho avuto la possibilità di godere della bellezza del Po in un viaggio da Milano a Venezia. La bambina sta ammirando il fiume quando un angelo le appare. Un angelo magnifico, che le parla dellÂ’amore per Dio e di come tutto il creato canti e proclami la Sua gloria. LÂ’essenziale di questo messaggio è che Dio ha creato tutte le cose per essere amato attraverso di esse. Perché un angelo appare a questa bambina? E come fa lÂ’angelo ad aprire lÂ’animo di una bambina alla contemplazione di Dio nella creazione? La bambina era probabilmente già predisposta dalla sua natura a considerare con meraviglia il panorama davanti ai suoi occhi. È comune tra i bambini che conservano la loro innocenza originaria porsi in una posizione di ammirazione di fronte alle bellezze della natura. Ma qui appare un angelo, e diventa la cosa più bella che la bambina abbia mai visto. Lo percepiamo dal racconto steso dal suo confessore e biografo, cui doveva averlo raccontato molte volte. Quindi lÂ’angelo, muovendosi in una sorta di crescendo di bellezza, la innalza da questa Terra e le mostra la gerarchia celeste, cioè la gerarchia angelica in Paradiso dove i troni rimasti vuoti degli angeli decaduti sono gradualmente occupati da uomini e donne sante. Così a Osanna è mostrata la più bella realtà che ci sia, lÂ’insieme del Regno Celeste. Dopo averle mostrato tutta questa bellezza, lÂ’angelo le dice di osservare come tutte le cose create da Dio sono di per sé buone e meritevoli di essere amate. E viene alla conclusione naturale: ama le creature e ama il loro Creatore, in modo da diventare santa e andare in Cielo a occupare il posto preparato per te. Così Dio, tramite il suo angelo, invita una bambinetta a comprendere lo splendore della creazione e la magnificenza del Creatore, qualche cosa che va molto al di là della capacità di percezione dei sensi naturali. Dio la invita a innalzarsi sopra i limiti umani e a concentrare la sua anima sulle realtà spirituali che sono impercettibili ai nostri sensi, ma sono più reali della realtà materiale. Le mostra anche un angelo, e la gerarchia angelica formata da esseri puramente spirituali. Al vertice della gerarchia c’è Nostra Signora e, al di sopra di lei, il Re dei Re, Nostro Signore Gesù Cristo. Con questo straordinario invito Dio sta formando una persona la cui intera vita sarà destinata alla riflessione. Mentre lÂ’angelo mostra a Osanna tutte queste cose, le sta implicitamente dicendo di fare uno sforzo dÂ’intelligenza per conoscere Dio. Qui lÂ’angelo le indica, già a cinque anni, la strada attraverso cui è destinata a santificarsi: se queste cose sono così belle, come devÂ’essere più bello Dio. Vai e comincia a meditare su queste cose. Possiamo immaginare la scena. Il Po scende tranquillo e maestoso. Osanna è ben vestita nello stile comune alla famiglie nobili del tempo: non “da bambina” come usa oggi, ma come una donna in miniatura, con una lunga gonna, una cintura, i capelli ben pettinati, forse decorati con un fiore. Sta camminando su una sponda tenuta con cura, così che può ammirare sia il fiume sia i fiori e le piante sulla riva. A questo punto vede lÂ’angelo. Ma le persone intorno a lei non vedono nulla. Si accorgono che il volto della bambina è diventato splendente, e che è caduta in ginocchio a pregare. Gli astanti possono sentire la sua vocina infantile e rendersi conto che sta parlando con qualcuno. Che cosa è successo? Sono ammirati dalla sua grazia spirituale e concludono che sta ricevendo una rivelazione. Probabilmente capiscono che Dio è allÂ’opera e si rallegrano delle sue meraviglie: anche perché subito dopo la bambina comincia a ragionare come unÂ’adulta matura e ben formata. Osanna dunque riceve grandi consolazioni. Ma subito dopo comincia a combattere con il mondo. Il padre le rifiuta il permesso di studiare teologia. Da un punto di vista naturale possiamo capire il padre. Pensa che la richiesta sia strana: a quel tempo è molto poco usuale per una donna studiare teologia, tanto più per una bambina. E il padre pensa piuttosto per lei a un buon matrimonio. Tutto comprensibile, umanamente parlando. Ma questi ragionamenti devono essere messi da parte quando il volere di Dio si manifesta chiaramente. Il padre, secondo il biografo, crede che la figlia abbia sperimentato un miracolo: quindi dice di no a Dio, anche se qualche anno dopo cambia idea. Ma Dio ha le sue vie. È la Madonna ad apparire a Osanna per insegnarle la teologia e darle tutte le lezioni di cui a bisogno. È una storia piena di grazia. Nostra Signora le dà una solida conoscenza della Sacra Scrittura. Possiamo immaginare che a mano a mano che Osanna cresce e diventa una giovane donna, Nostra Signora le appaia di tanto in tanto per spiegarle questo o quel punto di teologia che ha bisogno di capire perché si realizzi il piano di Dio su di lei. Da adulta Osanna diventerà unÂ’esperta esegeta delle Scritture. Vediamo la vittoria della Divina Provvidenza. Non sarebbe magnifico se allÂ’ingresso di una delle università cattoliche si ponesse una bella statua della Beata Osanna da Mantova seduta mentre prende appunti con la Madonna che le fa da insegnante? Vi prego di non considerare questi commenti sulla Beata Osanna come una meditazione completa sulla sua vita, ma piuttosto come un invito a conoscerla meglio. Se lo accoglierete, i miei commenti avranno raggiunto il loro scopo. Autore: Plinio Corrà de Oliveira Note: Traduzione di Massimo Introvigne

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