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Biografia William Saroyan
William Saroyan
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William Saroyan, scrittore statunitense di origini armene, nacque il 31 agosto del 1908 a Fresno in California. Rimasto orfano piccolissimo, con i fratellini fu ospitato in un orfanotrofio californiano; una volta riunitasi la famiglia, abbandonò la scuola all’età di 15 anni facendo lo strillone ed il fattorino del telegrafo. Aveva però già iniziato a scrivere e a costruirsi una cultura da autodidatta. Durante la Grande Depressione, divenne la voce e il cantore dell’universo dei derelitti che aveva conosciuto per strada. Le sue difficili esperienze esistenziali nell’ambito della comunità armeno-americana di Fresno hanno riempito di echi irriverenti, ottimismo e gioia di vivere le sue prime opere: per William la vita era degna di essere vissuta (nonostante la fame nera, la povertà e la mancanza di certezze) e i falliti erano per lui gente di grande valore. I racconti del suo esordio, raccolti nel 1934 in “L’ardimentoso giovane sul trapezio volante (The Daring Young Man on the Flying Trapeze)” (titolo ispirato da una nota canzone dell’Ottocento), sono entrati nella storia della letteratura americana. Originali e favolistici, animati da sorprendenti candidi personaggi, questi racconti suscitarono un vero entusiasmo sia in America che in Europa e trovarono numerosi imitatori (fu creato il termine “Saroyanesco” per definire uno stile impressionistico simile al suo). Fu amatissimo da Elio Vittorini che curò la traduzione italiana della raccolta di racconti, pubblicata a Milano col titolo “Che ve ne sembra dell’America?” (1940). Saroyan fu uno scrittore molto prolifico: scriveva rapidamente e pubblicava rapidamente, ma altrettanto rapidamente spendeva nel bere e nel gioco d’azzardo i suoi guadagni (produceva talora cose molto buone, spesso anche materiale scadente). Al primo volume, seguirono le ottime raccolte di novelle “Inala ed esala (Inhale and Exhale)” (1936) e “Il mio nome è Aram (My Name is Aram)” (1940), divenuto ben presto un best-seller internazionale. Nel 1939 rappresentò con successo presso il Guild Theatre di New York la commedia “I giorni della vita (The Time of Your Life)”, per la quale gli fu conferito il Pulitzer, che rifiutò convinto che il lavoro non fosse «né più grande né migliore» delle altre cose che aveva scritto (nel 1948 ne fu tratto un film di successo con James Cagney per la regia di H.C. Potter). Scrisse la riduzione teatrale del racconto “Il mio cuore è sugli altipiani (My Heart’s in the Highlands)” (1939) e la commedia di successo “Gente magnifica (The Beautiful People)” (1941); seguirono i romanzi “La commedia umana (The Human Comedy)” (1942) - che divenne un film di C. Brown con Mickey Rooney nel 1948, che vinse l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale - , “In bicicletta a Beverly Hills (The Bicycle Rider in Beverly Hills)” (autobiografico, del 1952) e “Ti voglio bene mamma (Mama, I Love You)” (1956). Col tempo, la sua vena si appannò in un sentimentalismo bozzettistico ma non gli mancò l’affetto dei lettori; di questo periodo, sono degni d’attenzione: “Viene e va, sapete chi (Here Comes, There Goes, You Know Who)” (1961), “Non morente (Not Dying)” (1963), “Giorni di vita e di morte e fuga sulla luna (Days of Life and Death and Escape to the Moon)” (1971) e “Luoghi ove ho speso tempo (Places where I’ave Done Time)” (1975). Sono stati pubblicati postumi, insieme ad altri lavori, “Il mio nome è Saroyan (My name is Saroyan)” (1983) e “Una trilogia armena (An Armenian Trilogy)” (1986). Nel 1943 Saroyan aveva sposato la giovanissima Carol Marcus e ne aveva avuto due figli ma dissidi religiosi (Carol gli aveva nascosto di essere ebrea), alcol e gioco avevano messo a repentaglio il matrimonio; sicché, dopo due matrimoni e due divorzi, Carol sposò l’attore Walter Matthau (nella sua biografia “Among the Porcupines: A Memoir”, la moglie parlò di maltrattamenti subiti da parte del primo marito). Dal 1958 per motivi fiscali andò a vivere a Parigi ma un indissolubile cordone ombelicale lo unì per sempre all’amata Fresno, ove morì di cancro a 72 anni il 18 maggio del 1981. Con una grandiosa cerimonia le sue ceneri furono seppellite a Fresno, durante il primo Saroyan Festival, ma una parte del suo corpo fu anche interrata in Armenia.

Di Silvia Iannello

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