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Post - maestrobrutti

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Giochi letterari / Al corso di scrittura creativa
« il: Ottobre 18, 2015, 18:19:37 »
La mia seggiola è sbilenca. Poggia su due zampe arrugginite: meraviglia della statica, anzi della dinamica, dato che ad ogni minimo sussulto traballa... per poi ricomporsi. Non voglio cambiarla con un'altra delle ultime file, dove ci sono banchi vuoti. Mi va di stare sulle spine. 5a B: l'ho letto alla porta prima di entrare, anche se non pensavo di averlo tenuto a mente. Il tipo che conduce il corso è geniale. Si è messo alla cattedra, non ha fatto presentazioni o moine di sorta. Ha fatto semplicemente l'appello. Poi si è messo a sfogliare un libro, con l'atteggiamento di un prof prima dell'interrogazione. Mentre scandisce con tono monotono i nomi dei partecipanti al corso, risatine di sottofondo ad ogni "Presente!" - pure qualche commentino ironico. Ora che alza foglio su foglio, dall'angolo superiore destro, e lo riaccompagna con cura ad aderire a quello sul lato opposto, il brusio scema. Mi faccio venire l'adrenalina in bocca. Faccio finta di tossire, per coprire le ultime voci stonate di fondo. La mia vicina di banco è molta profumata. Ha un quaderno per gli appunti blu fosforescente, le scarpe intonate alla maglia di lino. Quando ho tossito apposta, è l'unica che non si è girata verso di me, come gli altri più vicini. La sospensione non dura più di mezzo minuto. Allora alzo la mano. Ora invece è lei la prima a girarsi e a guardarmi. La vedo di sbieco che mi fissa con occhi di cui non distinguo il colore. In qualche modo la eleggo come alleata per rispondere alla sfida del cattedratico. Lui alza lo sguardo dal libro e, rivolgendosi a me, dice semplicemente: "Sì?" Vi giuro che di norma non ho una voce acuta, ma mi esce fuori una tonalità in falsetto che per primo stona a me stesso. Sembra il lavoro di un tecnico del suono che dalla cabina di comando distorce le corde vocali! "Potrebbe leggerci un brano - gracchio - che non ci faccia sentire ancora troppo lontani dal traguardo di scrivere un libro?"
Lui non commenta, non si scompone, mentre gli altri un po' infastiditi riprendono a rumoreggiare. Meno la mia vicina. Ora vedo bene: ha occhi marroni, ma opachi... Lui sfoglia ancora, poi inizia a leggere con tono monotono: "La mia seggiola è sbilenca. Poggia su due zampe arrugginite: meraviglia della statica, anzi della dinamica, dato che ad ogni minimo sussulto traballa... per poi ricomporsi. Non voglio cambiarla con un'altra delle ultime file, dove ci sono banchi vuoti. Mi va di stare sulle spine. 5a B: l'ho letto alla porta prima di entrare, anche se non pensavo di averlo tenuto a mente. Il tipo che conduce il corso è geniale. Si è messo alla cattedra, non ha fatto presentazioni o moine di sorta. Ha fatto semplicemente l'appello. Poi si è messo a sfogliare un libro, con l'atteggiamento di un prof prima dell'interrogazione. Mentre scandisce con tono monotono i nomi dei partecipanti al corso, risatine di sottofondo ad ogni "Presente!" - pure qualche commentino ironico. Ora che alza foglio su foglio, dall'angolo superiore destro, e lo riaccompagna con cura ad aderire a quello sul lato opposto, il brusio scema. Mi faccio venire l'adrenalina in bocca. Faccio finta di tossire, per coprire le ultime voci stonate di fondo. La mia vicina di banco è molta profumata. Ha un quaderno per gli appunti blu fosforescente, le scarpe intonate alla maglia di lino. Quando ho tossito apposta, è l'unica che non si è girata verso di me, come gli altri più vicini. La sospensione non dura più di mezzo minuto. Allora alzo la mano. Ora invece è lei la prima a girarsi e a guardarmi. La vedo di sbieco che mi fissa con occhi di cui non distinguo il colore. In qualche modo la eleggo come alleata per rispondere alla sfida del cattedratico. Lui alza lo sguardo dal libro e, rivolgendosi a me, dice semplicemente: "Sì?" Vi giuro che di norma non ho una voce acuta, ma mi esce fuori una tonalità in falsetto che per primo stona a me stesso. Sembra il lavoro di un tecnico del suono che dalla cabina di comando distorce le corde vocali! "Potrebbe leggerci un brano - gracchio - che non ci faccia sentire ancora troppo lontani dal traguardo di scrivere un libro?"
Lui non commenta, non si scompone, mentre gli altri un po' infastiditi riprendono a rumoreggiare. Meno la mia vicina. Ora vedo bene: ha occhi marroni, ma opachi... Lui sfoglia ancora, poi inizia a leggere con tono monotono:

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Anch'io Scrivo poesia! / Eclisse
« il: Marzo 20, 2015, 21:01:11 »

Presagio di tormenta
balza l'anima sul pavé
morde le staffe la giumenta
dannato oblio di te
[ABAB]

Solo macchia fugace
specchio d'acqua lacero
un velo sul corso
della tua luce

Non l'onda
non veranda
ma rètina opaca
un vizio di forma

Delirio al passaggio
d'Urano
tenebra diurna
in pasto al drago

La chimica
dell'eclisse
corrode

Traccia d'inferi

Anima solubile





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A me divertiva l'idea di un progetto a 4 o più mani... Da solo non mi va di mettermi alla prova. Ma sul web, alla cieca, è pure una sfida! Magari balorda, ma da tentare...
Chissà se qualcuno... abbocca?!
E poi io sono ricco: posso offrire io! Per questa volta...
Ciao alla prossima
Un buon fine settimana


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Care/i LorSignore e LorSignori,

ho letto per caso di un concorso letterario dalle mie parti.
Roba simpatica!
Chi vuol provare a fare un tentativo solidale e scrivere assieme a me un raccontino breve?
A 4 mani?
Per spedire un pezzo?
Col concorso dei giudici e dei correttori attenti dello Zam?

saluti
maestrobrutti

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15 minuti per creare / Re:Al risveglio
« il: Marzo 17, 2015, 21:56:52 »
„Wer unglücklich ist, schreibt präziser.“
(Sascha Arango)

"Al risveglio1"...."Al risveglio2"... senza cifre...
Sono variazioni su una fase del giorno: ne ho scelta una più fugace di altre e pure insulsa. Per stare nei 15 minuti.
Variazioni al limite di verità e qualche bugia.
Sento la Vostra presenza e Vi saluto con cordialità
Vi


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15 minuti per creare / Al risveglio
« il: Marzo 16, 2015, 17:44:27 »
La sveglia poggiata sul tavolo vibrava ormai esausta. Non l'avevo sentita per più di un quarto d'ora e si stava prosciugando la sua carica chimica interna. Allungai dal letto il mio braccio sinistro, in direzione di quel vibrafono ansimante che oramai non emetteva più alcun suono.
Sentii al solito il muscolo della mia spalla come accartocciato, che si torceva e districava dall'inerzia della notte.
Fermai lo spasma di quel marchingegno, pigiando con energia sul tasto fosforescente.
Dalle imposte filtrava una luce artificiale, scomposta in fotogrammi ovali e sfocati, lungo linee parallele. Pentagrammi in serie della stessa nota di luce.
Le ciabatte introvabili, il pavimento di finto parquet repellente, quasi con retrogusto umido al tatto.
Avevo la vescica piena, ma ancora non avrei potuto orinare per il verso giusto.
Temporeggiai scalzo nel corridoio, per far salire dalla pianta dei piedi un antidoto alla mia erezione: linfa gelida fin su ai vasi terminali.
La meccanica del proprio membro a volte te ne fa sentire suddito.
Che pisciata liberatoria, in piedi, con il cerchio abbassato: non per sfregio, ma perché quella aureola bianca non stava più in piedi. Nessuno dei coinquilini ci badava più e il water stava assumendo le sembianze di una turca.
Dalla cucina intanto sentivo fischiare il bollitore. Richard era già in piedi, preparava il suo the. Lo incrociai nel corridoio: Morgen. Morgen. Questa volta riuscii a guardarlo negli occhi, dall'ultima volta in cui c'eravamo scannati su chi dovesse svuotare il secchio del compost.
Gli volevo bene in fondo, ancor di più da quando mi aveva raccontato che da ragazzo, per un'estate intera, aveva lavorato in un'azienda agricola, tirando il collo a tacchini più grandi di lui. Glu, glu...


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15 minuti per creare / Al risveglio
« il: Marzo 11, 2015, 18:45:51 »
Ho sognato di soccorrere una bambina che annegava in una piscina. L'ho tirata fuori dall'acqua, come se agissi da automa, con incuria. Ma lei non c'è l'ha fatta. Un singhiozzo, un rantolo scuro. Moriva lì, davanti a me, fra le braccia della madre a cui l'avevo lasciata.
La bimba versava lacrime di cloro dagli occhi aperti. Più azzurri dell'acqua della piscina.
Intorno gente in costume che era ancora più nuda di fronte a quella disgrazia. La madre come una Madonna al calvario, grondante di sudore e immobile.
Il vocio dei quattro o cinque intorno si è placato per una decina di secondi... potevi contarli, per quanto fossero pesanti, intrisi di angoscia. Potevi contarli per la loro risonanza.
Un silenzio sopra quelle piastrelle scivolose che disegnavano una scacchiera minuta. Un silenzio sotto un sole sbiadito da qualche nuvola, ma che si concentrava su quella pietà come filtrato da una lente convessa.
Un silenzio che resta nelle tue pieghe e nei tuoi pensieri. Anche a distanza di anni.
Mi sono alzato dal letto. La stanza era fredda. Fuori pioveva di nuovo. Dovevo andare a prendere la Masini all'albergo sulla Tal, per un incontro a scuola.
Ma ho rincarato la dose.
Da sveglio ho pensato con proposito ad una scena di morte violenta.
Non mi ricordo che cosa abbia immaginato per un istante, non mi ricordo che strano effetto di scarico abbia suscitato quel pensiero cercato, voluto. Ho espulso energie scure, grovigli, confusione, come in un rituale nevrotico.
Ho cercato di salvare una parte di me per cominciare quella giornata, ma non ci sono riuscito.

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Presentazioni / Re:Mi presento...
« il: Maggio 09, 2014, 15:14:53 »
Grazie, ben ritrovata!

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Diari di viaggio / Una città del sale...intermezzo
« il: Maggio 08, 2014, 18:08:25 »
raccontare a Rocco di Salisburgo - o forse di qualsiasi altra faccenda, a parte de la Femmina - è come parlare al vento, anzi peggio, a qualcuno che ti si impone come un nessuno... un niente di niente, lui sta lì che si mette di profilo come una statua levigata dalle intemperie, coriacea, inscalfibile, bruna... E si morde le unghie... Rocco di nome e di fatto, mi fa tentennare nel mio proposito di interessarlo, nella mia buona intenzione di condividere un vissuto... il mio racconto riprende la via del monologo, del flusso di coscienza, del diario intimo... non c'è eco, sulle pareti cerebrali di Rocco, non c'è niente che mi faccia sperare di avere ascolto.
Voglio smettere, ma aggrapparsi al vuoto del suo sguardo obliquo mi fa perdere il filo del discorso, mi fa tornare indietro, al destino dei popoli al cospetto del sale, a quelli che erano lontani dalle vie dell'oro bianco...
Ho abitato ad un incrocio fra la Via Salaria e un'altra via nobile, approdato dal Nord e sistematomi per caso alla confluenza dei popoli delle norcinerie, alle porte di Roma, con in corpo il sapore del pane sciapo! Camminavo a passo d'uomo, come se fossi al Corso, dalla piazza della fontana fino alla terrazza che si affaccia sui due campanili... Pian piano ho cominciato ad andare di fretta, ora sono al massimo, quassù in terra di crucci e di crucchi.
Niente sale in zucca, Rocco, una pietra senz'anima né qualche sostanza... di cloruro di sodio...
Svegliati Rocco, che un fremito ti corrompa, che un sussulto ti scrolli di dosso quella patina impermeabile... Che un cristallo si schiuda sulla tua maledetta corazza insipida! Maledizione!!

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Presentazioni / Re:Mi presento...
« il: Maggio 07, 2014, 16:27:12 »
Vi voglio già bene e sono pure iper-affettivo e appiccicoso... Ma sono stato VIA!
Un abbraccio a Voi

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Diari di viaggio / Una città del sale...3
« il: Maggio 07, 2014, 16:17:52 »
...non dura il mio tentativo solipsista di raccontare Salisburgo per me stesso. Devi essere uno scrittore senza scrupoli o affermato o che "pulisce" la scrittura mentre narra (che resta però asettica)... Altrimenti DEVI avere un interlocutore. Scrivere o raccontare per se stessi è come fare un dono che poi rivuoi indietro, anzi che porgi a chicchessia e poi ritiri indietro con un gesto del braccio che non porta vergogna... Allora mi sforzo di essere comunicativo, Rocco, la piazza gira intorno ad una grande chiesa bianca, la facciata è fin troppo bianca, resa quasi artificiale dal recente restauro... Ma di fronte c'è una fila di banchi del mercato, con un forno "su ruote" con quel pane scuro dai semi e dalla crosta rugosa di marca teutonica. Mi attira una grande forma tonda e scura con le noci... Rocco, il pane per me è un dolce e un pasto insieme, uno "stoppino" e un digestivo, una sicurezza... Mia nonna diceva di non esagerare con la marmellata da spalmare o l'affettato da sistemare - a involucro del formaggio oppure viceversa -, di moderarsi: "È companatico!"
Come a dire che il pane già basta e avanza... Anche se dalle mie parti era sciapo, ironia della sorte!
Di nascosto da Tizi e Davide strappo un pezzo di crosta che tiene stretta mezza noce e... mi rassicuro.
Sulle facciate dei palazzi attorno noto dei collettori di metallo per l'acqua da cui scendono antiche grondaie.. Paiono cappelli rinascimentali e danno un tocco particolare alle case seicentesche che si distinguono solo per i colori e i decori, per i profili superiori e le finestre... in una teoria omogenea dell'abitato che circonda la piazza...
Qui troviamo pure un negozio del sale, Rocco, ma mica come quello ad Agrigento, che vendeva pacchi di sale marino - solo quelli e altre fregnacce - affacciato su un incrocio trafficatissimo... La gente diceva che quel vecchio all'ingresso stava lì come "sentinella" di Cosa Nostra... Mah!
Il negozio di sale di Salisburgo assomiglia di più ad uno di quelli che vende santini e religiosità varie ad Assisi... senza più legame con la terra del posto, con il suo humus... Sale dell'Himalaya, da altri luoghi esotici, rosa, nero, marrone, fino, roccioso - come te Rocco -, a cristalli, a fette, da sciogliere o da usare come fulcro d'irradiazione...
Magnetismo ed energia che SALE!

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Non penso che si possa dire un non-luogo il centro commerciale. Propongo di aprire un topic sui non-luoghi. Supervisore: nihil.
Un luogo tendente a non-luogo è qualche sala saletta prima del gate all'aeroporto.
Un altro è la stanza nel sottotetto per le riunioni di condominio...
Chi vota per tale topic non-topico?!

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Presentazioni / Re:Mi presento...
« il: Aprile 01, 2014, 22:10:20 »
Cerco e cerco Cerco
Le tracce di qualcuno si perdono nel nulla
Asimmetria
delle
presentazioni...
Chi presenzia non si presenta più,
è un diritto acquisito...
Attender so
Nel mentre vado a scorrere sul web Manchester-München
Non ho la TV

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Diari di viaggio / Una città del sale...2
« il: Aprile 01, 2014, 21:21:32 »
ma a Rocco non interessano tutti questi preliminari, é come se gli ricordassi di studiare un capitolo intero di scienze naturali, 6/7 pagine sulla materia, oppure di tecnica, ancora peggio a parità di pagine, sulla produzione industriale e sul fabbisogno alimentare, a me però m'è rimasta in testa questa faccenda del sale, che dà gusto a tutto e si perde in esso, ci si scioglie dentro come poi si scioglie dentro a noi, permeabili, salini, cresciuti a sali minerali, Rocco non si esalta mai per le mie divagazioni, nemmeno della mia visita alla città ne vuole sapere allora io continuo ad andargli intorno con la mia cantilena quasi per sfinirlo come un boa... boa vendicator 1 ma Rocco si sfila dalle mie spire con un ringhio roco, tu e il sale, prova ad aggregarlo nel caffè! cazzo (pausa) quell'aggregarlo mi ha fatto storcere naso e bocca, con un stridulo rimbombo fra lingua e palato, una stonatura, una ferita nell'orgoglio, dal sapore che schifo. Anche il sale mi si è afflosciato nei pensieri, e allora ho seguito il corso del fiume, non penso di aver letto come si chiama ma ora vado su wikipedia perché mi fa specie che non ho cercato un'indicazione geografica, però della regione di Salisburgo sì, ma non l'ho trovata, vado su wikipedia, ma in fondo non ci tengo tanto almeno lì e qui alle presentazioni.

1 perché vendica il cobra, rincoionito dal flauto dell'incantatore ellittico

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