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Arte / Le trecce di Faustina
« Ultimo post da Doxa il Febbraio 22, 2024, 16:35:07 »
A Vicenza, nel Palazzo Leoni Montanari, una delle sedi delle “Gallerie d’Italia” e delle collezioni d’arte di Banca Intesa, fino al 7 aprile c’è la mostra titolata: “Le trecce di Faustina. Acconciature, donne e potere nel Rinascimento”

Questa rassegna con approccio interdisciplinare, evidenzia come le acconciature femminili di moda in epoca romana abbiano influenzato l’evoluzione della moda femminile nel Rinascimento e la relativa rappresentazione nella pittura, scultura, grafica, miniatura e arte della medaglia.

Le opere esposte creano un confronto tra antico e moderno, tra stile e influenze, in una circolarità che restituisce la complessità della comunicazione sociale della moda e delle arti nei secoli.

Nel percorso espositivo, articolato in sezioni, fa da suggestiva ouverture un dipinto del Padovanino relativo al mito della chioma di Berenice trasformata in costellazione. Mito che evidenzia l’importanza conferita fin dall’antichità ai capelli identificati come emblema della bellezza e nel contempo oggetto del desiderio.



Alessandro Varotari, detto il Padovanino, La chioma di Berenice, olio su tela, 1649 circa, Collezione privata

Berenice dopo aver tagliato i suoi capelli li depone nel vassoio.

Ma chi era Berenice ? Visse nel III secolo a. C. ed era la figlia del re di Cirene, città dell’odierna Libia. Sposò Tolomeo III Evergete, sovrano dell’Egitto. Dopo la morte di Alessandro Magno l’Egitto fu governato dalla dinastia dei Tolomei.

Il mito narra che dopo le nozze Tolomeo III dovette partire con il suo esercito per combattere contro la Siria, e Berenice, la bella regina dai lunghi capelli, preoccupata per l’incolumità del suo amato, fece voto alla dea Afrodite Zefirite di offrirle la propria chioma se si fosse dimostrata benevola nel far tornare vivo e vittorioso Tolomeo.

Il re tornò trionfante in Egitto, e Berenice, mantenendo la promessa, si fece tagliare i capelli per portarli al tempio di Afrodite. Il giorno dopo il marito non vedendo sull’altare i capelli della moglie chiese spiegazioni plausibili, ma inutilmente. Intervenne Conone, astronomo di corte, che disse al sovrano: “ io so dov’è la bella chioma della regina”, e con la mano destra indicò il cielo. “A ovest di Bootes, sopra il Leone, vede quell’amabile luccichio? Sono i capelli della sovrana. Gli dèi li hanno trasformati in tre luminose stelle”, dette “Chioma di Berenice”.

Nel firmamento formano una V nei pressi del centro della coda del carro dell’Orsa Maggiore. Il nome della stella principale è Vega (Wega) della costellazione della Lyrae (Lira).


 


Mappa della “Chioma di Berenice".

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Anch'io Scrivo poesia! / Regalo D'Esistenza
« Ultimo post da Regina D'Autunno il Febbraio 21, 2024, 09:19:32 »
Gioia di vivere,
è anche voglia di esistere...
Vivere per sè stessi
ma anche per gli altri,
donando felicità
a chi vuole regalare,
pienamente la vita.
 :fame:
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Cogito ergo Zam / Re:Tempo di Carnevale
« Ultimo post da Doxa il Febbraio 20, 2024, 09:44:45 »

persone che stanno uscendo dalla chiesa dopo la funzione religiosa; alcune si sono portate le sedie da casa e le stanno riportando; nel portico si vede il prete con il camice bianco. 

Vicino la locanda ci sono  rappresentazioni dell’antico teatro di strada, cosiddetto perché  allestito in luogo pubblico, all’aperto.  Gli attori, mimi o giocolieri che si esibiscono in questo genere teatrale sono detti “artisti di strada”.
 
La scena raffigura la  “Sposa sudicia”, tratta dall’ottava bucolica di Virgilio. La bella pastorella Nisa è amata da Damone, ma preferisce sposare Mopso.




altra scena


 nel  ciclo carolingio (letteratura epica-cavalleresca) rappresenta l’episodio di  Ursone e Valentino: due gemelli, figli di Belisante, sorella del re di Francia, Pipino.
I due neonati furono abbandonati   nella foresta dalla madre in fuga perché ripudiata dal marito.
Ursone fu allevato da un’orsa, perciò diventò un essere selvaggio; Valentino, invece, crebbe nella corte del  re di Francia, Pipino.

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Cogito ergo Zam / Re:Tempo di Carnevale
« Ultimo post da Doxa il Febbraio 19, 2024, 15:10:38 »
In questo dipinto c'è la folla brulicante nella piazza, persone intente nelle loro occupazioni e dall’artista organizzate con una dicotomia in cui le due parti sono in antitesi.

Sulla sinistra c'è il riferimento al Carnevale con individui che mangiano, bevono, ballano giocano; due botti per il vino sono vicino la porta d’entrata nella locanda, che ha l’insegna con la scritta   “Al naviglio blu", disegnata come una barca blu.

Bruegel  ha personificato il panciuto Carnevale con la camicia celeste ed i calzoni rossi. E’ seduto a cavalcioni sopra una botte, collocata  su un carrello a forma di barca che viene spinta da giovani mascherati. Quello che ha il mantello marrone ed  in testa un  conico cappello di colore rosso ha in mano un coltello.

Anche l’obeso Carnevale un grosso coltello da macellaio che gli pende sulla pancia appeso ad un laccio intorno al giro vita.

Sopra la sua testa c’è  un tegame col cibo cotto;  l’uomo ha il piede destro dentro un pentolone ed è “armato” con uno spiedo, nel quale sono infilzati diversi tipi carne. Un filo legato allo schidione sorregge a penzoloni una salsiccia. Ha il piede destro dentro una pentola.

In terra ci sono alcune carte da gioco, il guscio di un uovo e delle ossa.



Invece la Quaresima è  impersonata da un’anziana donna (somigliante ad un uomo), alta e magra, dal volto triste,
indossa un saio e dei sandali;  è seduta nella sedia, su un carrello  con ruote trainato da una suora e da un frate. 

Dietro al carrello ci sono persone che hanno sulla fronte il segno della croce fatto con la cenere e impresso dal sacerdote  durante la Messa nel "Mercoledì delle Ceneri".



La Quaresima combatte contro lo spiedo del Carnevale con una lignea pala con lungo manico (tipo quella usata dai fornai) sulla quale ci sono due pesci: sono aringhe, simboleggiano la penitenza e l’astensione dalla carne; sopra la testa avvolta da un bianco scialle fino alle spalle,  la donna ha un’arnia, rappresenta la Chiesa cattolica, promotrice della Quaresima, denominata “Tempo della Passione” dalle Chiese protestanti. Per queste, la Quaresima è legata ad una spiritualità che non appartiene a loro e  non impongono ai loro fedeli l’obbligo religioso di rinunce o penitenze.

Sulla pedana  dove è seduta la Quaresima ci sono dei brezel,  caratteristico pane a forma di anello con le due estremità annodate (ci sono anche con altre forme) che nel periodo quaresimale per i cattolici vengono prodotti senza latte, uova o strutto.

Un richiamo alla carità nel periodo di Quaresima è rappresentato dall’uomo con l’abito azzurro (nell’angolo in basso a destra) che dona alcune monete ad una povera donna seduta che chiede l'elemosina ed ha il suo bambino sdraiato su una sedia rovesciata sul ciglio della strada.



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Cogito ergo Zam / Re:Tempo di Carnevale
« Ultimo post da Doxa il Febbraio 19, 2024, 10:18:43 »

Pieter Bruegel il Vecchio: “Lotta tra Carnevale e Quaresima”, dipinto ad olio su tavola; 1559, Kunsthistorisches museum, Vienna

L’artista fiammingo si chiamava Pieter Brueghel, ma in questo quadro si firma col cognome Bruegel. E tale cognome usò dal 1559 per firmare i suoi dipinti.

Pieter Bruegel o Brueghel   è indicato come il Vecchio per distinguerlo dal figlio primogenito, Pieter Bruegel, detto “il Giovane”.

Il noto dipinto “Lotta tra Carnevale e Quaresima” esprime simbolicamente la contrapposizione tra la “festa” e la “penitenza”, la transizione tra i due periodi liturgici.

Per comprenderne la struttura narrativa si deve immaginarla divisa in due parti da una linea verticale, che dalla casa centrale in alto scende verso il basso e passa nel breve spazio antistante tra l’uomo panciuto sulla botte ed il carrello trainato da due religiosi.



dettaglio

Inoltre, Bruegel ha  collocato le persone, festaioli e penitenti,  intorno a un ideale centro, costituito dal pozzo, dove si vede una donna che con la carrucola ha tirato su il secchio






Bruegel per evidenziare  la ciclicità della vita,  alternata tra follia e ragione, povertà e ricchezza, abbondanza e penuria, disordine e ordine, ha disposto la folla non in modo casuale ma in forma circolare: chi oggi ride domani piangerà, che gioca, lavorerà, che fa bagordi farà penitenza.



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Anch'io Scrivo poesia! / Re:C'è un posto nel mondo
« Ultimo post da Regina D'Autunno il Febbraio 18, 2024, 23:44:42 »
E' la vita, e noi non ci possiamo fare niente...
A volte è fatta anche di questo. Bella poesia!  :redd:
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Anch'io Scrivo poesia! / C'è un posto nel mondo
« Ultimo post da presenzadiritorno il Febbraio 18, 2024, 13:04:27 »
C’è un posto nel mondo dove i treni
sono rimasti fermi alla stazione
nelle panchine non si è seduto mai nessuno
e le persone non si sono mai incontrate.
Lì in quel posto del mondo, accatastate
in una stanza tra tavoli, sedie e soprammobili
di vetro ci sono gli amori che non sono mai nati
le speranze degli uomini che si sono persi
i sogni di chi non ha mai vissuto e i desideri
degli adulti che sono rimasti bambini.
In quel posto nel mondo c’è, tra salici e pensieri
un lago di lacrime mai versate, occasioni perdute
tra le attese e scelte mai prese per paura di perdere.
Quel posto del mondo non lo conosce nessuno
lì tutto è rimasto fermo, intatto come un primo giorno
e la polvere si è posata su tutto come coltre leggera
impalpabile e sincera.

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Anch'io Scrivo poesia! / Nella terra di nessuno
« Ultimo post da presenzadiritorno il Febbraio 17, 2024, 19:34:40 »
E quando a guardare oltre l’orizzonte
o ad ascoltare la voce distinta dal richiamo
toccare terra con le dita o muovere passi
mentre la radice al tempio  silenziosa sale
sì, quando questo sono rimasti in pochi
a farlo delusi dalla vita di mezzo,
dai confini mentali e dalla pendice brulla
allora ritirarsi significa chiudere la porta al mondo
o scegliere di aprirla solo a chi si riconosce uguale?


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Pensieri, riflessioni, saggi / Re:A Roma dimo così...
« Ultimo post da ninag il Febbraio 16, 2024, 19:53:50 »
 :)
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Cogito ergo Zam / Re:Tempo di Carnevale
« Ultimo post da Doxa il Febbraio 16, 2024, 11:20:16 »
Concludo  questo thread con due dipinti del pittore veneziano Pietro Longhi (1702 - 1785), custoditi a Venezia nella pinacoteca della Fondazione Querini-Stampalia,  nell’omonimo palazzo del XVI secolo.


Venezia: Palazzo Querini Stampalia



Palazzo Querini-Stampalia, una veduta d’interno



Pietro Longhi, Il Ridotto, olio su tela, 1750 circa, Pinacoteca Querini-Stampalia, Venezia

Questa composizione fu ispirata al Longhi  da un precedente dipinto realizzato da Francesco Guardi, custodito alla Ca’ Rezzonico (vedi precedente post).
La scena si svolge nel salone centrale del Ridotto di Palazzo Dandolo a San Moisé.
La scena del "Ridotto" occupò la fantasia del Longhi in numerose versioni. 



Pietro Longhi, il Ridotto di Ca' Giustinian, olio su tela, 1750 circa, pinacoteca Querini-Stampalia
Una copia è a Bergamo all'Accademia Carrara









 
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