Autore Topic: Tutto cambia  (Letto 772 volte)

presenza

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Tutto cambia
« il: Giugno 18, 2015, 15:39:06 »
E' tanto che non passo più da queste parti, non è come mi ricordavo, non ci sono più il chiosco con le spremute di selz, limone e sale e l'edicola dei giornali. I vecchi seduti sulle panchine ai lati del monumento a Vincenzo Bellini, e le colombe sulle loro teste sembra se li sia portati via il vento all'improvviso. La gente passa e non compra più il gelato vaniglia e cioccolato, e i taxi non li prende più nessuno.
Le macchine non sembrano più impazzite, hanno cambiato il senso di circolazione e i turisti guardano i resti della città vecchia solo dai muretti. La chiesa all'altro capo della piazza sembra un buco nero, tanto si è scurita, e dei negozi lungo la strada sì e no è rimasto quello all'angolo e gli altri sembrano un singhiozzo.
E adesso qui che ci rimango a fare, non è un bello spettacolo stare a guardare, forse soltanto il sole dall'alto rimane a riscaldare, oggi come allora senza un attimo di esitazione.

nihil

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Re:Tutto cambia
« Risposta #1 il: Giugno 19, 2015, 07:48:55 »
melanconia per le cose che sono cambiate! quante volte ho provato questa sensazione irreversibile.

ninag

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Re:Tutto cambia
« Risposta #2 il: Giugno 24, 2015, 20:15:48 »
il tempo si posa lasciando una coltre (

piccolofi

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Re:Tutto cambia
« Risposta #3 il: Aprile 13, 2016, 17:23:57 »

     Che bel quadretto, fatto di occhi e di pensieri!
     Il punto è che nulla resta mai com'era, e anche quel che era...è stato solo per noi. Per altri certo è stato diverso : soggettività
     assoluta, che però trovo affascinante.

Doxa

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Re:Tutto cambia
« Risposta #4 il: Aprile 14, 2016, 17:29:16 »
"Panta rhei os potamos” (= Tutto scorre come un fiume) ci ricorda l’antico e celebre aforisma greco, attribuito al filosofo presocratico Eraclito di Efeso (575 a.C. – 475 a.C.). Questo aforisma lo collego  al “carpe diem” del poeta Orazio (65 a.C. – 8 a.C.): “Dum loquimur fugerit invida aetas: carpe diem, quam minimum credula postero”. (=“Mentre si parla, il tempo è già in fuga, come se ci odiasse! Così cogli la giornata, non credere al domani” (Odi 1, 11, 8.  Ribadito nel XV secolo da Lorenzo il Magnifico:  “Quant'è bella giovinezza, / che si fugge tuttavia! / Chi vuol esser lieto, sia: / di doman non v'è certezza”. (da i Canti carnascialeschi,  “Canzona di Bacco”).

Le esperienze vissute diventano ricordi, a volte dolorosi, a volte nostalgici. Il ritorno in un luogo cambiato nel tempo fa da ponte tra ciò che eravamo e ciò che siamo.

Il tempo fugge, ma la memoria ci concede col ricordo di compensare  le assenze. E fino all'ultimo giorno della nostra vita  la titanide Mnemosine (personificazione della memoria) ci permette di rammentare ciò che abbiamo fatto, cosa e come abbiamo imparato, chi siamo stati e chi siamo.