Su quella panchina a volte nera a volte grigia oggi ci ho poggiato un bicchiere che si è riempito d’acqua ed è diventato limpido come la frase quando descrive il mare. Così ho pensato ai colori e alle stagioni. Forse i colori sono come le stagioni, e in quel bicchiere io mi sono contemplata.
Ho visto la nebbia di quando all’improvviso lei ricopre, e le nuvole e la pioggia di un giorno d’inverno alla fermata del treno.
Il vapore quello delle pentole a pressione e il fischio dell’acqua nel suo bollitore di quando uno è distratto e il verso ti richiama.
Ho visto l’asfalto bagnato e le ruote che corrono verso una direzione, la terra nuda quando manca il sole, gli alberi secchi senza più foglia né fiore e una tazza colma della sua tisana mentre le mani si scaldano coi fumi del suo calore.
Ho visto il cielo senza il suo orizzonte e il mare quando uno ce l’ha di fronte, e poi non ho più visto niente, è rimasto solo il tempo di me che sonostata ferma a quel momento mentre tutto il resto scorreva lento.
