Autore Topic: La questione della lingua.  (Letto 444 volte)

Faber

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La questione della lingua.
« il: Febbraio 05, 2017, 21:19:55 »
La questione della lingua, ovvero la sua sopravvivenza al tempo e non solo. Persino il famoso regista Ridley Scott lo aveva prefigurato nell'ultra premiato film "Blade Runner" , nel quale immagina una società, ovviamente multietnica, che si esprime attraverso una lingua frutto della fusione di mille lingue, dialetti e idiomi parlati dalla gente comune. Una società futuristica che ha perso la memoria delle proprie radici culturali, delle quali la lingua dovrebbe rappresentare la storia e l'origine. I nostri studenti (ma non solo) non sanno esprimersi in un italiano che sia, non solo grammaticalmente corretto, ma persino capace di essere coerente ed a senso compiuto: costruzione di un pensiero ed organizzazione coerente del pensiero che si vuole esprimere. L'allarme è stato lanciato da oltre 200 docenti delle scuole superiori ed universitari, soprattutto toscani. Il problema, non è di poco conto in quanto non solo si riferisce alla qualità della preparazione degli studenti delle scuole superiori e delle università, ma in prospettiva di coloro i quali, dopo il conseguimento della laurea (triennale o magistrale) aspireranno a ricoprire incarichi di livello superiore e dirigenziale. Il futuro, lo sviluppo dell'economia e della cultura italiana, e non solo, sarà loro affidata sperando che siano in grado, a loro volta, di trasferirla alle future generazioni. Ma su quali basi? Se si assiste ad un costante impoverimento del linguaggio usato comunemente dalle giovani generazioni; se è vero, come è vero poichè dimostrabile, che i giovani sono sempre meno propensi alla lettura e, quindi, all'approfondimento delle tematiche socio-culturali oltre che tecnologiche o politico-amministrative, tanto per esemplificare, cosa dobbiamo legittimamente attenderci per il futuro? Una società che si impoverisce, non solo sotto l'aspetto economico, è altamente vulnerabile. La questione culturale, pertanto, dovrebbe essere attenzionata da chi governa. E non solo in Italia. Lo sappiamo, i giovani si esprimono per mezzo di frasi smozzicate; prive di qualsiasi analisi logica; essenzialmente veloce e per tale ragione prive di ogni capacità di approfondimento. Sopratutto, ci esprime con telefonini e pc, quasi mai attraverso la scrittura, raramente affrontando discussioni tra individui "presenti fisicamente". Una generazione, questa, che sta perdendo il piacere della lettura, dell'introspezione; capace di meditare nel silenzio e con la fantasia. Generazioni di giovani incapaci, non solo di esprimersi coerentemente e correttamente, ma capaci di chattare per ore, curvi sui loro cellulari, ed altrettanto lontani dall'idea di scambiarsi opinioni e "pettegolezzi" in presenza di altri individui! Il mondo virtuale avanza, a discapito della realtà fisica e della fisicità del vivere, come lo si è inteso sino all'avvento del web. Il futuro è foriero di novità, possibilità e risorse, ma solo se si sapranno usare con intelligenza gli strumenti che la scienza ci propone. Argomenti, questi, sui quali credo sarebbe opportuno fermarsi a ragionare: a cominciare dagli insegnanti e, a seguire, dalla classe politica. Tutti chiamati in causa, per dare quelle risposte che sino ad oggi, oggettivamente, non siamo stati in grado di dare. Forse perchè il futuro, già immaginato nella letteratura e nel cinema, ha di gran lunga sopravanzato la realtà.
"Tutte le anime sono immortali. Ma le anime dei giusti sono immortali e divine" Socrate

L'uomo non può creare nessuna opera che sopravviva ad un libro