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Arte / Re:Venezia, Biennale d'Arte
« Ultimo post da Doxa il Aprile 14, 2024, 17:06:16 »
Il padiglione allestito dal Vaticano  ospiterà pittura, danza, cinema, installazioni, workshop, performance.

Otto gli artisti: Maurizio Cattelan, con una grande opera esterna sulla facciata della Cappella; Bintou Dembélé, con una coreografia composta per le detenute; Simone Fattal, con un’installazione di placche di lava che si intrecciano con le poesie e i racconti delle detenute; Claire Fontaine, un lavoro sulla consapevolezza attraverso il movimento; Sonia Gomes, con le sue installazioni nella Cappella interna; Corita Kent, con un messaggio che unisce estetica e missione sociale; Marco Perego & Zoe Soldana, con un cortometraggio girato con le detenute; Claire Tabouret, con i ritratti da bambine delle detenute.

Cattelan spiega la scelta del Vaticano di fare in questo carcere il suo Padiglione: “Accende i riflettori sugli invisibili, sulle persone che vivono ai margini della società, su tutti quelli che consideriamo distanti, o teniamo distanti. È un gesto compassionevole, e al tempo stesso rivoluzionario perché ci obbliga a mettere piede in un territorio inesplorato, a guardare negli occhi chi ha perso la libertà”.


Veduta esterna del carcere femminile nell’isola della Giudecca

L’opera di  Maurizio Cattelan è sul muro esterno del carcere: è  un’immagine in bianco e nero della pianta dei piedi di un uomo. Può ricordare un’iconografia rinascimentale come quella del Cristo morto di Mantegna, o la crocifissione dipinta da Caravaggio.




Il dissacrante artista Cattelan  è colui che a Milano chiese ed ottenne di collocare  in piazza Affari,  davanti la Borsa Valori il famoso dito medio

Milano, piazza degli Affari

La sua opera che però ha  fatto discutere è stata “La nona ora”, del 1999. La scultura  raffigura il pontefice Giovanni Paolo II a terra, in grandezza naturale,  adagiato su un tappeto rosso colpito su un fianco da un meteorite. Il riferimento è evangelico: la nona ora corrisponde alle 15, Gesù morì sulla croce.
 
L’artista   con questa scultura  ha voluto suggerire che qualsiasi potere può essere messo in discussione da logiche ed eventi avversi, mettendo in pericolo anche la vita di un pontefice. L’opera è stata poi battuta all’asta per la cifra di 886 000 dollari.


Maurizio Cattelan, La nona ora, 1999. Lattice, cera, poliestere, roccia vulcanica, tessuto, pastorale in argento, tappeto, vetro. Collezione privata.
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Arte / Venezia, Biennale d'Arte
« Ultimo post da Doxa il Aprile 14, 2024, 17:04:31 »
Da sabato 20 aprile a domenica 24 novembre 2024 a Venezia nei Giardini di Sant’Elena e all’Arsenale ci sarà la 60/esima Esposizione Internazionale d’Arte, dal titolo “Stranieri ovunque” - Foreigners Everywhere.

Quest’anno il Padiglione del Vaticano è nella Casa di reclusione femminile, alla Giudecca, è un antico monastero fondato nel XII secolo, poi usato per ospitare e rieducare le prostitute, perciò detto il “Convento delle Convertite”.

Il Padiglione è dedicato al tema dei diritti umani e alla figura degli ultimi, locatari di mondi marginalizzati, dove i nostri occhi raramente arrivano. Si cerca di favorire la costruzione di una cultura dell’incontro, perno centrale del Magistero di Papa Francesco.

La mostra della “Santa Sede” ha come titolo: “Con i miei occhi”, che evoca il sonetto 141 di William Shakespeare:

“ A dire il vero io non t’amo con i miei occhi
perché in te notano un’infinità di colpe;
solo il mio cuore ama quanto essi sdegnano
e a dispetto loro, è lieto del suo ardore.

Né il mio udito si delizia al tono della tua voce,
né il mio sentimento è prono a volgar lussuria,
né il gusto o l’olfatto voglion essere invitati
a un erotico banchetto soltanto col tuo corpo:
ma né i miei cinque spiriti o i miei cinque sensi
possono dissuadere dall’amarti un pazzo cuore
che lascia incontrollata questa parvenza d’uomo
perché schiava sia e vassalla del tuo superbo cuore:
ma io volgo a privilegio questa mia sventura
perché godo la penitenza di chi mi fa peccare”
.


Il titolo della mostra vaticana evoca anche il biblico “Libro di Giobbe”: “I miei occhi ti hanno veduto”

Giobbe rispose al Signore e disse:
“Comprendo che tu puoi tutto
e che nessun progetto per te è impossibile.

Chi è colui che, da ignorante,
può oscurare il tuo piano?

Davvero ho esposto cose che non capisco,
cose troppo meravigliose per me, che non comprendo.

Io ti conoscevo solo per sentito dire,
ma ora i miei occhi ti hanno veduto.

Perciò mi ricredo e mi pento
sopra polvere e cenere”.

(42, 1 – 11).

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Arte / Les amants
« Ultimo post da Doxa il Aprile 13, 2024, 10:38:03 »
Il pittore surrealista belga René Magritte (1898 – 1967) nelle sue opere ebbe la capacità d’insinuare dubbi sul reale: lo allude come  enigma, come sogno. Infatti il suo stile è definito “illusionismo onirico”, per esempio un paio di scarpe  che diventano dita di un piede, oppure un paesaggio simultaneamente notturno nella parte inferiore e diurno in quella superiore.

Nel 1912 la madre si suicidò nel fiume Sambre. Venne trovata con la testa avvolta dalla camicia da notte.  Questa immagine rimase impressa nella mente dell’adolescente René e la manifestò in alcuni suoi dipinti, come “Le fantasticherie del passeggiatore solitario”, “L’histoire centrale” e “Les amants”. Questi quadri diventarono per lui luogo del dramma, spazio per affrontare il dolore e raffigurarlo, forse esorcizzarlo.


René Magritte, Les amants (Gli amanti), olio su tela, 1928, MoMa, New York

Raffigura due amanti che si baciano.  Ciascuno ha la testa coperta con un foulard bianco che impedisce loro di vedersi e comunicare. Il panno è abilmente dipinto con pieghe in chiaroscuro.

Tra le due figure quella più emblematica è la figura maschile: giacca scura, camicia bianca e cravatta.  Secondo gli esperti rappresenta il padre di Magritte che dà un ultimo bacio alla moglie, appena morta, con il volto coperto dal dolore.

Le interpretazioni  possono essere numerose. Nascondendo i volti il pittore vuole mostrare i molteplici significati del reale attraverso nuovi punti di vista:

“C’è un interesse in ciò che è nascosto e ciò che il visibile non ci mostra. Questo interesse può assumere le forme di un sentimento decisamente intenso, una sorta di conflitto, direi, tra visibile nascosto e visibile apparente” (René Magritte).

De “Gli amanti” ne fece due versioni, la prima è conservata nella National Gallery of Australia, la seconda, più famosa è al MoMa di New York.

Il tema degli amanti è spesso presente nei dipinti di Magritte: hanno per oggetto un uomo e una donna affiancati, con il volto scoperto, oppure coperto con un foulard bianco.

Nel dipinto titolato “L’histoire centrale”  non ci sono due amanti ad avere il volto coperto, ma è raffigurata solo una donna.


René Magritte, L’histoire centrale, olio su tela, 1928

In questo dipinto ci sono tre elementi posizionati in modo tale da formare un triangolo: la tuba (strumento musicale)  una valigia, la donna: un panno le copre il viso, lo regge sotto il collo con la mano sinistra.

Quella valigia forse allude alla partenza verso l’aldilà.
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Letteratura che passione / Romantasy
« Ultimo post da Doxa il Aprile 12, 2024, 11:11:55 »


Dall’unione di due parole: “romance” + “fantasy” è stato elaborato il neologismo "romantasy": è il fenomeno letterario e sociale del momento, caro in particolare alle adolescenti che amano l’avventura e il lieto fine.

Nei libri fantasy romantici  la trama  è basata su una relazione d'amore tra due personaggi, spesso ambientata in un contesto fantastico o ultraterreno.

Questo genere letterario diffuso dai social media, in particolare “TikTok” e “Instagram”,  è molto popolare tra i giovani.

Il romanzo privilegia i sentimenti, le passioni, l’amore e l’eros; il fantasy ha come base avventure immaginarie,  creature mitiche, personaggi dai poteri soprannaturali, regni magici che consentono ai protagonisti  di esplorare un mondo nuovo ed emozionante mentre si innamorano.

Gli esiti di questa commistione di stili e scritture, di personaggi e situazioni, sono vari e imprevedibili.

Le autrici di successo in questo periodo sono Rebecca Yaross e Sara J. Maaas, ai primi posti delle classifiche in Europa e negli Stati Uniti. Le due scrittrici si dilungano nelle saghe di ragazze che cavalcano draghi (Fourth Wing) o  di creature magiche metà fate e metà umane /Crescent City).

E’ antica la commistione tra il mondo fantastico e le tematiche amorose-drammatico-sentimentali. Per esempio è presente  in varie fiabe, come Cenerentola, Biancaneve e i sette nani, ecc..

Il romantasy permette  immaginare altre dimensioni, accompagna il desiderio di perdersi in un mondo altro, tipico dell’adolescenza.

I personaggi sono complessi e questi romanzi  hanno al loro interno venature gotiche, noir, ma anche erotiche e horror dando vita ai filoni del Gothic fantasy.

Difficile stabilire un perimetro del romantasy,  comunque la vicenda deve seguire le regole romance ed è di rigore il lieto fine, l’happily ever after = per sempre felici e contenti.

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Pensieri, riflessioni, saggi / Suviana
« Ultimo post da ninag il Aprile 11, 2024, 20:48:00 »
Il rumore delle ambulanze riempie l’aria tranquilla del primo pomeriggio, guardo fuori non capisco da dove arrivi il suono se è un’ambulanza che arriva o che sta trasportando qualcuno.
Il rumore si spegne e torna il silenzio.
Esco, come sempre, per la solita riunione, mentre penso che qualcuno sia ferito da qualche parte, talvolta alcuni vanno verso il lago con le moto, incuranti dei possibili automobilisti che potrebbero incontrare dall’altra parte della carreggiata.
L’auto va quasi da sola mentre i pensieri vagano, il paesaggio inizia a cambiare, la primavera lascia segni sempre più evidenti, gli Iris adornano le cunette, mentre i rusticani hanno colorato tutti i rami spogli degli alberi, alcuni Cercis Siliquastrum, inondano il paesaggio di un rosa acceso.
La natura si risveglia, mentre mi avvicino alla sala dove abbiamo l’incontro sento il rumore di un elicottero che vola molto basso.
Continuo per la mia strada, scendo dall’auto, vado alla riunione, incontro le colleghe che come sempre hanno un’aria affaticata, mentre accendo il computer per registrare l’evento, arriva una delle colleghe che con enfasi annuncia che c’è stato un incidente, un incidente alla centrale. La calma dei minuti precedenti viene turbata da questa notizia.
La centrale si trova a pochi chilometri da noi, ma non è possibile visualizzarla.
Lei racconta di ambulanze e vigili del fuoco, non sa bene cosa è successo, parla di un incendio. Iniziamo subito una ricerca frenetica sui media, la notizia è confermata, è avvenuta un’esplosione in profondità, la centrale è situata in fondo al lago, e gli impianti si trovano a una quarantina di metri di profondità.
I volti si fanno preoccupati, un ‘esplosione all’interno di un edificio situato a quelle profondità è un evento tremendo.
Le prime notizie parlano di persone ustionate, che sono state le prime ad essere soccorse.
Le notizie si susseguono senza sosta, udiamo il rumore di altre ambulanze, la riunione diventa difficile, inizio a scrivere la breve relazione, ma con difficoltà, le mani sembra non vogliano piaggiare i tasti.
Arrivano altre notizie, le peggiori, hanno ritrovato tre persone prive di vita, non oso immaginare cosa hanno provato in quei terribili attimi, quando ti rendi conto che qualcosa di spaventoso sta accadendo che là finisce, la vita quella di ogni giorno, tuo figlio che chiede una merendina, un nipote che vuole essere preso in braccio, cosa mangiare, cosa indossare, lamentarsi del traffico, del caldo del freddo, dell’aumento della benzina. Il nulla, ti avvolge, ti brucia i polmoni e l’attimo è là, infinito, quando il sangue defluisce, ti lascia, l’aria si ferma, i tuoi occhi fissano l’ultimo istante, l’immagine che è rimasta là dentro la memoria del tuo ultimo attimo.
Tre persone hanno perso la vita, in quel momento capiamo quanto l’incidente è stato grave, mancano le parole, proviamo a occuparci delle solite inezie, trovare un documento che era incompleto.
Come ragnatele invisibili i nostri pensieri sono intricati, chi pensa all’amico che forse era là quel giorno, chi alza la voce forse solo per sentirsi vivo, chi si allontana dal gruppo cercando un attimo di silenzio.
Le notizie arrivano senza sosta, quattro persone sono disperse, la situazione è tremenda, un solaio è crollato investendo il nono piano sotterraneo, e i locali sono stati invasi dall’acqua, come nei peggiori film catastrofici l’immagine di quelle persone là sotto a quelle profondità mi suscita un profondo sgomento, perché, è la domanda che ci poniamo, la vita, i sentimenti, l’essenza di un essere umano, spazzati via senza un perché.
Il moloch sanguinario richiede sempre più vite è diventato esigente, presenta il conto a questa umanità persa spesso in facezie. La linfa vitale risucchiata, in mille modi, di guerre dichiarate e non, di altre combattute per dare un futuro ai figli, o anche solo per dire di esserci.
Non bastano guerre, malattie, a flagellare gli esseri umani, esistono migliaia di modi per soffrire, ma ognuno cerca di aggrapparsi a quel ramoscello sperando che le forti correnti non li porti via.
Sembra che non ci sia pace, che per ogni regalo ricevuto si debba pagare un prezzo molto alto, quali imperscrutabili disegni divini ci riserva l’ignoto, o forse è già tutto scritto e nulla possiamo fare per evitare quello che ci attende, la lotta non ha eguali, per avere un pezzo di cielo in terra a cui ogni persona aspira.


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Parliamo di... scrittura / Re:"Che cosa è l'uomo ?"
« Ultimo post da mr.blue il Aprile 11, 2024, 18:48:51 »
Doxa, Olivia non è reale, sono bot. Adesso la cancello.
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Parliamo di... scrittura / Re:"Che cosa è l'uomo ?"
« Ultimo post da Doxa il Aprile 11, 2024, 17:11:07 »
Buon pomeriggio Olivia,

sei una new entry perciò benvenuta.

Hai ripetuto una frase che io ho scritto tre anni fa nel mio post, ti va di dirmi perché ? Per dire cosa ?  :dsew:
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Anch'io Scrivo poesia! / Vulcani di Modi di Essere
« Ultimo post da Regina D'Autunno il Aprile 10, 2024, 09:18:39 »
Una persona può essere
un vulcano di idee geniali,
quando queste coinvolgono
tutti coloro che lo ascoltano
con entusiasmo e partecipazione.
Un'altra persona può essere
un vulcano di felicità,
quando con il suo ottimismo
contagia anche gli altri
con la sua allegria.
Si può essere anche
un vulcano d'amore vero,
quando si ama appassionatamente
e senza chiedere nulla in cambio.
Qualunque sia il vulcano,
che c'è in una persona
con esso bisogna saper esplodere
in tutti i suoi modi di vita.
 :fiery:
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Anch'io Scrivo poesia! / Potenza del Vivere
« Ultimo post da Regina D'Autunno il Aprile 05, 2024, 12:56:55 »
Potenza dell'essere,
quando si decide
di vivere pienamente
la propria vita.
Potenza della natura,
quando essa si manifesta
o nello sbocciare di un fiore
oppure dall'eruzione di un vulcano.
Potenza del tempo,
quando esso ti fa
nascere o morire
nel lasso di un istante.
A comandare è anche
la potenza della propria volontà,
che ti fa volere ogni cosa
quando la si desidera.
 :fame:
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Cogito ergo Zam / Re:Tempo di Carnevale
« Ultimo post da ManuelaOrtiz il Aprile 02, 2024, 19:20:31 »
:rose: :rose:Alcuni anni fa in altro topic ho discettato sul Carnevale. Non so dov'è quel thread, perciò comincio questo  :happy:

Oggi vi voglio raccontare un po’ di storia del Carnevale di Venezia. Il primo documento che lo cita come usanza è dell’anno 1094, firmato dal doge Vitale Falier. Ma fu un editto del 1296 del Senato della “Serenissima” ad istituirlo come festa pubblica autorizzata.

Dopo circa 700 anni, nel 1797, a seguito del “Trattato di Campoformio”, Venezia venne ceduta all’Austria, che bandì molte usanze, fra le quali il Carnevale. Questo fu ricominciato nel 1979 da alcune associazioni cittadine ed è ormai famoso in tutto il mondo.

Il travestimento tipico veneziano,  che risale al '700, veniva indossato sia dagli uomini che dalle donne: si compone di tre elementi: una particolare maschera bianca denominata  baùta (si pronuncia con l’accento sulla ù),  il tricorno di colore nero  (= cappello a tre punte), il mantello nero, detto anche tabarro o jabod.


La baùta,  di colore bianco, è la maschera  tradizionale del Carnevale veneziano.

La conformazione della maschera permette anche di bere e mangiare senza  doverla togliere e mantenere l’anonimato.

Nel passato il carnevale veneziano  attirava chiunque avesse denari da spendere e voglia di vivere situazioni fuori dall’ordinario. Non solo nelle feste dei palazzi ma anche nelle sale da gioco.  La più antica, gestita dallo Stato, era quella nel Palazzo Dandolo. Ricchi giocatori, non solo veneziani ma anche  stranieri,  spendevano molti soldi nei tavoli da gioco proprio perché si sentivano tutelati dall’anonimato della maschera, che era obbligatoria.

La baùta veniva indossata da ricchi e poveri, uomini e donne, aristocratici, borghesi e religiosi, che si confondevano celando la propria identità.

Immaginate  la scena: individui avvolti dal tabarro, il viso nascosto dalla maschera, sul capo il tricorno. Camminano tra le calli avvolte nella nebbia ed entrano in un palazzo illuminato dalle candele. Si levano il mantello svelando qualcosa di sé dagli abiti che indossano e dalla forma del corpo che si intuisce sotto i vestiti.

Si scrutano a vicenda attraverso le fessure della maschera cercando di indovinare la persona che si cela.
 Arriverò presto su https://chernobylstory.com/it/
Solo il Carnevale consentiva di vivere situazioni come queste, irresistibili agli occhi dei visitatori stranieri. Il fascino della città sospesa tra terra e acqua unita alla trasgressione resa possibile dall’anonimato. 

Le donne come maschera per il viso anziché la bianca baùta usavano la “moreta” (o moretta) cosiddetta perché di colore nero.   

Ci sono numerosi  dipinti a Venezia che testimoniano l’utilizzo di questi indumenti. Appaiono, in particolare nelle opere pittoriche di Pietro Longhi e Francesco Guardi.  Ne posterò alcune.

Molto interessante
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