Autore Topic: si vedo un muro bianco...  (Letto 808 volte)

ectobius

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si vedo un muro bianco...
« il: Ottobre 06, 2017, 18:24:20 »
“Si vedo un muro bianco, io jelo sfregno”.
Il verso del sonetto fu scritto in un’epoca nella quale imbrattare un muro non suscitava scandali; né emozioni, né riflessioni. Veniva considerato puro divertissement di poeta che, comunque e per parte sua, voleva certamente dire qualcosa, ma che all’epoca non poteva essere compresa. Non esistevano ancora le bombolette che oggi hanno permesso l’ingresso dello sfregio murario nell’era dell’imbratta tutto su larga scala. Nell’epoca dell’imbratta tutto non si salva più niente dalla furia dell’essere umano che, padroneggiando scienza e tecnica, si è procurato mezzi capaci di sfregiare e imbrattare fin l’immenso oceano pacifico e anche l’aria che respiriamo… e l’Artide e l’Antartide...
Ma, e vabbè!... lasciamo correre ché è troppo esteso l’elenco.
Ma i muri?
Per i muri, però, c’è da fare più approfondita riflessione: tanto per iniziare dobbiamo ammettere che si tratta di attività antichissima, risalente addirittura alla preistoria, e ne abbiamo cognizione certa nei graffiti su rupi e pareti di caverne; poi fu la volta delle pareti all’interno delle chiese e anche quelle esterne alle chiese… Sì, e molti diranno: “è vero, ma si trattava di opere d’arte che davano lustro  alla intelligenza e creatività dell’uomo, mentre questo imbrattare con le bombolette?, uno schifo, opera d’imbecilli!”. Chiedetelo a chiunque e prenderete atto della condanna generale, senza mezzi termini della vox populi che continua a elevarsi alta e nonostante che  tra gli “imbratta muri” militino anche veri artisti le cui opere, spesso colossali, offrono gratuitamente decoro allo squallore di certe muraglie, e abbelliscono squallidi angoli delle periferie di grandi città. Sono artisti “di strada” che non nutrono ambizioni, e, pur consci del loro valore, rifiutano elogi e anche proposte di premiazione... insomma sono grandi personaggi che, a loro modo, elegantemente esprimono una protesta al degrado dilagante.
Ma sì, anche questo è vero, ma ‘sti giovani senza arte né parte che con bombolette "sfregnano" muri peraltro ben tenuti… anzi più sono ben curati, più sono da imbrattare senza pretese d’arte?
Imbecilli!
Ma poi mi chiedo:
“Perché lo fanno?”.
E, costretto a riflettere, comincio anche a comprendere quello che già allora il poeta voleva dire e non poteva, così che sono portato a essere indulgente anche nei confronti dello “sfregio” da disordinate bombolette: sono, per me, l’urlo degli esclusi, degli emarginati, dei privati di identità e  dignità; degli esclusi dalla ricchezza di un meraviglioso Pianeta che sarebbe in grado di garantire condizioni di sobrio benessere a tutti.
Sì!, è così:
“Si vedo un muro bianco jelo sfregno”.

ectobius

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Re:si vedo un muro bianco...
« Risposta #1 il: Ottobre 10, 2017, 10:43:16 »
Questo pomeriggio afoso Giallo piovoso sonoro di vento.
Mi schiaccia!
Accidiosamente sul letto Gli occhi aperti vaganti sull’implacabile schermo della parete.
Un balenìo di folgore!
Brilla sul fondo giallo di duna l’acciaio lungo di una lama.
A tratti sulla lama rimbalzano dardi di luce che abbagliano lo sguardo del ragazzo fisso sulla lontananza di uno sbavante miraggio tenero azzurro di mare silenzioso.
Vola alta, la lama, sull’ombra del braccio nero dell’uomo blu, e scompare nel cielo di latte in attimi ritardati e lenti che lasciano il tempo di affidare al vento una fola ché alcuno in un giorno come questo la raccolga.

Così!
Nell’aria.
Così!
Senza un perché.

Ma è permesso riconoscere un diritto di memoria a una vita violata dalla miseria, dal sopruso?… a una vita violata da una morte giovane, remota, ineluttabile come una scadenza?
Una vita rubata.
La fola oziosa affidata al vento della morte è un estremo anelito di giustizia per un ragazzo rimasto laggiù.
Morte predestinata senza frutto.

Ed è notte!
Una notte d’aria ferma non fa dormire… e l’afa di un racconto nel vento!
Esco di casa, d’impulso
Nella strada deserta non c’è refrigerio
Il vapore sale dall’asfalto
Gocciole residue cadono dagli alberi p
Picchiettano il leggero strato di sabbia
Disegnano indecifrabili geroglifici.

In fondo al viale due ragazzi!
Li intravvedo nel vapore che firmano in spray colorati la facciata di un condominio borghese appena ridipinto. Firme complicate, e senza velleità d’arte... spedizione nata negli abissi di un profondo inconscio:

“Si vedo un muro bianco, io jelo sfregno!”, diceva il poeta. 

E io?
Io!

Il lembo di un manifesto pubblicitario scollato dalla pioggia mi sfiora il braccio Lo afferro Lo tiro e viene giù intero
Corro a scalzare i lembi umidi di altri manifesti
Strappo… Strappo… Strappo!
Affannato, sudato e fermo.
Laggiù il muro firmato!
I ragazzi hanno già girato l’angolo.
Sotto i miei piedi la faccia paffuta, sorridente e colorita da un manifesto.
Sotto i miei piedi!
A chi la responsabilità?
A nessuno!
E il viale con gli alberi che piangono.


nihil

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Re:si vedo un muro bianco...
« Risposta #2 il: Ottobre 22, 2017, 15:36:42 »
sempre arguto, direi amaramente arguto. Certi sfregi sono solo sfregi, che contengono un dispetto e una certa rabbia. Altri invece dicono qualcosa, piccoli tratti di pensieri personali e sfottò.
Nella mia città c'era uno sfregista, scomparso nel nulla anni fa, che scriveva se non poesie, sintomi di grande solitudine che nessuno ha raccolto, infatti pare che si sia suicidato.
Uno dei più famosi è " se sei felice non dirlo a nessuno, creerai solo invidia."
E un'altro, che forse è la sua firma: sono 20 anni che mi lasciate qui da solo a parlare con i muri.
Ecco questo è un dialogo tenerissimo  e nessuno si azzarda a ridipingere quei muri. Si firmava ZEB.

Queste cose mi piacerebbe leggere negli sfregi, piccoli spiragli su grandi amori e grandi discorsi sul possibile e impossibile. Certo è che mi fermo sempre a leggerli.  ;D