Autore Topic: Parole che non ho detto,parole di troppo  (Letto 707 volte)

Bullfrog

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Parole che non ho detto,parole di troppo
« il: Maggio 03, 2012, 18:14:26 »
Cercavo di focalizzare la mia attenzione sulle crepe del muro di fronte a me, ma era dannatamente difficile!
Non riuscivo a togliermi dalla testa la litigata avuta con Lionel quel pomeriggio. Mi ritornava in mente in mille modi, addirittura sotto forma di canzone!
Probabilmente il mio cervello si stava arrovellando per analizzare da tutti i punti di vista le sue parole ma la conclusione era sempre la stessa.
“Mi sono irrimediabilmente innamorata di un idiota!” urlai al mio fedele cuscino, muto ascolatore di tutti i miei sfoghi.
“Arriverà il momento in cui anche tu ti stancherai di me e mi soffocherai mentre dormo. Del resto, come darti torto? Solo un idiota può innamorarsi di un altro idiota!”
Mi rintanai al buio sotto al piumone. Ci stavo bene, come un verme in una mela. Nel buio, al riparo dal mondo e dai suoi innumerevoli occhi mi lasciai andare. Dopo ore finalmente riuscivo a rilassarmi....fin troppo però! Mi ero addormentata!
Mi svegliò mio fratello per avvisarmi che era pronta la cena.
“Sveeeeeeegliati!” mi urlò nell’orecchio, accendendo e spegnendo la luce ad una velocità assurda, il che chiaramente mi confuse ancora di più.
“Dai,dai,dai! I cavolfiori fritto sono già in tavola e io sto morendo di fame!” disse scoprendomi e buttando il piumone per terra. In una pura dimostrazione di sano amore fraterno decisi di non ucciderlo.
Mi limitai a gettargli una ciabatta in faccia mentre uscivo dalla mia tana, cioè letto! Volevo dire letto.
Mi resi conto che avevo fame,molta fame. Divorai letteralmente la mia porzione di cavolfiori e mi stavo accingendo a fare il bis quando mia madre mi chiese: “ Hai fatto tutto quello che dovevi fare per domani?” evidentemente il mio sguardo mostrò in maniera chiara il mio sbigottimento perchè aggiunse : “ Ma ti sei appena svegliata? Dai, su cerca di tornare tra noi per un attimo! Domani ricomincia la scuola, hai fatto tutti i compiti?”
La scuola!
Durante queste vacanze di Natale mi ero completamente dimenticata del fatto che un giorno ci sarei dovuta tornare. Ad ogni modo assenti con un cenno e optai per l’abbandono dei cavolfiori in favore di una fuga strategica in camera mia.
Avevo fatto i compiti già durante il secondo giorno di vacanza, secoli fa mi sembrava, ma il pensiero di quello che mi aspettava il giorno dopo era opprimente,desolante,disarmante!
“Uff, non solo ho litigato con Lionel ma domani dovrò alzarmi presto per avventurarmi nel gelido mondo dell’istruzione!” sospirai “devo cercare di rimediare ad una di queste due cose il prima possibile!” mi dissi.
“Indubbiamente la cosa più semplice è sistemare le cose con quell’idiota, però non voglio! Dev’essere lui a chiedere scusa, stavolta non è minimamente colpa mia, vero Mister Cuscino?”
Nessuna risposta.
“Oh beh, chi tace acconsente!” Mi tuffai sul letto e abbracciando il mio amico imbottito di...imbottito di...al diavolo! Imbottito con qualcosa di morbido e coccoloso ripensai per la centesima volta all’infausto pomeriggio appena trascorso.
E’ straordinario quanto l’essere umano possa trattenere dentro di sè i propri sentimenti e come riesca a mascherarli. Qualsiasi sentimento inespresso si trasforma in parole e frasi proprio per essere espresso.
Immagino queste parole tutte stipate in un angolo della nostra mente e della nostra memoria.
Si accumulano senza uno sfogo. Certe poi sono anche più tormentate di altre in quanto ci ripensiamo e accareziamo l’attimo in cui poterle esternare. Però ormai è il momento giusto è passato ed arriva il tempo in cui tutto ciò diventa un fardello troppo grande e pesante.
In quel momento esplodono.
Non sempre nel momento e con le persone giuste però succede, esplodono. Eruttano come un vulcano, sono vomitate fuori con insensata ma giustificata violenza. Una cascata di parole e sentimenti trattenuti fin troppo a lungo.
Quel pomeriggio era successo.
Cosi’, senza una ragione specifica Lionel aveva riversato su di me, povera e innocente creatura, tutto il suo rancore.
Verso i genitori che non lo capivano, verso l’allenatore e gli insegnanti che non lo capivano e infine verso di me, che non lo capivo.
Ma, amore mio grande, se nessuno ti capisce ci sarà forse un motivo? Pensaci isterico del cavolo che non sei altro!
Io sono cara e buona ma quando mi arrabbio mi arrabbio per bene. Si....e poi me ne pento come in questo momento.
Anche se ammetto che farlo piangere era stato un gran colpo. Francese sensibile di sto cacchio.
Comunque sia, anche se poi la situazione era degenerata, mi appariva chiaro che aveva fatto uno sforzo per aprirsi con me, cercava di spiegarmi i suoi problemi, voleva rendermi partecipe della sua vita e io l’avevo respinto in malo modo.
“Maledetta la mia boccaccia e il mio orgoglio. Mai che sappia zittirmi quando ne ho l’occasione!”
Pensare che la conversazione era iniziata anche bene.
Lionel mi stava spiegando che la sua famiglia si era trasferita a Roma, in Italia, dopo la morte della nonna materna che era italiana di nascita.
Nonna Chiara aveva seguito a Marsiglia l’uomo che amava, il nonno di Lionel, lì si erano sposati, ma il suo cuore rimaneva a Roma.
Cosi’, dopo la sua morte, sua figlia Ingrid aveva pregato il marito di trasferirsi in Italia per stare vicino alla famiglia.
Da parte sua ormai i parenti erano tutti deceduti da tempo quindi aveva accettato senza grossi dubbi.
Fin qua tutto bene.

Lionel però cominciò a pentirsi del fatto che non era mai riuscito a esprimere tutto il suo affetto alla defunta e molto amata nonna. Vedevo che la cosa era dolorosa per lui quindi, molto sensibilmente, lo lasciai sfogare.
Quando però gli dissi come la pensavo la prese male.
Io penso che, per parlare e non solo, l’uomo aspetti sempre l’attimo prima dell’inevitabile. E’ indeciso e non sa prendersi le proprie responsabilità. Poi,trattandosi di parole e sentimenti fuggiamo proprio dalle responsabilità più importanti, quelle verso i nostri cari e conseguentemente verso noi stessi e la nostra felicità.
Lui si arrabbiò e disse che non lo capivo (strano,eh?) e che lo colpevolizzavo di non saper esternare i proprio sentimenti. Cominciò a criticarmi sotto ogni aspetto, anche per cose insulse e che faceva lui stesso.
Lo lasciai parlare, dopotutto capivo. Stavamo parlando di un argomento delicato e io non l’avevo consolato come si aspettava.
Mi dispiacque di non aver lasciato da parte la filosofia e miei pensieri e di non averlo confortato con parole dolci e comprensive che meritava.
E poi, essendo donna e avendo un fratello minore sono abituata agli insensati sbotti di rabbia maschile. Tutta colpa degl’ormoni.
Però quando vidi che non avrebbe smesso molto presto non potei fare a meno di reagire.
Non sono mica un cuscino,io.
Per quanto sia ugualmente piacevole abbracciarmi.
Ribattei ogni critica con ferrea logica femminile e quando lo zittii non riusci’ a resistere alla tentazione di rigirare il coltello nella piaga.
Esagerai un po’ i suoi difetti e poi lo fini’ con commenti stereotipati riguardo la Francia e i suoi abitanti.
Irresistibile nel mio monologo di cattiveria gratuita lo portai al limite umanamente sopportabile di critiche ricevute.
Non potè fare altro che fuggire versando qualche lacrima che andava tutta a favore delle mie battute, come non esitai a fargli notare urlandogli dietro.
Mi aveva ferita ma io avevo reagito e l’avevo sconfitto.
Adesso però provavo rimorso, quindi era stata una vittoria inutile, assomigliava di più ad una sconfitta.
“ Dannazione, perchè non capisce che non pensavo sul serio quello che ho detto e non mi chiama?” dissi fissando lo schermo del mio Nokia.
“Scrivimi, chiamami ma fatti sentire. Cercami, ho bisogno di te!...ho bisogno di te?...ho bisogno di te...perchè non te l’ho detto prima? Adesso sarà già troppo tardi...” depressa dissi queste cose alla stanza vuota e silenziosa.
“Cavolo no! Non è mai troppo tardi se lo pensi davvero! Adesso ti chiamo e te lo dico!...anche perchè sono stufa e leggermente preoccupata di parlare al muro.”
Composi il numero sbagliato per tre volte prima di rendermi conto che il tuo proprio non me lo ricordavo.


Brunello

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Re:Parole che non ho detto,parole di troppo
« Risposta #1 il: Maggio 03, 2012, 19:00:45 »
Bello ed avvincente. complimenti :rose:

Rubio

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Re:Parole che non ho detto,parole di troppo
« Risposta #2 il: Maggio 03, 2012, 20:53:45 »
Un ottimo lavoro. Un ottimo inizio. Facci leggere qualcos'altro. Rubio

nihil

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Re:Parole che non ho detto,parole di troppo
« Risposta #3 il: Maggio 06, 2012, 15:58:18 »
Scrittura scattante, coinvolgente e sincera. Complimenti. :rose:

squarcio88

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Re:Parole che non ho detto,parole di troppo
« Risposta #4 il: Maggio 08, 2012, 15:35:19 »
Un umorismo niente affatto scontato e travolgente ... Adoro Mr. Cuscino!  ;D
"Il fine giustifica i mezzi? E' possibile. Ma chi giustificherà il fine?"
Albert Camus