Autore Topic: Aesthetica  (Letto 561 volte)

Doxa

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Aesthetica
« il: Dicembre 13, 2018, 13:48:16 »
Il modo di raccontare la storia dell’arte è cambiato nei secoli. Per molto tempo ci sono state due modalità: la narrazione biografica degli artisti e le descrizioni delle opere d’arte.

A fine ‘700 si cominciò a raccontare la storia dell’arte anche raggruppando gli artisti e le loro realizzazioni in “scuole” nazionali, regionali o locali.

Altro cambiamento avvenne con l’affermazione della fotografia.

La storia dell’arte che abbiamo imparato si basa su questa evoluzione, con approfondimenti nell’interpretazione delle immagini, nelle ricerche documentarie, nei restauri e le nuove tecnologie applicate all’arte.

Nel nostro tempo la didattica artistica è arricchita da manuali riguardanti l’ambiente e il paesaggio per sensibilizzare le persone all’amore e la tutela del bello naturale, dei beni culturali, artistici e paesaggistici.

Un bel paesaggio naturale suscita ammirazione, dà emozioni, induce alla contemplazione, perciò deve essere considerato come un’opera d’arte diffusa che va protetta e valorizzata.

Un paesaggio è patrimonio di un luogo, di una comunità, perciò va tutelato, invece, specie nell’ultimo mezzo secolo, il paesaggio italiano è stato devastato, consumato il suolo, cementificate le coste. Il dissesto ambientale coinvolge l’intera penisola.

L’elevata antropizzazione e la pianificazione territoriale trasformano continuamente i paesaggi di qualità.

Siamo il Paese dei disastri ambientali, delle edificazioni in aree protette e a rischio ambientale, dalla montagna ai litorali, della mancanza di prevenzione; dall’altro ci troviamo a fare fronte alle cosiddette calamità con alti costi, non solo economici.


Il paesaggio italiano non è eterno: è vittima delle trasformazioni drammatiche dell’antropizzazione, della speculazione edilizia.
« Ultima modifica: Dicembre 13, 2018, 14:39:35 da dottorstranamore »

nihil

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Re:Aesthetica
« Risposta #1 il: Dicembre 16, 2018, 14:21:28 »
a volte vedo pesaggi dove si nota il passato e allora mi piace cancellare il contorno e immaginare cavalcate di re e prodi guerrieri. Si sono territori che conservano case coloniche diroccate, casali che formano piccole comunità,  o vecchi castelli. Sono l'ombra del passato che rifiuta di andarsene.