Autore Topic: Anima e spirito  (Letto 283 volte)

Platino

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Anima e spirito
« il: Ottobre 20, 2018, 21:13:37 »
Questa è una riflessione legata a questo piacere, quello dello scrivere. Molto spesso tiriamo in causa l'anima e lo spirito del singolo o di tutti. Ma in realtà qual'è la differenza tra queste due peculiarità che appartengano a ognuno di noi? Una sorta di mente l'anima e di un braccio per lo spirito? L'anima pensa e lo spirito ci fa muovere? O entrambi sono talmente complessi ed altrettanto intersecati tra loro, fino a formare un' insieme unico in ognuno di noi? La discussione, se tale si può definire, è aperta.
« Ultima modifica: Ottobre 21, 2018, 18:55:06 da Platino »

Doxa

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Re:Anima e spirito
« Risposta #1 il: Ottobre 23, 2018, 23:15:51 »
Spirito: nell’Antico Testamento lo Spirito viene indicato con il termine ebraico “ruah”, in greco “pneuma”, che significa “soffio”, perciò non si può afferrare.

Nel Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 370) c’è scritto che “Dio non è a immagine dell’uomo. Egli non è né uomo né donna. Dio è puro spirito,e in lui, perciò, non c’è spazio per le differenze di sesso".

Per "puro spirito" s'intende incorporeo, immateriale. L'essere "invisibile" è effetto o conseguenza dell'essere una sostanza incorporea. Dio si è rivelato in forma umana solo nella persona di Gesù Cristo. Ci possono essere teofanie, apparizioni in forma umana, anche apparizioni di angeli in forma umana.

Secondo il Vangelo di Giovanni, Gesù soffia sui discepoli e dice loro: “Ricevete lo Spirito Santo” (cap. 20).

Negli “Atti degli Apostoli”  c’è scritto  che Cristo disse ai suoi discepoli: “riceverete la forza dallo Spirito Santo” (cap. 1).

Questo Spirito che Gesù dona per conto di suo Padre (=Dio) permette di “comprendere” i misteri divini e di agire secondo la volontà di Dio.

Paolo di Tarso ne parla con convinzione e consiglia: “se vi lasciate guidare dallo Spirito”, enumerando tutti i benefici che si possono ottenere da tale frequentazione (Lettera ai Galati, cap 5, 22).

Col passar del tempo il lemma “Spirito” fu ampliato di significato  e passò ad indicare anche ogni forza o sostanza invisibile, ciò che è immateriale, ma  esiste indipendente dalla materia.

Dire che l'anima è spirituale, è affermare che l'anima è una sostanza distinta dal corpo (dal sistema nervoso e dal cervello) e indipendente dal corpo nell'esistere, benché ad esso unita. Ciò, però,  è negato da materialisti, fenomenisti e sensisti, mentre lo affermano gli spiritualisti.


Neshamah, così si chiama l’anima in ebraico.

Secondo la religione ebraica sono cinque le anime associate all’essere umano: Nefesh, Ruach, Neshàmah, Chayiah  e Yechidah Di queste cinque anime, solo tre (Nefesh, Neshàmah e Ruach) risiedono nel corpo umano ed hanno effetto sulla mente (sono come campi energetici che vibrano a varie frequenze); mentre le altre due sono in relazione con il corpo umano (attraverso un legame etereo), ma non vi risiedono e non hanno effetti sulla mente.

Quest’ultime possono avere un effetto sul corpo o sulla mente, spesso sotto forma di intuito. Ogni anima, inoltre, è dotata di sottolivelli, che determinano la qualità della stessa.

Il sostantivo “anima” è usato per denotare un’essenza immateriale, un principio vitale che, secondo i credenti cristiani, sopravvive alla morte del corpo, ed è quindi distinta dalla mente, che per la scienza è una funzione dell’encefalo e scompare con la morte.

L’anima, nella tradizione cristiana, è stata sempre concepita come una realtà personale distinta, ma intimamente vincolata alla corporeità con la quale dà origine alla creatura umana. Neanche nella morte si assiste a una totale cancellazione di questo rapporto con la materia corporale, ma a una sua trasformazione, di difficile determinazione e descrizione. Il nesso è, infatti, trasferito su un nuovo piano ove cadono spazio e tempo e ci si inoltra nell’oltrevita, nell’eternità e nell’infinito, ove non c’è più né "prima" né "poi".
La vittoria sulla morte avviene in Cristo con un corpo di natura trasfigurata, come suggerisce Paolo di Tarso, il quale supera l’antitesi psyché-sarx, “anima-carne”, variante di quella greca psyché e sôma, ossia tra anima e corpo, introducendo la categoria pneuma, “spirito”, però da intendere in modo diverso: è lo Spirito di Dio effuso nella creatura umana e, quindi, destinato a trasfigurare la realtà umana.