Autore Topic: "Amore e Psiche"  (Letto 1598 volte)

Doxa

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"Amore e Psiche"
« il: Ottobre 17, 2018, 07:43:32 »
Amore e Psiche

Vi voglio far vedere le foto di due bellissime interpretazioni artistiche ispirate dallo stesso tema mitologico, la favola di “Amore e Psiche”, che ebbi modo di vedere esposte (dall’1 dicembre 2012 al 13 gennaio 2013) nella “Sala Alessi” di Palazzo Marino, sede del Comune di Milano: il marmoreo gruppo scultoreo creato da Antonio Canova (“Amore e Psiche stanti = in piedi) e  il dipinto di François Gérard (Psyché et l’Amour). I due capolavori furono completati a distanza di un solo anno: il primo a Roma dal Canova nel 1797, il secondo a Parigi  da Gérard nel 1798.

La storia d’amore della celebre coppia mitologica simboleggia l’unione tra l’anima umana e l’amore divino.


 Le due opere d’arte sono conservate a Parigi nel Museo del Louvre.

In questa scultura canoviana le due figure sono in piedi, Amore (= Eros, = Cupido)  è nudo, Psiche è parzialmente coperta da un drappo. Lui col braccio destro le  cinge le spalle e poggia la sua guancia destra sulla spalla della ragazza, raffigurata mentre con la mano sinistra solleva la mano sinistra di Amore e con la mano destra gli posa sul palmo della mano  una farfalla, simbolo dell’anima.


 Psiche (in greco ψυχή = psyché) simbolicamente  offre la sua anima ad Eros.

Per gli antichi Greci “psyché” era l’anima, il respiro, il soffio vitale che dà la vita. Credevano che l’anima uscisse dalla bocca nel momento della morte e  rappresentavano simbolicamente questa separazione dell’anima dal corpo con l’immagine della farfalla che esce dalla crisalide. Infatti la parola greca “psyché” significa pure  farfalla, che nella mitologia alludeva alla fragilità, alla   brevità della vita, l’impermanenza.

Anche il pittore francese François Gérard (nato a Roma nel 1770 da madre italiana) ha raffigurato, mirabilmente Amore (con le ali; sulla schiena ha la faretra con le frecce)  mentre bacia la fronte della bionda Psiche, ma lei non riesce a vedere  il suo divino amante. Infatti guarda in lontananza. Sorpresa e turbata, la ragazza  incrocia le braccia sul busto nudo, ma la parte inferiore è avvolta da un velo trasparente. Questo bacio per lei  è la prima emozione dell'amore nascente, mentre sopra  le teste dei due amanti vola la simbolica  farfalla.


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Re:"Amore e Psiche"
« Risposta #1 il: Ottobre 17, 2018, 10:55:52 »
Questo è parte di un articolo scritto dal filosofo e psicoanalista Umberto Galimberti in occasione della mostra “Amore e Psiche” a Palazzo Marino, Milano.

L’articolo è titolato“Perché nel mito alla fanciulla-Anima è vietato vedere il suo amante”

“Narra il mito che una fanciulla di nome Psiche, figlia di un re, a causa della sua straordinaria bellezza, aveva suscitato l’invidia di Afrodite. La dea allora incarica Eros, suo figlio, di accendere in lei un amore insopprimibile per il più brutto degli uomini, ma Eros, quando la vide, si innamorò di Psiche, la rapì e, dopo averla portata in un luogo segreto, ogni notte, senza farsi riconoscere, la incontrava, per poi lasciarla ai primi raggi di sole senza svelare la sua identità. Ma Psiche, su istigazione delle sorelle che le fecero credere che ogni notte abbracciava un mostro orribile, si accostò ad Eros dormiente con una lampada accesa. E fu allora che si accorse che non di un mostro si trattava ma di un giovane e bellissimo dio. Accadde però che una goccia d’olio cadde sul corpo di Eros che, destatosi, abbandonò Psiche, la quale, in preda alla disperazione per la perdita dell’amato, prese a vagabondare disperata finché giunse nel palazzo di Afrodite che la ridusse in schiavitù. Ma Eros, che non poteva a sua volta trovar pace senza Psiche, riprese a incontrarla, e alla fine i due l’ebbero vinta sulla gelosia di Afrodite e restarono uniti per l’eternità.

È curioso che uno dei miti più amati e rappresentati nella storia dell’arte occidentale sia basato proprio sull’invisibilità: Eros non vuol farsi riconoscere da Psiche (l’anima), perché l’amore non ha un volto, non ha un’identità, non ha dei lineamenti riconoscibili, per la semplice ragione che amore è una “forza” che, quando invade l’anima, la possiede e la fa peregrinare, tra entusiasmi e sofferenze, in un mondo fantastico che ha poca attinenza col mondo reale. Infatti, conosciamo Amore non perché lo “vediamo”, ma perché lo “sentiamo”, non perché sta di fronte a noi o abbracciato a noi, ma perché ci “possiede”, e in questo stato di possessione ci fa delirare, ossia uscire dal “solco ( lira) ” in cui monotonamente trascorreva la nostra vita, gettandoci in un’altra vita piena di “entusiasmo” perché, posseduta da amore, l’anima è abitata dal dio (en-theos)”.

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Re:"Amore e Psiche"
« Risposta #2 il: Ottobre 18, 2018, 07:51:58 »

Antoine-Denis Chaudet: “Cupido gioca con una farfalla” (1802-1817)Parigi, Museo del Louvre

Lo scultore francese Antoine-Denis Chaudet  (1763 –1810) ha raffigurato l’alato Eros, senza faretra e frecce, con gli arti inferiori piegati in posizione asimmetrica, mentre avvicina una rosa (simbolo dell’amore) alla farfalla (simbolo dell’anima), che  trattiene delicatamente con le ali chiuse tra pollice ed indice della mano destra. 


particolare della rosa e della farfalla

La scena evoca la favola di “Amore e Psiche” ed il gioco, apparentemente innocuo, ma non per la farfalla, è l'allegoria dell’anima che subisce i patimenti dell’amore da parte di Cupido. 


dettaglio del viso efebico

Di questa statua Chaudet  fece un primo modello in gesso nel 1802. Saltuariamente  sbozzava il blocco di marmo, ma la scultura fu realizzata nel 1817, sette  anni dopo la morte di questo artista. L’opera fu conclusa dallo scultore Pierre Cartelier,  che era stato amico di Antoine-Denis Chaudet, il quale  subì l'influenza di Antonio Canova  che incontrò a Roma durante la sua permanenza nell’Urbe, ospite dell’Accademia di Francia dal 1784 al 1789, poi tornò a Parigi.

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Re:"Amore e Psiche"
« Risposta #3 il: Ottobre 19, 2018, 08:07:47 »

 Jacques-Louis David: “Amore e Psiche” , 1817, Cleveland, Museum of Art

In questo dipinto il pittore francese Jacques-Louis David raffigura i due amanti dopo l’amplesso.

Psiche è addormentata e sdraiata nuda. Accanto  a lei c’è Amore, che guarda compiacente verso l’osservatore mentre sposta il braccio della donna dalla sua gamba  per potersi alzare dal letto.

Secondo la favola,  Eros si univa a Psiche senza farsi riconoscere, poi se ne andava.

I colori che il pittore utilizzò per questo quadro rimandano a quelli usati nell'arte fiamminga: infatti David  lo terminò  a Bruxelles nel 1817, città del suo esilio da Parigi dopo la caduta di Napoleone I Bonaparte. L'artista, sul bracciolo del divano stile impero raffigurato in questo dipinto, scrisse in oro il suo nome, la data e il nome della capitale belga. 

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Re:"Amore e Psiche"
« Risposta #4 il: Ottobre 20, 2018, 08:17:08 »
Concludo con la foto del dipinto realizzato nel 1817 dal pittore francese  François-Edouard Picot ((1786 – 1868), allievo di Jacques-Louis David, autore del quadro  nel precedente post.


François-Edouard Picot:  “Amore  e Psiche”, 1817, olio su tela, Paris, Musée du Louvre)

L’autore in questo dipinto ha ideato Eros, irruento dio invisibile e fuggitivo, nell’atto di andare via dopo il coitus. Lo ha immaginato nella postura di avvicinamento alla poltroncina  per prendere la sua faretra con le frecce,  poggiate sull’abito di Psiche, che è supina e dormiente nel letto.

Lo psicologo e psicoanalista Erich Neumann, nel suo saggio titolato “Amore e Psiche. Un'interpretazione nella psicologia del profondo”, considera questa favola di Apuleio  come un viaggio verso l’individualità. La ragazza dopo aver scoperto  il vero aspetto di Eros infrangendo  il tabù della sua invisibilità,  non è più l’ingenua  adolescente,  irretita dal desiderio e dal piacere sessuale,  ma diventa  una persona  che fa esperienza di se stessa  con un partner che è altro da lei. Dalla dissoluzione della loro originaria unione inconscia nasce l’amore che  ricongiunge  due individualità.