Autore Topic: Pura, casta e tosta (Racconto sentimentale breve a mio stile)  (Letto 968 volte)

Platino

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Questo è un bel racconto piuttosto breve , spontaneo, specchio di fatti in gran parte accaduti, arricchito dal tempo e portatore di un messaggio. Chi eventualmente si riconosce nei personaggi descritti, mi scusi. I nomi non sono quelli veri. Andiamo allora a oltre venticinque anni fa, l'amicizia tra me e Aldo, di un paio d’anni più vecchio, era nata da due solitudini. Entrambi per vari motivi piuttosto schivi, ruvidi, spesso solitari e fuori dalle compagnie di paese, da quanti consideravamo, si ritenevano per un qualsiasi motivo, un scalino sopra tutti. Una sorta di destino non facile per entrambi segnato sin dall'infanzia. Nemmeno le ragazze ci guardavano o interessava la nostra conoscenza, non eravamo belli, attraenti o interessanti. Lui allevato orfano di padre, io figlio di un umile operaio, sembrava pesasse anche questo. Aldo poi, aveva un grande, grosso problema che fin da piccolo lo limitava come gli impediva cose normali per tutti: aveva un importante problema di vista che gli imponeva lenti spesse quanto fondi di bottiglia. Lavorando fin da giovane, finita la scuola alberghiera, come cuoco in famosi ristoranti a Venezia, potete solo immaginare quanto quei occhiali pesassero in cucina, si appannavano sempre o cadevano, infastidivano. La patente di guida o quella nautica nel suo caso, impossibile. Aldo doveva sempre farsi portare, accompagnare, per ogni spostamento se non trovava mezzo pubblico. Io stesso molte volte, non solo per le serate trascorse insieme, nelle quali, sempre dovevo bloccare sul nascere Aldo di cupi pensieri come intenti, a causa del suo pesante deficit visivo, spesso accompagnati da grandi bevute per dimenticare. Una sera però... “Il mio nuovo responsabile di sala e appena arrivato, vuol farmi conoscere sua figlia maggiore Rebecca.” Lo guardai stupito, chiesi “Perché?”. Rispose “Dice che non la vuole nessuno perché alla vecchia maniera, forte, con un carattere duro e di chiesa. Lui dice che una ragazza  trentenne e bella, non può essere sola o peggio rimaner zitella per questo.” Ricordo ancora l’espressione perplessa di Aldo. “Che faccio? Non ho mai avuto un appuntamento, non ho mai frequentato ragazze...”. Io, le mie esperienze o meglio minime frequentazioni le avevo avute, cercai solo di invogliare con qualche consiglio a conoscere questa ragazza. “Tanto, non ti mangia mica e poi, le cose vengono da sole se destinate.” Conclusi.

Ne ebbi conferma al rientro successivo a casa di Aldo per il riposo settimanale del mercoledì. Già al telefono Aldo mi sembrava quanto mai avevo conosciuto di Lui, la felicità.  Non smetteva di parlare di Rebecca, quasi ne fosse stato folgorato o meglio, di quanto non avesse mai provato dentro di se. La sera stessa, durante la nostra classica uscita in birreria, ebbi una sua descrizione fisica, ma sopra tutto, quanto avesse di positivo in se, da poche ore trascorse insieme a Lei. “Beh, vedi che allora non è così difficile? Tornerete presto a vedervi?” Domandai. ”Sabato sera prossimo, dopo il suo orario da cameriera.” Aldo rispose con un sorriso, i suoi occhi scuri dietro le pesanti lenti si illuminarono, cosa a cui non ero abituato. Alla fine della serata, ero saturo di Rebecca, non aggiungo altro. Trascorsero i giorni, la settimana dopo Aldo non rientrò a casa per il riposo settimanale e per la nostra consueta serata in birreria. Nemmeno lo chiamai, perché avevo già intuito che qualcosa stava nascendo, io non volevo interferire, lo lasciai a se stesso, alle sue emozioni trovate. Mi chiamò l’indomani per scusarsi di non avermi avvisato, io risposi: ”Pensa a Rebecca ora, per noi, c’è tempo.” Aldo aggiunse “Appena posso te la faccio conoscere, merita.” Acconsentii, lo percepivo fin troppo emotivamente sconvolto di quanto stava accadendo, lo invitai ad andare con la calma nel tutto. La settimana successiva e nemmeno quella dopo, lo vidi. Decisi da questa prolungata latitanza, di fare io un salto a Venezia il sabato successivo, cosa che da tempo non facevo, a capire quanto stava effettivamente succedendo al mio amico. Avvisai Aldo della mia intenzione, disse che mi avrebbe atteso alla stazione con Rebecca per presentarmela, per poi andare come al solito delle mie visite in laguna, in qualche locale o posto particolare, tra calli, ponti e canali sconosciuti al turismo di massa, una sorte di calma che entrambi apprezzavamo e cercavamo sempre.

Arrivai a S.Lucia a metà pomeriggio per ovvi orari di lavoro di Aldo. Appena sceso dal treno, lo vidi subito in testa al binario. Notai subito la figura di una donna accanto a Lui. Doveva essere Rebecca e lo era. “ Piacere di conoscerti, Aldo parla spesso di te, della vostra amicizia” Esordì dandomi la mano quando li incontrai. La guardai da vicino, non una modella ma sicuramente un’espressione del viso, sicura, decisa, spensierata quanto dolce, che prometteva tanto in altro che apparenza. Veneziana DOC subito puntualizzò, sembrava più una garanzia del prodotto che altro... Comunque, non avevamo tanto tempo a disposizione, ci incamminammo per raggiungere ben presto un tranquillo angolo per noi. Ci sedemmo ai tavoli di un bar che dava su una piazzetta poco lontano. La chiacchierata fu spontanea anche con Rebecca accanto. Notai spesso le occhiatacce di Lei come lo sguardo perso di Aldo in risposta, quando il discorso cadeva su argomenti o battute tipicamente maschili o sconce, una conferma del prologo insomma. Ben presto arrivò l’ora di lasciarci, Aldo per la cucina, Rebecca per il turno da cameriera, io per tornare a casa. In treno ebbi modo di pensare a tante cose viste, ascoltate, percepite poco prima, ma in fondo al tutto, ero contento per Aldo e anche, per Rebecca. Ben presto, il fidanzamento fu effettivo, ufficiale e con tutti gli accessori in bene o male del caso, che non mancarono, visti i due particolari protagonisti, io spesso da opinionista in mezzo, nei reciproci sfoghi sulla controparte di entrambi quando avevamo modo di vederci. In questo periodo, un terzo elemento, determinante nel tutto, intervenne di forza. Nascosto, perché oramai Aldo accettava la convivenza col suo problema di vista, lo considerava irrisolvibile: si chiama ricerca scientifica (In questa espressione mi vedo Alberto Angela NdA).     

In quei anni, la chirurgia oculistica fece passi da gigante, con nuovi mezzi a disposizione, anche a prezzo di rischi o tentativi falliti di ridare vita a occhi deboli o spenti, anche quelli di Aldo furono tra questi. Non voglio entrare nei dettagli, solo che oggi porta due cristallini artificiali, sempre occhiali ma sembrano da sole. Affrontò due interventi, già difficili sulla carta, sulla spinta determinante di Rebecca, sull’onda di quel sentimento chiamato amore, sempre a suo fianco e forza, nel breve fidanzamento. Ricorderò sempre con piacere, quel giorno che arrivarono con l’auto a casa mia, Aldo al volante, Rebecca accanto. Quando scese, Aldo come a sfida vinta, mi mostrò la patente di guida in una mano, nell’altra quella nautica da poco conseguita. Come il giorno del loro matrimonio, in quella piccola chiesa che dava direttamente su un canale. L’arrivo di Rebecca in gondola, quell’abito bianco, candido portato con orgoglio e a ragione nonostante l’età, lo sapevo per certo, una scelta e imposta richiesta di Rebecca, che Aldo aveva rispettato come condiviso, non serve aggiungere altro. Non rimase pura e casta a lungo, tosta sempre. Ben presto nel giro di due soli anni, due figli maschi, che naturalmente, portano nomi di profeti biblici. Ora, cosa trarre dal tutto? A volte la vita nasce male, ma paga o meglio sorride, stravolgendoci quando meno lo ci si aspetta e attraverso situazioni impreviste come persone sconosciute.

nihil

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Re:Pura, casta e tosta (Racconto sentimentale breve a mio stile)
« Risposta #1 il: Ottobre 11, 2019, 17:46:06 »
di sicuro una storia ottimista, con lieto fine. :party:

Platino

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Re:Pura, casta e tosta (Racconto sentimentale breve a mio stile)
« Risposta #2 il: Ottobre 13, 2019, 17:46:37 »
Ottimista? Non hai idea di quanti scontri tra i due a preludio, i citati accessori... Si sono trovati. E' impressionante tutt'ora l'impeto di Rebecca, la spinta, la vita. Quello che mancava a Aldo. 
« Ultima modifica: Novembre 11, 2019, 19:25:04 da Platino »