Autore Topic: Alla luce rossa della candela  (Letto 1665 volte)

valdobear

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Alla luce rossa della candela
« il: Gennaio 30, 2016, 17:23:38 »


Spesso le porte di legno cigolano, anche quelle delle chiese.
Ma questa aveva proprio bisogno di una buona oliata, non poté fare a meno di pensare la donna nerovestita; come per darle ragione, gli echi di quel cigolio rimbalzarono a lungo nella navata, prima di spegnersi nella semioscurità dell’antico coro ligneo.

All’interno, l’atmosfera era cupa, quasi sinistra. Gli archi a sesto acuto, altissimi, si perdevano nel buio e, in basso, il chiarore proveniva dai finestroni, alti e stretti, le cui vetrate lasciavano filtrare solo i toni scuri della luce esterna: un azzurro profondo e un rosso sangue piuttosto inquietante.
La donna si rese conto di essere sola, così avanzò senza curarsi del suono martellante dei suoi tacchi a spillo, sormontati da un paio di gambe affusolate e nervose.
Era non più giovanissima, Rosetta, ma sotto il velo nero s’intravvedevano gli splendidi occhi verde chiaro, gemme di un volto che ancora non avrebbe sfigurato sulla copertina di un giornale di moda. Come il resto del corpo, che il vestito nero fasciava in modo discreto, ma non celava del tutto. A ogni passo, era evidente sotto la stoffa leggera il libero sussultare dei seni floridi che precedevano la vedova, tale era da poco, nel suo incedere verso l’altare maggiore.

Rosetta era entrata in quella chiesa con uno scopo ben chiaro in mente: si sarebbe finalmente tolta un peso, anzi una serie di macigni, dalla coscienza.
Era pronta a pagarne il prezzo, confessando tutti i suoi peccati e rinunciando per sempre ai suoi molti amanti.

Il rimorso per la morte del marito, l’unico uomo che avesse mai veramente amato, l’aveva precipitata in una profonda crisi di coscienza. Forse erano stati proprio i suoi continui tradimenti, mai nascosti, a minare prima lo spirito e poi il corpo del suo amato Giovanni, che infine, una notte, le si era abbandonato inerte tra le braccia nel momento culminante di uno dei rari amplessi che lei ancora gli concedeva.

Rosetta suonò il campanello del confessionale e un trillo lontano, in qualche angolo della sagrestia, le confermò che presto un sacerdote sarebbe arrivato ad ascoltare le sue trasgressioni dalla via che avrebbe dovuto seguire una moglie virtuosa. Forse ne sarebbe uscito sconvolto, il pretino, si disse lasciandosi sfuggire un mezzo sorriso malizioso.
Nell’attesa si sarebbe preparata. Si avvicinò all’altare, infilò una moneta nella cassetta delle offerte, prese una lunga candela, l’accese alla fiamma di un’altra e la fissò sul candeliere in ferro.
S’inginocchiò, mentre la candela ardeva sempre più decisa, più luminosa.
- Accidenti, ma quanta luce fa quella candela?- si domandò sorpresa, accorgendosi di un chiarore strano che si stava diffondendo proprio sopra la sua testa.
Alzò gli occhi e vide qualcosa che la lasciò a bocca spalancata, mentre una sensazione sembrava irradiarsi dalle radici dei suoi capelli giù, lungo la spina dorsale: una lama di luce rossastra proveniente da un finestrone andava a cadere proprio dove la fiammella della candela faceva tremolare l’aria sovrastante. In quella piccola area, luminosissima, si stavano formando delle immagini che, da vaghe e confuse, diventavano sempre più nitide.
Rosetta era come impietrita, incapace di distogliere lo sguardo da... ma santo cielo, quello era Giovanni! Ed era nudo, in piedi. Non solo nudo, ma nello splendore, si fa per dire giacché non era molto dotato, della sua erezione. E non era solo. Una donna inginocchiata davanti a lui si stava dando da fare volenterosamente. Per un momento anche il viso di lei divenne chiaro, per quanto un poco distorto dall’esercizio che stava compiendo con entusiasmo. - Patrizia, quella troia! - esclamò Rosetta. Patrizia, proprio quella che le aveva confidato di aver avuto cento amanti ma che non avrebbe mai toccato con un dito il marito di una sua amica. E infatti, non era un dito quello che stava usando.
Ma già la scena andava sfocando e le si sovrapponeva, come in una dissolvenza incrociata, un’altra immagine. Il protagonista maschile però era lo stesso, sempre nudo, ma questa volta comodamente sdraiato su quello che Rosetta riconobbe come il loro letto. Sopra di lui, un paio di tette prosperose sussultavano a ogni movimento - e si muoveva, eccome se si muoveva - di Roberta, la moglie del fornaio.
- La santarellina, brutta maiala, e pure sul mio letto! -
Rosetta si alzò in piedi quasi urlando, mentre la terza scena si componeva lentamente, mostrando questa volta un groviglio di corpi, nel quale a fatica si distinguevano due donne sconosciute e il solito Giovanni, che si rotolavano in quella che pareva la stanza di un motel di lusso, con tanto di enorme materasso ad acqua e specchi dappertutto.
Rosetta non aveva più parole, lo stupore stava lasciando il posto alla furia.
Come, il suo Giovanni, il suo tranquillo, remissivo, dolcemente e coscientemente cornuto Giovanni, l’aveva ripagata della stessa moneta? E lei, cretina, che si stava per pentire, stava per rinunciare ai suoi amanti e consacrare il resto della vita al ricordo del suo amore? Un porco, un depravato, ecco quello che era!

Rosetta strappò con rabbia la candela dal candelabro, sbattendola per terra e lasciando così interruptus il coito multiplo che si stava allegramente consumando nella luce sopra la sua testa.
Si voltò di scatto, incrociando un basito sacerdote che, diretto al confessionale, nulla aveva veduto se non il gesto violento che aveva spento la candela.
I tacchi risuonarono sul pavimento di pietra come fucilate, mentre Rosetta frugava nervosamente nella borsetta alla ricerca del suo cellulare. Non era ancora arrivata a far cigolare la porta che le parole della donna, quasi urlate, giunsero alle orecchie del povero sacerdote che si affrettò a segnarsi avvampando: - Preparati, tesoro, che arrivo e ti faccio un servizio come non hai mai avuto in vita tua! -

Una mano elegante, affusolata, spense il monitor sull’antica scrivania di mogano.
- Geniale, devo ammetterlo - fu il commento soddisfatto - stavamo proprio per perdercela quella cliente, e invece ecco dimostrato ancora una volta che la strategia a lungo termine paga. Tra grandi fratelli, dibattici politici, e come li chiamano... ah sì, reality, la gente oramai crede a tutto, basta propinarglielo sopra un bello schermo a colori. E questa volta è stato ancora più divertente, eravamo pure in trasferta... - , concluse con una risatina ironica.
Si accese un sigaro, si accarezzò il pizzetto ben curato e s'allungò rilassato sulla poltrona, arrotolando la lunga coda puntuta in modo che non gli facesse quello scomodo mucchietto sotto al sedere.

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Birik

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Re:Alla luce rossa della candela
« Risposta #1 il: Gennaio 31, 2016, 08:46:08 »
 dharmas

valdobear

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Re:Alla luce rossa della candela
« Risposta #2 il: Gennaio 31, 2016, 19:05:52 »
 :rose:

nihil

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Re:Alla luce rossa della candela
« Risposta #3 il: Febbraio 21, 2016, 10:07:53 »
ehehehe come tutte le tue storie, splendida! la regia occulta precisa e in casa del san ;D to nemico.