Autore Topic: Cento anni - raccontino  (Letto 1559 volte)

lvalenz

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Cento anni - raccontino
« il: Ottobre 19, 2013, 11:17:34 »
Cento anni


La fiaba racconta che arrivò il principe azzurro e la baciò, lei si risvegliò e visssero insieme felici e contenti. Che storia toccante, sono commossa. Volete sapere come andò realmente?
Il principe azzurro sfiorò le labbra della bella addormentata, forse. Lei comunque non si svegliò e lui chiese da quanto tempo la fanciulla fosse rigida come morta. Gli dissero tre giorni e lui odorò il corpo che profumava di passiflora e mandorla.  Fiutato l'affare, il principe portò con sè la bella addormentata a bordo di un carro regale. Giunto nella sua fortezza, la fece distendere nel guanciale di velluto viola di un  baldacchino, allestito nella sala più ampia del castello, e ordinò che fossero preparate audio-guide e opuscoli; non mancò di predisporre casse automatiche per l'ingresso dei visitatori.
I messi reali furono inviati nel reame e in quelli confinanti e il bando fu promulgato a gran voce: bellissima principessa di sangue blu, morta da tempo immemore eppure miracolosamente indecomposta e dalla pelle rosa e profumata; solo cinque scellini per la visita, inclusa l'audio-guida della sua tristissima storia.
Ci furono cento anni di guadagni, non soltanto per il principe e i suoi eredi, ma anche per l'indotto derivante dalla vendita di souvenir (bamboline, fusi, castelli, labbra di plastica e altro ancora). Nell'epoca di social network e smartphone, il business continuava fiorente. Un giorno però, accadde. Vedendola rosa e bellissima, una giovane approfittò della distrazione delle guardie e si chinò sul letto a baldacchino. L'antifurto suonò rabbioso, in un attimo l'impertinente ragazza venne gettata a terra dagli uomini in divisa, ma risultò troppo tardi: la bella addormentata aprì gli occhi e si stiracchiò sbadigliando; cercò con gli occhi il principe e, vedendo le guardie a terra, comandò che lasciassero libero il suo eroe. Scoprì in un istante il viso birichino della fanciulla tra le lentiggini rosse - l'intrepida sorrise colpevole e disse di chiamarsi Aurora. La principessa sospirò delusa e chiese specchio e spazzola; cominciò a pettinare la sua lunga chioma e ben presto inorridì perchè in cento secondi la sua età divenne pari agli anni passati nel sonno mortale - i suoi capelli Tiziano persero la bella tinta assumendo il colore della neve; il viso le divenne imbolsito, pieno di rughe e macchie.  Cento anni.
<<È tutta colpa tua!>> la bella addormentata rimproverò Aurora ammanettata dalle guardie <<Perché mi hai baciata?>>
<<Scusa, eri bellissima...>>
<<Mi hai svegliata e.., tu non sei un principe e io, adesso, sono tanto vecchia.>>
Nascose il volto rugoso tra le braccia secche e sembrava inconsolabile. Prima che la conducessero dal giudice, Aurora tentò di consolarla:
<<Hai sognato costantemente, so che è andata così. Hai cento anni di sogni da raccontare.>>
<<Svegliata oggi per raccontare sogni?>> si lamentò la vecchia principessa <<che tristezza!>>

Il giorno dopo, con l'aiuto di un bastone, la bella addormentata uscì dal castello, ottenne il codice fiscale, la tessera sanitaria, la carta d'identità, e con il beneplacito della commissione medica e dei beni culturali, ottenne la libera cittadinanza e fu accompagnata all'ospizio comunale. Fu accolta con gentilezza e sorrisi di circostanza, tuttavia era infelice come una rondine senza primavera. Ben presto cominciò a contare i giorni che la separavano dalla tomba.
Aurora, la fanciulla irrequieta, venne rilasciata dopo un mese di reclusione per atto vandalico ai danni di un'opera artistica di inestimabile valore (a firma Carabosse, la strega che aveva gettato la maledizione). Fuori dal penitenziario, la nostra eroina si mise subito in cerca della bella addormentata. La trovò nel giardino dell'ospizio di periferia, ridotta a un cencio decrepito che guardava la pozzanghera desiderando di annegare.
Si avvicinò e le strinse le mani. Lei aprì gli occhi stanchi.
<<Sei tornata?>>
<<Sì, perché il miracolo continui.>>
Baciò la vecchissima principessa e in un momento il peso di cento anni si divise; le due cinquantenni si guardarono incredule.
<<Siamo davvero troppo vecchie per qualsiasi principe azzurro!>>
Risero insieme, si abbracciarono e, dopo un istante incredulo, si baciarono lentamente; poco dopo cominciarono a danzare davanti alla pozzanghera. Felicità nuda. 
Il piccolo specchio d'acqua evaporò al sole quello stesso giorno e, diventato nuvola in cielo, in un tempo di pioggia questa storia volle raccontarmi.

ectobius

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Re:Cento anni - raccontino
« Risposta #1 il: Ottobre 19, 2013, 11:51:30 »
Il raccontino è complesso... mi lascia pensare a tante cose: il tempo, la vecchiaia, la memoria... ma l'amore?

nihil

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Re:Cento anni - raccontino
« Risposta #2 il: Ottobre 19, 2013, 11:53:36 »
Bravo, un ottimo pezzo tra il sarcasmo del consumismo con audio-guide ( vedi Padre Pio e co.), ed una realtà poco fiabesca con la rabbia della vecchiaia e morte, un poco come Lazzaro, che da resuscitato poi gli toccò comunque morire di nuovo!
E alla fine il miracolo della complicità femminile, che vince sul destino, alla faccia del principe azzurro faccendiere.

Come mai hai scelto questo tema? di solito queste cose le scrivono le donne.  ;D

lvalenz

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Re:Cento anni - raccontino
« Risposta #3 il: Ottobre 19, 2013, 15:24:19 »
Grazie per la lettura!  :)
Considero il raccontino una fiaba d'amore perché sembra indicare che, seppure il bacio dato con purezza non cancella la maledizione (il tempo perduto), permette di dividerne il peso e tornare a sognare. Per questo occorre un'Anima generosa, capace di essere anche Animus (assertività, coraggio).

Confesso che trovo l'Anima infinitamente più interessante dell'Animus, sia da vivere interiormente che da raccontare.
La mia visione è espressa da questo quadro:
http://www.fridakahlofans.com/c0580.html
Il Femminile (accoglienza, tenerezza, dolcezza, generosità) tiene in braccio il Maschile  (assertività, tenacia, coraggio) e attraverso il suo "nutrimento" il maschile diventa capace di acquistare una visione (il terzo occhio) e di attuarla.
Il maschile al servizio del femminile, non nell'accezione dell'"amor cortese" ma a livello psichico. Maturare una "psiche androgina" è per me un valore, è tornare all'Unità di se stessi.





 

presenza

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Re:Cento anni - raccontino
« Risposta #4 il: Ottobre 19, 2013, 16:50:19 »
Senz'altro un bel racconto e un' interpretazione altrettanto interessante, il femminile, il maschile e ultimo e non ultimo l'androgino combinati insieme, devo dire che il tuo scritto è una realizzazione creativa di concetti espressi in modo assolutamente personale e filtrati da una esperienza che tra le parole s'intravede, per questo suonano di se stessi e non ripetono di altri.