Autore Topic: Piazza Grande: dedicato a Lucio  (Letto 702 volte)

gipoviani

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Piazza Grande: dedicato a Lucio
« il: Marzo 02, 2012, 21:11:53 »
Rosso. Di nuovo rosso e il semaforo di piazza grande è famoso per durare un’eternità. Io sto qui e li vedo.
Una  coppia sulla settantina attraversa l’incrocio con in mano le borse a rete della spesa. Si tengono sottobraccio. Lei gli parla e lui sorride. Stanno parlando della cena che fra un po’ lei inizierà a preparare. Oggi è Sabato e il nipote passa la notte da loro così la figlia e il genero giocano un po’ a fare i fidanzati. Al nonno tocca invece giocare interminabili partite a rubamazzo e mangiare carne macinata e pasta al burro. Fino a quando lui non si addormenterà sul divano guardando il cartone animato, l’ultimo successo Pixar uscito in DVD, che adesso spunta colorato dalla  borsa della nonna. Allora il nonno lo prenderà in braccio e lo metterà a letto nella stanza della figlia dove ci sono ancora Francesco De Gregori e il Che appesi al muro che lo guarderanno dormire. Spegnerà la luce, accosterà la porta, tornerà nel salotto. La troverà che si sta finendo di vedere il cartone animato regalando alla TV quello splendido sorriso che dopo tanti anni ancora gli riscalda il cuore. Gli piacerà indugiare li a guardarla senza esser visto fino a che lei volgerà lo sguardo su di lui invitandolo con la mano a sedersi vicino a lei. La raggiungerà sotto il plaid di morbida lana merinos che le ha regalato per natale.  E come sempre si sentirà immensamente fortunato.
Davanti al Cinema Italia, un ragazzina di poco più di tredici anni aspetta, chiaramente nervosa. Fra meno di dieci minuti, inizierà il film: Harry Potter e i doni della morte, parte seconda. Lui dovrebbe essere già qui. L’ha invitato a vedere il film insieme. Lei è cresciuta con Harry, Ron ed Ermione.  I primi quattro libri, suo padre li ha letti per lei sedendosi per terra sul tappeto davanti al suo letto, la sera, prima di addormentarsi. Gli altri li ha letti da sola perché era cresciuta e perché suo padre non dormiva più con loro. Non vede il padre da più di un mese. Da quando si sono trasferiti nella villa del nuovo fidanzato della mamma. Gli hanno detto che è stato fuori per lavoro, ma lei teme che abbia ricominciato a bere. Il cellulare vibra: è arrivato un sms. Lo legge, sorride divertita, ma poi sul viso le si disegna uno sguardo deluso e preoccupato, non era la notizia confortante che aspettava. Forse lui non ha capito quanto l’ultimo film della saga fosse importante per lei, quanto fosse importante vederlo insieme: i maschi non sempre capiscono certe sottigliezze.  Ma lui era sempre stato diverso. Sta per andar via, da sola non guarderà certamente il film. Si gira  lo vede, il suo viso s’illumina e, come la ragazzina che è, gli corre incontro. Lui si è fermato ad aspettarla e ha allargato le braccia per accoglierla. Il mio papà pensa lei abbracciandolo forte e ricaccia le lacrime indietro. Non è il momento di piangere, hanno una missione da svolgere, con l’aiuto di Harry Potter devono sconfiggere il signore oscuro, una volta per sempre.
Un uomo su di un piccolo, vecchio ciclomotore ha il cestino pieno di rose. E’ cingalese, preoccupato, infreddolito e stanco. Sicuramente ha già fatto un altro lavoro durante il giorno e ora vuole guadagnare qualche soldo in più vendendo le rose alle coppie al ristorante o a quelle che passeggiano per la piazza. Pensa alle cinque figlie che stanno al suo Paese e alla moglie che le sta crescendo. La grande è proprio brava e l’anno prossimo andrà all’Università. I suoi compaesani non capiscono perchè voglia farla studiare, perchè mandarla da sola in una grande città a studiare all’università insieme a tutti quei maschi. Ma lui non lavora in un paese straniero che non lo ama e dove subisce umiliazioni e insulti solo per costruirsi una casa bella o per avere un pezzo di terra da coltivare. Lui lo fa solo per comprare un futuro migliore alle sue figlie. Con cinque rose compra un libro di testo, se vende mille rose paga la rata delle tasse universitarie. Così potranno vivere nel loro Paese e non essere costrette a emigrare come aveva fatto lui. Sarebbe tornato, prima o poi, e sarebbero stati tutti insieme. Solo questo pensiero gli dà la forza di tenere gli occhi aperti e di ripartire una volta scattato il verde.
Oramai è tardi, la notte si avvicina. Io mi preparo i miei cartoni vicino all’entrata dei fornitori del grande magazzino. Dove trovo quasi sempre una scatola con della roba da mangiare: Simona che gestisce il bar del negozio me la prepara tutti i giorni. Io mangio e le auguro tutto il bene possibile. So che un giorno mi addormenterò fra i cartoni e quando il sole sorgerà di nuovo io continuerò a dormire e dormirò anche quando tramonterà di nuovo. Allora anch’io troverò pace e sarò tornato a casa. 
« Ultima modifica: Marzo 04, 2012, 18:47:29 da gipoviani »

presenza

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Re:Piazza Grande: dedicato a Lucio
« Risposta #1 il: Marzo 02, 2012, 22:16:38 »
E' bello il tuo racconto, è bello dedicarlo a... Lucio! 

nihil

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Re:Piazza Grande: dedicato a Lucio
« Risposta #2 il: Marzo 04, 2012, 08:27:41 »
davvero commovente, il tuo sguardo su questa umanità, tanto semplice quanto vera. :kiss:

ziaci

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Re:Piazza Grande: dedicato a Lucio
« Risposta #3 il: Marzo 04, 2012, 10:33:38 »
vivide immagini, intense emozioni,
grazie, è stato molto bello leggerlo.  :rose:
acrobata del tempo, sospesa a mezz'aria, senza rete sto.
C.

gipoviani

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Re:Piazza Grande: dedicato a Lucio
« Risposta #4 il: Marzo 17, 2012, 11:08:00 »
Ho sempre fatto il gioco di inventarmi la vita delle persone che si intravedono di sfuggita una sola volta nella vita. Fermo al semaforo, mi chiedo dove vadano, cosa le preoccupi, quale gioia stiano per avere, da quale dolore cerrchino di fuggire. E ogni tanto le scrivo le storie che invento sperando qualcuno le legga. Sicchè grazie di averle lette e son contento vi sian piaciute.

Daltraparte
"noi corriamo sempre in una direzione, ma qual sia e che senso abbia chi lo sa...
restano i sogni senza tempo, le impressioni di un momento,
le luci nel buio di case intraviste da un treno:
siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nella testa e il cuore di simboli pieno..."
 


Per rimanere sempre in casa di un poeta emiliano
 

 
« Ultima modifica: Marzo 17, 2012, 11:10:35 da gipoviani »