Autore Topic: Alter ego  (Letto 570 volte)

Doxa

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Alter ego
« il: Febbraio 23, 2018, 17:21:32 »
La locuzione in lingua latina “alter ego” significa “altro io”, “un altro me stesso” (alter = altro; ego = io): indica il sostituto di una persona.



In psicologia  l’alter ego è un altro sé, una seconda personalità  all'interno di un soggetto, come  Mr. Hyde, alter ego del dr. Jekyll.
 
Lo scrittore scozzese  Robert Louis Stevenson nel suo famoso romanzo  “Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde” esprime il tentativo di separare interiormente il Bene dal Male.

La vicenda si svolge a Londra nel XIX secolo e la trama è incentrata sul tema dello sdoppiamento della personalità: un rispettabile dottore londinese, il dottor Jekyll, dopo aver sperimentato su se stesso una potente droga di sua invenzione, si trasforma nel terrificante Hyde, che incarna il lato malvagio del suo essere. Hyde si macchia così di orrendi delitti, che Jekyll può interrompere solo suicidandosi. Chiude il romanzo la lunga confessione per iscritto del dottore, letta dall’avvocato e amico Utterson.

Nel diritto l’alter ego ha  prerogative e poteri che discendono da una carica superiore e che gli sono conferiti attraverso un istituto giuridico di affidamento: si parla in questi casi di “luogotenenza”.

Il lemma “luogotenenza” deriva dal sostantivo “luogotenente” e questo dal latino “lŏcum tenĕns” (lŏcum = luogo, in questo caso col significato “in luogo di…”, “al posto di…;  + “tenĕns  = tenente, participio presente del verbo tenere; indica chi riceve temporaneamente  un incarico, un potere al posto di…).

Esempio, un re che provvisoriamente affida in modo parziale o totale i poteri del monarca ad una persona di fiducia (alter ego del re) su un determinato territorio.  Se i poteri vengono attribuiti sull'intero regno si  dà la “luogotenenza del regno”: questo istituto giuridico di affidamento del potere regio a un luogotenente (solitamente di rango principesco), permette a chi lo riceve di esercitare l’autorità reale in caso di assenza o impedimento del re. 

Nel 1814 il conte di Artois, fratello del re di Francia, che aveva preceduto il ritorno di Luigi XVIII a Parigi dopo la caduta di Napoleone, ebbe il titolo di luogotenente generale del regno.

In Italia, Il 5 giugno del 1944,  dopo la liberazione di Roma, Vittorio Emanuele III si ritira a vita privata, nominando il figlio Umberto II di Savoia Luogotenente generale del Regno in base agli accordi tra le varie forze politiche che formano il Comitato di Liberazione Nazionale. Umberto II esercitò le prerogative di capo dello Stato senza essere re,  titolo rimasto a Vittorio Emanuele III, rifugiato  a Salerno.
Umberto II, Luogotenente del regno e non del re: tale specificazione fu voluta per evidenziare il legame più con lo Stato che con la figura del Re. 

Umberto II firmò il decreto-legge luogotenenziale n. 151/1944, che stabilisce che dopo la liberazione del territorio nazionale le forme istituzionali sarebbero state scelte dal popolo italiano, che a tal fine avrebbe eletto a suffragio universale un'Assemblea Costituente per deliberare la nuova costituzione dello Stato, concedendo per la prima volta il voto alle donne.
La luogotenenza di Umberto Ii durò fino al 9 maggio 1946, quando in vista delle elezioni il re Vittorio Emanuele III  fu indotto dai suoi consiglieri all'abdicazione per potere, in occasione del referendum del 2 giugno 1946, tentare di separare le proprie responsabilità sull'avvento del fascismo rispetto alle sorti di casa Savoia.

In letteratura si usa il termine alter ego per qualificare un personaggio di un'opera che è psicologicamente analogo all'autore e le cui azioni o pensieri rappresentano quelli dell'autore stesso.  A volte con lo stesso termine si qualifica anche il migliore amico del protagonista o di un altro personaggio. Nei fumetti l’alter ego indica l’identità segreta di un super-eroe o giustiziere.