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Biografia Fulvio Tomizza
Fulvio Tomizza
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Fulvio Tomizza è nato nel 1935 a Giurizzani presso a Materada, villaggio istriano nel comune di Umago che darà il nome al suo primo romanzo. Conseguita la maturità classica a Capodistria, a vent’anni, in seguito al Memorandum di Londra, che assegnava la sua terra alla Jugoslavia, si trasferì a Trieste, ritornata all’Italia. Redattore del locale giornale-radio, fece il suo esordio di scrittore nel 1960 con il citato Materada che attirò l’attenzione dei maggiori critici italiani.

Seguirono La ragazza di Petrovia e Il bosco di acacie, riuniti poi con Materada nel volume Triologia istriana.

Nel 1965 col romanzo La quinta stagione ottenne il Premio Selezione Campiello e, quattro anni dopo, con L’albero dei sogni vinse il premio Viareggio per la narrativa. Quasi un seguito dell’Albero dei sogni può venir considerata la raccolta di racconti onirici La torre capovolta del ’70. Al romanzo La città di Miriam del 1972 andò il premio Fiera Letterarial, mentre il successivo Dove tornare si affermò di nuovo al veneziano Campiellol. Il consenso più vistoso gli giunse tuttavia nel 1977 con La miglior vita, romanzo che ebbe in Italia una tiratura complessiva di 400 mila copie, vinse il Premio Strega ed è stato finora tradotto in dieci lingue.

La traduzione tedesca valse a Tomizza il Premio di Stato austriaco per la letteratura europea 1979, che nelle edizioni precedenti era toccato ad autori quali Havel, Ionesco, Italo Calvino, Simone de Beauvoir, Friederich Dürrenmatt e che successivamente è stato assegnato a Giorgio Manganelli e Milan Kundera. Mentre scriveva e pubblicava, rispettivamente nel 1980 e 81, i romanzi L’amicizia e La finzione di Maria, Fulvio Tomizza aveva già iniziato la ricerca storica per il vasto affresco Il male viene dal Nord, imperniato sulla figura del vescovo Pier Paolo Vergerio passato alla Riforma.

Nel 1984, anno della sua pubblicazione, l’università di Trieste conferì allo scrittore istriano la laurea «honoris causa» in lettere «per l’elevato livello artistico della sua intensa attività narrativa, nella quale - afferma ancora la motivazione - si è reso acuto, originale interprete di una cultura basata sui valori della pacifica convivenza tra le genit».

Nel 1985 raccolse i suoi racconti scritti nell’arco di un trentennio nel volume Ieri, un secolo fa. Nel 1986 è tornato al romanzo con Gli sposi di via Rossetti. Tragedia in una minoranza Premio Selezione Campiello, premio internazionale Vilenica della Associazione Scrittori Sloveni e premio Ascona degli scrittori della Svizzera italiana, conferito nell’ambito dei lavori della riunione annuale del Pen Club Internazionale, dedicata nel 1987 al tema «Letteratura di frontiera».

Di Tomizza sono uscite in questi ultimi anni le opere narrative Quando dio uscì di chiesa. Vita e fede di un borgo istriano dell‘500 (Mondadori), Poi vienne Cernobyl (Masilio) e, dall’ editore Bompiani, L’ereditiera veneziana, Fughe incrociate, I rapporti colpevoli (premio Selezione Campiello e premio Giovanni Boccaccio) L’abate Roys e il fatto innominabile e Alle spalle di Trieste.


Della sua opera teatrale vanno ricordati il dramma Vera Verk, che sul piano culturale segnò il primo avvicinamento tra Trieste e le confinanti repubbliche di Slovenia e di Croazia, e L’idealista, libera drammatizzazione del romanzo del «classico sloveno» Ivan Cankar, rappresentato nelle maggiori città d’Italia e di Jugoslavia e che inaugurò la stagione di prosa 1983-84 del Volkstheater di Vienna.

Per l’infanzia ha pubblicatole operette La pulce in gabbia e Trick, storia di un cane (Mondadori), Anche le pulci hanno a tosse (Edizione E. Elle) e Il gatto Martino (Editori Lisciani & Giunti). Con diversi romanzi e con singole novelle Tomizza è tradotto in: Stati Uniti, Brasile, Spagna, Francia, Norvegia, Svezia, Polonia, Austria, Germania, Ungheria, Romania, Slovenia, Croazia, Grecia, Olanda, Russia e in esperanto.

Nel 1996 con il romanzo Dal luogo del sequestro è tornato al suo primo editore Arnoldo Mondadori che gli ha poi pubblicato il bestseller Franziska e, dopo la morte nel 1996, La visitatrice e nel 2000 Nel chiaro della notte e La casa col mandorlo. Il 21 dicembre 1998, il periodico Diaria della Settimana pubblicò il suo articolo "La mia Istria".

Tomizza morì a Trieste il 21 maggio 1999 e fu seppelito in his family's plot a Materada.

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