Recensioni libri

“Vertigo” La donna che visse due volte

Pubblicato il 11-07-2008


Cento anni addietro (il 3 luglio del 1908) nasceva, a Rochefort-sur-Mer in Francia, Thomas Narcejac, pseudonimo di Pierre Robert Ayraud. Fece studi letterari, laureandosi in Filosofia e insegnando a Vannes. Insieme a Pierre Boileau (1906-1989), negli anni ’50, scrisse intriganti racconti e romanzi pieni di mistero, divenendo un maestro del thriller francese.
Inizialmente i due autori scrivevano per conto proprio, condividendo però la passione per la suspense e il giallo. Ciascuno di loro era stato premiato, individualmente, col “Gran Prix du Roman d’Aventures”: Boileau nel 1938 e Narcejac nel 1948. Fu proprio durante questa seconda premiazione che si conobbero, decidendo di scrivere insieme: Boileau elaborava la trama (densa di ossessioni e claustrofobia) mentre Narcejac curava l’atmosfera e la psicologia dei personaggi. I due autori scrissero: «Abbiamo voluto fare del romanzo poliziesco un romanzo “tout court”, e dal momento che non vogliamo rinunciare al mistero, che per noi è l’essenza stessa del romanzo giallo, è stato pressoché indispensabile lavorare in due: l’uno si occupava quasi unicamente dell’intreccio senza tener conto dei personaggi, l’altro pensava soprattutto ai personaggi, indipendentemente dalla storia».
L’accorta costruzione di thriller, che si svolgono come un intricato enigma e che infine si svelano con un colpo di scena sensazionale, assicurò loro un successo immenso; infatti, il secondo romanzo del duo Boileau- Narcejac “Celle qui n’était plus” (1952) divenne nel 1954 il bel film di Henri-Georges Clouzot “I diabolici (Les Diaboliques)”, la storia di un uomo vile che uccide la moglie fragile e malata con l’aiuto dell’amante fatale, credendo di aver compiuto il “delitto perfetto” (il film ebbe risonanza planetaria). L’altro loro capolavoro “D’entre les morts” (1954) ispirò nel 1958 lo stupendo film psicologico “Vertigo” di Alfred Hitchcock (con Kim Novak e James Stewart), inserito nella lista dei 100 film più grandi della cinematografia mondiale, definito «culturalmente, storicamente ed esteticamente significativo», ed uno dei preferiti dallo stesso regista. Conosciuto in Italia come “La donna che visse due volte”, è la storia di un avvocato (nel film è invece un poliziotto in pensione che soffre di acrofobia ed è vinto dal panico per le altezze elevate), che s’innamora della donna enigmatica che deve sorvegliare e che, dopo il suicidio di lei, entra in crisi ma sembra incontrarla di nuovo in un’altra città; ed è per lui l’inizio di una vertigine senza fine. Delle loro straordinarie trame ricche di mistero, Michel Lebrun scrisse: «L’eroe, per loro, non deve mai potersi risvegliare dal suo incubo».
Nel 1971 la coppia Boileau-Narcejac creò il personaggio di “Sans Atout” (un giovane ragazzo con l’istinto del detective, coinvolto in quasi una decina di storie gialle destinate a un pubblico giovanile) e nel 1973, con una serie di avventure, resuscitò le immortali vicende di Arsenio Lupin. Narcejac fu anche un teorico del romanzo poliziesco: scrisse, infatti, il saggio “Esthétique du roman policier”. Dopo la scomparsa del partner (avvenuta nel 1989), Narcejac continuò a scrivere libri, firmandoli ancora “Boileau-Narcejac”, sino alla morte avvenuta a Nizza il 7 giugno del 1998.


Di Silvia Iannello


Torna alla pagina delle news