Recensioni libri

La cultura dell’integrazione e il piacere della lettura

Pubblicato il 11-05-2010


Lia Levi incontra gli studenti del Liceo Polivalente “Quintiliano” di Siracusa

Aderiamo ad una forte convergenza di intenti che orienta differenti progetti culturali verso i giovani, mirando a favorire in loro lo sviluppo di una matura coscienza civile che ne faccia degli adulti sereni, responsabili e integrati nel mondo multietnico che abiteranno: “Un solo mondo” ( l’ambizioso progetto di Claudio Baglioni sviluppato in collaborazione con l'Osservatorio Permanente Giovani – Editori, volto a sensibilizzare i giovani di tutte le scuole sul tema dell’integrazione) somiglia in modo impressionante a “La città dell’uomo”, il sogno che Vittorini ci lasciò da realizzare, l’antica utopia, quella città dove non c’è posto per l’umanità offesa... ove la gente è contenta... ha belle strade e belle piazze in cui passeggiare... ha belle case per tornarvi la sera... qui ciascuno dev’essere come un re o un barone... con niente che sia costretto a fare, o non fare, per paura... E proprio a Siracusa, nella città di Vittorini, la scrittrice Lia Levi ha scelto di incontrare un gruppo di giovani alunni degli istituti superiori “Quintiliano” e “Insolera” offrendo loro la testimonianza diretta di chi subì sulla propria pelle l’oltraggio della discriminazione razzista, che ancor più sfuggì ad ogni comprensione logica, e apparve indecifrabile, agli occhi di una bambina ebrea. Anzi, come la Levi intenzionalmente sottolinea col titolo di un suo romanzo, “Una bambina e basta” perché i bambini sono tutti uguali, ogni figlio nasce uguale, pur nella diversità dei contesti che ne accolgono il suo venire alla luce. Ieri, come oggi, il tempo non ha saputo ancora cancellare l’antica vergogna di alzare muri e fili spinati, frantumando l’umanità in compartimenti stagni.
- Non dobbiamo avere paura delle differenze, la differenza è la vera ricchezza reciproca, è scambio, movimento, vita, è l’unica alternativa valida che ci salvi dal pericolo di trasformarci in massa – Così ha detto Lia Levi ai giovani siracusani che hanno partecipato numerosi e attenti all’incontro organizzato dalla professoressa Donata Guarino, responsabile del Liceo Polivalente “Quintiliano” di: Progetto Biblioteca - Invito alla lettura, realizzato nell’ambito del progetto ministeriale Amico Libro e con la collaborazione della libreria Cavallotto di Catania.
Il Dirigente Scolastico del “Quintiliano” prof. Carmelo Cappuccio, moderatore dell’incontro, ha esortato i giovani a coltivare, attraverso l’uso intelligente della lettura, la capacità di riflettere su se stessi per costruire i grandi valori che li orientano le scelte della vita. La scuola deve farsi strumento di educazione all’integrazione. La cultura del rispetto dell’altro passa anche attraverso iniziative che uniscono il mondo della scuola alle altre realtà come l’editoria e i mezzi di comunicazione.
-Leggere, leggere tutto ciò che piace, anche se l’autore forse non sarà mai un premio Nobel – è intervenuta Luisa Cavallotto – è bello scoprire che si può leggere per piacere, e non solo per dovere scolastico. Leggere aiuta a formarsi una coscienza autonoma e indipendente –
La prof. Donata Guarino, presentando brevemente la scrittrice ai giovani, ne ha evidenziato lo stile narrativo assai agile che fa dei numerosi romanzi, nonostante la gravosità dei temi trattati, degli strumenti fortemente vivaci di trasmissione e conservazione del patrimonio della memoria.
Accompagnato dalle note del Coro del Liceo Polivalente “Quintiliano”, diretto dalla prof. Maria Teresa Mangano, l’attore Michele DellUtri ha interpretato con toccante intensità alcune pagine scelte, tratte dai romanzi della Levi, dalle quali emergono in tutta la loro drammaticità i temi di una quotidianità vissuta all’ombra delle persecuzioni razziali: emozioni, passioni, litigi, amori. Si assiste al trasformarsi dei sentimenti che si adattano alla nuova circostanza, come se subire la discriminazione, scappare, doversi nascondere, fossero la normalità. Si respira l’atmosfera di sopraffazione che ogni essere umano prova, in simili frangenti. La paura dell’altro è un retaggio ancestrale che ci portiamo dentro con l’istinto di sopravvivenza, è generata dall’egoismo e cresce coltivata nel buio dell’ignoranza.
Dunque l'integrazione deve passare necessariamente attraverso la scuola, attraverso momenti come questo, che si moltiplichino, diventando la "priorità" e il contenuto trasversale di tutte le materie scolastiche. Ancora oggi la nostra scuola non racconta le "storie", le "geografie", le "filosofie", le "religioni", le "arti", le "musiche", le "scienze", del nuovo mondo che ci sta correndo incontro come una valanga silenziosa che sale dal sud povero del mondo inseguendo il miraggio del nord opulento e globalizzato. Perché con le culture si superano le paure, benché spesso ci arrocchiamo a difesa strenua della nostra cultura, come se fosse l'unica universalmente valida, e ignoriamo volontariamente, con la nostra disinformazione e la nostra indifferenza, l'esistenza della cultura degli altri. In nome del pregiudizio che ci fa ritenere i migliori perché siamo i più antichi, i migliori perché siamo i più forti, i migliori perché siamo i più tolleranti. Come se il tollerare non fosse già una forma di discriminazione!
-Non mi piace la parola tollerare, la abolirei perché sottintende una diseguaglianza di fondo, preferisco parlare di interazione fra pari – con queste parole della scrittrice si è chiuso l’incontro e con l’auspicio che i nostri giovani sappiano attuare l’esperienza di camminare gli uni accanto agli altri per le vie di un solo mondo. Perché se questo sogno di speranza è vivo nelle parole dei poeti (e dei cantanti) allora si realizzerà, perché – come profetizza Lia Levi: “I poeti dicono sempre la verità”.

www.laziadilampedusa.it


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